PETRETTINI, Giovanni
PETRETTINI, Giovanni. – Nacque a Corfù, il 12 settembre 1793, da Giorgio e Angelica Canaliotti. La famiglia paterna era nobile, distinta da quella, sempre corcirese, di Spiridione e Maria Petrettini (Schröder, 1831).
Dopo la formazione in patria (di precettori greci frequentati a Smirne e Chio fa cenno nel Violarium Graecum, 1827, p. X), studiò quindi diritto a Padova dal 1808 al 1811, anno in cui si laureò a Bologna. Dal 1815 svolse l’incarico di censore a Venezia per conto del governo austriaco (occasionalmente, nel 1834 ricoprì tale ruolo anche a Padova). Sappiamo, tra gli altri, di interventi censori sulle tragedie di Ugo Foscolo (Berti, 1989, p. 191) e sul Werther goethiano (ibid., p. 213), accompagnati però dal riconoscimento del valore letterario dei testi. L’attività censoria di Petrettini si esercitò del resto per lo più su opere riguardanti l’antichità greco-romana. Il suo classicismo fu declinato in senso decisamente conservatore, non soltanto dal punto di vista politico: nella prefazione a una raccolta di suoi lavori sostiene che «questi scritti […] vanno predicando a tutta possa, in ogni lor parte, le ragioni che pajono persuaderci a star paghi, nelle buone arti, del conservare» (Prose, 1840, p. VII).
Tra le prime opere si segnala una Vita di Vittorio Alfieri (Padova 1814; poi in Piccola biografia d’uomini celebri italiani, I, Torino 1832, pp. 3-26, in Iconografia italiana degli uomini e delle donne celebri, Milano 1837, pp. n.n. e, con l’eliminazione del finale, in cui ammoniva a tenersi lontano dalla tomba di Alfieri chi non fosse disposto a sacrificare tutto «all’unico, ardente e nobile desiderio di giovare con ogni sforzo ai proprj concittadini», in Vite e ritratti di illustri italiani, Bologna 1844, pp. 451-459). Curò una traduzione dell’Inno ad Apollo Delio (Venezia 1818, per le nozze Galetti - Mantoani) e la stampa di un inedito di Agnolo Bronzino in una pubblicazione per le nozze del conterraneo Spiridione Petrettini (Capitolo dell’Esser chiaro di Angelo Bronzino, Venezia 1819).
Tenne una prima lezione di letteratura greca e latina a Padova nel 1818 (la prolusione in Prose, 1840, pp. 1-34: interessante l’impostazione della trattazione della storia della letteratura per generi; il discorso si chiude con l’esortazione a tenersi lontani dalle lotte civili e fratricide e a essere «sudditi buoni»). Fu nominato professore ordinario di filologia latina e greca presso lo Studio filosofico-matematico dell’Università di Padova nel 1820. Nello stesso anno tenne la prolusione accademica dell’Università: un paragone tra Omero e Dante in cui avvicinava i due autori anche nel desiderio di ricomporre i dissidi tra popolazioni della stessa nazione, insistendo per Dante, con evidente allusione filoaustriaca, sul ruolo pacificatore sovranazionale dell’impero germanico (Orazione intorno ad Omero e a Dante, pubblica prolusione letta nella grand’aula dell’I.R. Università di Padova dal prof. di studio sublime de’ classici latini e di greca filologia il giorno 26 novembre 1820 per la solenne apertura di tutti gli studii dell’anno scolastico 1820-1821, Padova 1821; poi, con lievi modifiche, in Prose, 1840, pp. 35-101).
Diresse il Gabinetto di antichità dell’Università di Padova dal 1820 al 1825. Fu ispettore governativo ai collegi privati padovani (del collegio rabbinico dal 1834). Pronunciò alcuni discorsi ufficiali: Discorso detto il giorno 23 agosto 1829, conferendosi ai signori matematici architetti la laurea dottorale (in Prose, 1840, pp. 141-154), elogiato per il contenuto morale da Niccolò Tommaseo nei Cenni della letteratura veneta d’oggidì (in Studi critici, II, Venezia 1843, pp. 375-376); Orazione tenuta nella chiesa degli eremitani il giorno 2 aprile 1835 quando l’I.R. Università di Padova funerali uffizi celebrava alla sacra e gloriosa memoria dell’imperatore e re Francesco I, Padova 1835, poi in Prose, 1840, pp. 155-194).
