Giovanni Paolo II
– Karol Wojtyła (Wadowice 1920 - Roma 2005), eletto al papato il 16 ottobre 1978. La celebrazione del giubileo del 2000 (v.) rappresenta una data spartiacque nel pontificato di Giovanni Paolo II. Per Karol Wojtyła l’anno santo costituisce più personalmente la realizzazione dell’obiettivo di introdurre il cattolicesimo oltre la soglia di un nuovo millennio; per Giovanni Paolo II esso rappresenta un evento da marcare con gesti di grande impatto simbolico, intesi a intrecciare il senso della continuità con quello della svolta per la vicenda ecclesiale. Al termine dell’anno santo promulga la costituzione Novo millennio ineunte, con la quale si sottolineano i benefici portati dalla celebrazione giubilare e si rivolge un messaggio a tutti i cattolici per esortarli a una più attiva partecipazione alla vita sacramentale e comunitaria, tenendo però sempre bene in vista l’obiettivo e la necessità della comunione, dunque di una pronta adesione al dettato della gerarchia. Nel 2001 compie una visita pastorale in Kazakhstan e in Armenia e, dopo gli attentati sul territorio statunitense del settembre 2001 e lo scoppio della guerra in Afghanistan, indice per il gennaio 2002 una giornata di digiuno interreligiosa ad Assisi. A dispetto delle crescenti difficoltà di salute, prosegue i suoi viaggi internazionali, che nel 2002 toccano Azerbaijan, Bulgaria, Canada, Messico e Polonia; e sempre nel corso di questo anno celebra altre due canonizzazioni di forte rilevanza simbolica, come quelle del b. Pio da Pietralcina e del b. José Marìa Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei. I primi mesi del 2003 sono segnati dai suoi ripetuti appelli per scongiurare lo scoppio della guerra tra la coalizione degli stati occidentali guidati dagli Stati Uniti d’America e l’Iraq, e nel mese di aprile pubblica quella che sarà la sua tredicesima e ultima enciclica, Ecclesia de eucharistia, dedicata appunto alla centralità della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa; sempre al 2003 data l’esortazione postsinodale Ecclesia in Europa, che cade in una fase in cui, mentre gli organismi addetti devono deliberare sulla stesura di una Costituzione per l’Unione Europea, si intensificano gli appelli del pontefice a valorizzare le «radici cristiane» del vecchio continente; seguono nuovi viaggi apostolici in Spagna, Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Slovacchia. Nell'ottobre 2003 cade il venticinquesimo anno della sua elezione al pontificato, un anniversario che viene solennemente celebrato anche attraverso una riunione del concistoro dei cardinali e la beatificazione di una figura a lui particolarmente cara come quella di Teresa di Calcutta. Nel corso del 2004 le sue condizioni di salute conoscono un progressivo aggravamento: in agosto, ormai incapace di muoversi autonomamente, compie il suo ultimo viaggio apostolico, recandosi al santuario mariano di Lourdes, ma nei mesi successivi la sua attività pubblica d si restringe progressivamente. Adempie comunque a due gesti di forte sensibilità ecumenica come la consegna dell’Icona della Madre di Dio di Kazan’ al patriarca di Mosca Alessio II e la consegna delle reliquie dei santi Gregorio di Nazianzo e Giovanni Crisostomo al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I; il 7 ottobre pubblica la lettera apostolica Mane nobiscum Domine, che inaugura l’anno dell’eucaristia (ottobre 2004-ottobre 2005). Nel febbraio 2005 subisce due ricoveri d’urgenza al policlinico Gemelli di Roma: si riaccende così il dibattito sulle dimissioni del papa, nel quale interviene anche il segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, che rimette la decisione «alla coscienza del papa». Rimessosi dalla crisi pubblica la lettera apostolica Il rapido sviluppo, destinata ai responsabili dei mass media, e il volume Memoria e identità. L’operazione di tracheotomia subita in marzo priva il papa dell’uso della parola e la sua attività si riduce esclusivamente ad alcuni incontri con i più stretti collaboratori e a una serie di apparizioni dalla finestra del suo appartamento. Interviene quindi la crisi finale e il 2 aprile, alle 21.37, Giovanni Paolo II muore. Nei giorni successivi e fino all’8 aprile, quando si svolgono i funerali, circa tre milioni di pellegrini si recano a visitare la salma, che viene tumulata nelle Grotte vaticane. Il nuovo papa, Benedetto XVI, andando incontro a una petizione avanzata da un gruppo di cardinali nelle congregazioni svoltesi durante la sede vacante e valutando proprio l’enorme afflusso di fedeli a Roma per i funerali del papa come un indice inequivocabile della fama di santità di Giovanni Paolo II che consentiva di prescindere dalla normativa canonica che prevedeva un tempo minimo di attesa di cinque anni dalla morte, ha disposto il 28 aprile 2005 per l’immediata apertura della sua causa di canonizzazione. Il 28 giugno 2005 il cardinale vicario Camillo Ruini ha dato il via alla fase diocesana della causa, che si è protratta sino all’aprile 2007. La Congregazione per le cause dei santi ha sancito con decreto la validità dell’inchiesta il 4 maggio 2007 e il 19 dicembre 2009, udito il parere positivo espresso dalla congregazione, Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di Giovanni Paolo II a cui è stato conferito il titolo di venerabile. L’attribuzione all’intercessione di Giovanni Paolo II della guarigione, giudicata miracolosa, di una religiosa francese affetta dal morbo di Parkinson, sancita ufficialmente dalla Congregazione per le cause dei santi l’11 gennaio 2011, ha condotto, il 1° maggio 2011 alla beatificazione di Giovanni Paolo II, il cui corpo è stato allo stesso tempo traslato all’interno della basilica vaticana e collocato nella cappella di San Sebastiano.