Papini, Giovanni
Scrittore (Firenze 1881 - ivi 1956). Il D. del P. è, come altre figure da lui studiate, in gran parte proiezione soggettiva della sua personalità di uomo e di scrittore; in lui si compiaceva di ritrovarsi, ebbe a dire, in quanto artista, cattolico e fiorentino; si può aggiungere, in quanto scrittore che sognò sempre, dalla collaborazione al " Leonardo " alle Lettere di papa Celestino VI, di lasciare un prestigioso messaggio ai contemporanei.
Caratteri principali di tale simpatia sono, oltre all'ammirazione per la poesia " rupestre e metafisica ", l'interesse curioso verso l'umanità maschia e appassionata del poeta, capostipite, contro il Petrarca, della tradizione virile della letteratura italiana, secondo il concetto caro al P., di eredità ottocentesca. Spesso indulge a ipotesi puramente fantastiche (per es. Bonconte ucciso da D. o la Commedia prima parte di una trilogia interrotta dalla morte), al gusto di rilevare debolezze vere o presunte dell'uomo per sentirlo più vicino, in contrasto con le esaltazioni convenzionali e con l'aiuto d'interpretazioni psicanalitiche della poesia, nonché d'insistere sugli atteggiamenti d'indipendenza verso la Chiesa, fino ai margini dell'eresia. Da tale non di rado arbitraria visione, viziata dalla tendenza ad assumere l'opera poetica a documento biografico, senza riguardo alla tradizione e alla trasposizione letteraria, nel disprezzo di stampo ‛ vociano ' ostentato verso i dantisti ufficiali, più tardi temperato di ossequio ai maggiori, come il Barbi e il Casella, emergono a tratti rilievi giusti o almeno fondati, anche se non originali: sull'intento profetico, sul carattere intellettuale non mistico, teocentrico non cristocentrico della sua religiosità, sull'ammirazione per l'umanità eroica, sulla simpatia per gli spirituali e i gioachimiti in opposizione alla Chiesa ufficiale, su Virgilio come simbolo della poesia.
Scritti danteschi di G.P.: Per D. contro i dantisti, in " Il Regno " 20 ott. 1905; Il dantismo, in La cultura italiana, Firenze 1906; D. vicario d'Iddio, in " Prose " genn. 1907; La leggenda di D. - Motti, facezie e traduz. dei sec. XIV-XIX, Lanciano 1911; Le sue tradizioni letterarie, in " La Voce " 4 genn. 1912; Forza, dantisti, in " Il Tempo " 9 dic. 1918; Preghiera a D. nel VI centenario della morte, terzine pubbl. in Poesia in versi, Firenze 1930; D. vivo, ibid. 1933; il capitolo su D. in Storia della lett. italiana, I, ibid. 1937; D. perduto, in " Il Messaggero " 22 giu. 1947. Frequenti riferimenti a D. sono in Pagine di diario e di appunti, postume, Firenze 1966, e in Storia di un'amicizia (epistolario col Prezzolini), I, ibid. 1966; II, ibid. 1969.
Bibl. - Suldantismo del P., oltre a cenni in opere di carattere generale (cfr. il saggio, con ampia bibliografia, di G. Grana, in Letteratura italiana. I contemporanei, I, Milano 1963): G. Busnelli, D. vivo, in " Civiltà Cattolica " 84 (1933) 417-431; R. Davidsohn, in " Deutsches D.-Jahrbuch " n.s., VI (1933) 188-189; C. F[oligno], in " Studi d. " XVIII (1934) 182; G. Pace, D. crudele?, in " La Brigata " III, 5 mag. 1934; R. Altrocchi, in " Speculum " IX, genn. 1934.