L’opera forse più significativa di Petrettini fu l’edizione di alcuni papiri, magici e documentari, conservati a Vienna e frutto di un soggiorno di studio presso la Hofbibliothek: Papiri greco-egizj ed altri greci monumenti dell’I.R. museo di corte tradotti ed illustrati da Giovanni Petrettini corcirese, Vienna 1826. Essa non fu bene accolta dai contemporanei (in particolare da Amedeo Peyron e da Antoine-Jean Letronne; una accurata valutazione in Soldati, 2012, pp. 180-183), ma testimonia dei suoi ampi interessi, così come pure dei suoi contatti con gli ambienti della più avanzata filologia classica europea, in particolare con August Böckh e Karl Otfried Müller. Sui papiri viennesi sono da vedere anche le lettere a Letronne e a Böckh in Jahrbücher der Literatur, XXXV (1826), Anzeiger Bl., pp. 30-40 (in italiano in Prose, 1840, pp. 195-213, 215-227) e soprattutto la risposta alle critiche ricevute contenuta nella lettera a Michele Lopez (ibid., pp. 229-261).
Indagatore di archivi e biblioteche, si interessò anche di epigrafia. Nel 1839 fu coinvolto in un’aspra polemica con Giuseppe Furlanetto sull’interpretazione dell’iscrizione funeraria per la liberta Claudia Toreuma (Epistola sopra una latina iscrizione di un monumento sepolcrale scoperto presso la città di Padova, ed illustrato dall’Abate Giuseppe Furlanetto Al signor conte Giovanni Orti…, in Alcuni scritti intorno ad un monumento sepolcrale scoperto presso la città di Padova ed illustrato dall’Ab. Giuseppe Furlanetto, Padova 1839, pp. 4-6; la pubblicazione contiene anche la risposta molto dura di Furlanetto). La posizione assunta da Petrettini fu però stroncata da Clemente Cardinali nel Giornale arcadico di scienze lettere arti, LXXIX (1839), pp. 208-210.
Costante fu l’attenzione per l’archeologia e la storia dell’arte antica: oltre l’opuscolo Delle gemme incise (Venezia 1815) e l’Orazione intorno agli studi archeologici (sorta di galleria archeologica greco-romana, pronunciata verso la fine del 1822, in Prose, 1840, pp. 103-140), è notevole soprattutto la Biblioteca greca delle belle arti (I-II, Milano 1839-40), che contiene un’edizione criticamente rivista del testo delle Descrizioni di Callistrato e un’antologia in italiano, con ampio commento storico-critico, di brani riguardanti l’arte antica, tratti dai Deipnosofisti di Ateneo.
Petrettini fu decano della facoltà di filosofia negli anni 1828-29, 1836-37 e 1843-44, rettore dell’ateneo nell’anno 1840-41, ma si dimise dalla carica prima dello svolgimento della quarta riunione degli scienziati italiani, destinata ad assumere spiccati toni patriottici, e abbandonò anche l’insegnamento. Nel 1839 fu nominato cavaliere dell’Ordine costantiniano di s. Giorgio di Parma (Almanacco della ducal corte di Parma per l’anno 1843, Parma 1843, p. 229). Nel 1842 divenne direttore della Biblioteca universitaria, dedicandosi all’opera di completamento e revisione del catalogo degli stampati e dei manoscritti. Nel 1845 fu accusato e poi condannato per «abuso della potestà d’ufficio» perché si sarebbe impadronito di libri e arredi della biblioteca, venne arrestato e dichiarato decaduto dall’incarico, accompagnato da feroci critiche.
Petrettini morì probabilmente in carcere tra l’agosto e l’ottobre del 1845.
Opere. Discorso intorno ad alcune traduzioni di Pindaro, Venezia 1815 (sulle traduzioni di Giovanni Costa, Padova 1808, e Antonio Porto Barbaran, Padova 1813; poi in Prose, 1840, pp. 263-283); Violarium Graecum philologicum-criticum excultum et in ordinem redactum a Joanne Petrettinio Corcyrense philologiae Graecae et Latinae professore pro suis philologiae Graecae lectionibus, Venezia 1827; Prose, Milano 1840; Epistole filologiche, Padova 1842. Sue lettere inedite sono conservate nell’Archivio dell’Università di Padova (Solitro, 1942, p. 15 n. 2).
Fonti e Bibl.: Centro per la Storia dell’Università di Padova, Registro d’immatricolazione alla Facoltà filosofica della I.R. Università di Padova, s.n.; Padova, Biblioteca civica, Mss., 5853: G. Fabris, Le Ionie e lo Studio di Padova, pp. 96-99; F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete…, II, Venezia 1831, pp. 129 s.; A. Avetta, Contributo alla storia della R. Biblioteca Universitaria di Padova, Padova 1908, p. 26; C. Cessi, Gli studi classici e la scuola padovana nell’ultimo secolo, Padova 1919, p. 21; N. Tommaseo, Venezia negli anni 1848 e 1849. Memorie storiche inedite con aggiunta di documenti inediti e note, a cura di P. Prunas, I, Firenze 1931, pp. 263-265; G. Fabris, Professori e scolari greci all’Università di Padova, in Archivio Veneto, LXXII (1942), nn. 59-62, p. 161; G. Solitro, La quarta riunione degli scienziati italiani a Padova nel settembre 1842, Padova 1942, p. 15 n. 2; P. Treves, La critica letteraria, la filologia, la bibliografia, in Storia della cultura veneta, VI, Dall’età napoleonica alla prima guerra mondiale, Vicenza 1986, p. 369; G. Berti, Censura e circolazione delle idee nel Veneto della Restaurazione, Venezia 1989, pp. 19 s., 36 s., 223 s. e passim; M. Del Bianco Cotrozzi, Il collegio rabbinico di Padova, Firenze 1995, pp. 189, 287, 367; A. Menegazzi, Il Museo di scienze archeologiche e d’arte, in I musei, le collezioni scientifiche e le sezioni antiche delle biblioteche, a cura di C. Gregolin, Padova 1996, p. 51; P. Maggiolo, Gli stranieri e l’Accademia in quattro secoli di storia, in L’accademia in biblioteca. Scienze, lettere, arti dai Ricovrati alla Galileiana. Aspetti e vicende dell’Accademia di Padova dalle raccolte delle Biblioteche cittadine, I, Il Seicento, gli stranieri, le donne, a cura di P. Maggiolo - L. Viganò, Padova 2004, p. 122 e n. 43; K. Zanou, Storia di un archivio: le Carte Mustoxidi a Corfù (con due lettere inedite di Manzoni e Foscolo), in Giornale storico della letteratura italiana, CLXXXIII (2006), pp. 556-576; D. Rasi, La presenza dell’intellettualità greco-veneziana nelle istituzioni e nelle riviste venete di primo Ottocento, in Atti dell’Accademia Roveretana degli Agiati, s. 8, X (2010), 1, pp. 96, 105-110; A. Soldati, Gli studi papirologici a Padova, in Frammenti d’Egitto. Progetti di catalogazione, provenienza, studio e valorizzazione delle antichità egizie ed egittizzanti, Convegno nazionale, Padova... 2010, a cura di P. Zanovello - E.M. Ciampini, Padova 2012, pp. 177-183. Sul monumento e l’epigrafe di Claudia Toreuma: G. Zampieri, Claudia Toreuma giocoliera e mima, Roma 2000, ad ind.; M. Capozza - M. Salmaso, Ricerche sulla società della Venetia: le donne di Patavium, in Atti dell’Istituto Veneto, Classe di scienze morali, lettere e arti, CLXVI (2002-03), pp. 544-546 n. 48; G. Masaro - L. Mondin, La musa funeraria della X regio: materiali per un censimento, in Ostraka, XIX (2010), p. 205 n. 60.