PETTINATO, Giovanni
PETTINATO, Giovanni. – Nacque a Troina (Enna) il 27 novembre 1934 da Giuseppe, fabbro, e Francesca Consoli, terzo di cinque figli. Intorno all’età di dieci anni entrò in seminario, studiando a Catania e Napoli, dove conseguì la licenza in sacra teologia. Successivamente studiò a Roma presso il Pontificio istituto biblico, dove nel 1961 conseguì anche la licenza in scienze bibliche. Il docente di assiriologia, il gesuita tedesco padre Alfred Pohl, lo indirizzò a proseguire gli studi in questa disciplina all’Università di Heidelberg, allora la sede più prestigiosa per l’assirologia, dove seguì i corsi di lingua sumerica tenuti da Adam Falkenstein. Furono per Pettinato anni di grande impegno e lavoro, durante i quali acquisì una formazione molto solida nel campo della sumerologia che gli tornò successivamente di grande aiuto nello studio dei testi di Ebla. Contemporaneamente pubblicò i risultati delle sue ricerche, dedicate ad alcuni tipi di presagi, allo studio di tavolette riguardanti l’agricoltura sumerica e ai miti della creazione dell’uomo nelle culture sumerica e accadica, di grande rilevanza per la comprensione delle tradizioni bibliche.
Nel 1965 Pettinato sposò Agathe Speck, ebbe due gemelli, Daniela e Marcello, e alcuni anni dopo Stefania.
Dopo la prematura scomparsa del professor Falkenstein, dal 1966 al 1970 Pettinato insegnò sumerologia presso l’Università di Heidelberg, dove nel 1968 conseguì la libera docenza in Altorientalistik. Nello stesso periodo lavorò alla revisione specialistica di molti capitoli dei volumi dedicati alla storia del Vicino Oriente antico della Fischer Weltgeschichte che, tradotti in italiano (Storia universale Feltrinelli, II-IV, 1968-69), diventarono un testo di riferimento tra i più autorevoli. Era solo il suo primo impegno, che proseguì per tutta la vita, a diffondere le conoscenze sulle culture del Vicino Oriente antico, meno note della cultura egiziana e di quelle etrusca e classica.
Nel 1968, quando Paolo Matthiae, direttore della missione archeologica italiana a Tell Mardikh, in Siria, scoprì un torso di statua con iscrizione cuneiforme, ne affidò lo studio a Pettinato, che pubblicò quel difficile testo, opera del principe Ibbit-lim, della casa regnante eblaita; veniva così confermata l’identificazione (proposta dallo storico Mario Liverani) del sito di Tell Mardikh con la città di Ebla, che due dei più famosi sovrani mesopotamici, Sargon e Naram-Sin, divenuti esempi di regalità eroica per i sovrani successivi, si erano vantati di avere conquistato.
Pettinato fu professore ordinario all’Università di Torino, dal 1970 al 1974, di assiriologia e storia orientale antica e fu epigrafista della missione archeologica in Iraq dell’Università di Torino. Iniziò la preparazione del dizionario neo-sumerico, progetto importante che rimase incompiuto, ma per il quale Pettinato e molti studiosi italiani e stranieri hanno pubblicato la serie Materiali per il Vocabolario neo-sumerico, che annovera più di venti volumi di edizioni di testi del periodo della III dinastia di Ur (2100-2000 a.C.), sparsi in diversi musei e collezioni. Nel 1974 fu chiamato a ricoprire la cattedra di assiriologia dell’Università di Roma (che tenne fino al 2009). In quello stesso anno Matthiae aveva trovato a Ebla, in quello che si stava rivelando il palazzo del III millennio a.C., le prime 42 tavolette dell’Archivio reale. Era l’inizio di un lavoro esaltante destinato a portare l’assiriologia italiana ai vertici della scienza internazionale. Questi primi testi, allora difficilissimi da interpretare, rimasti quasi tutti inediti, furono studiati accuratamente da Pettinato (con i suoi collaboratori e studenti) con uno straordinario lavoro di ricerca, dal momento che si trattava di comprendere in quale lingua fossero scritti e il valore da attribuire ai segni cuneiformi. Egli riuscì a comprendere che si trattava di una lingua semitica nuova, la più antica finora attestata e che la scrittura era un misto di logogrammi sumerici e di segni sillabici. Nel 1975 a Ebla avvenne la grande scoperta dell’Archivio reale completo, con circa 14.000 numeri di inventario tra tavolette e frammenti. Iniziò quindi per Pettinato un enorme lavoro di lettura dei testi, con scoperte sorprendenti e continue. Tra quei documenti vi erano testi amministrativi di diverso genere, lettere diplomatiche di sovrani stranieri inviate al re di Ebla, vocabolari bilingui, testi letterari, scongiuri, un trattato internazionale, vi erano la storia e la cultura della Siria del III millennio a.C. tutte da scoprire.
Solo le straordinarie intuizioni di cui Pettinato era capace potevano portare alla comprensione di testi che ancora oggi presentano numerose difficoltà di lettura e di interpretazione, ma che permettono di ricostruire aspetti fondamentali della cultura di Ebla, della vita di corte, della struttura dello Stato eblaita, del pantheon e del culto. Pubblicò durante gli anni 1979-82, con sorprendente rapidità, quattro volumi di Materiali epigrafici di Ebla (MEE) comprendenti il catalogo (MEE I), l’edizione di cinquanta testi di varie tipologie (MEE II), pubblicato a pochi anni dalla scoperta delle tavolette, che resta un lavoro pionieristico ancora consultato, e i volumi MEE III e IV contenenti i testi lessicali monolingui sumerici e i vocabolari bilingui, due volumi fondamentali sui quali ancora studiano tutti i sumerologi e i semitisti.
Nel 1979 Pettinato pubblicò il volume Ebla. Un impero inciso nell’argilla (uscito anche a New York nel 1981) per informare il mondo della scienza e un vasto pubblico della straordinaria portata degli Archivi reali di Ebla per la storia del Vicino Oriente antico.
Profondi e insanabili dissidi sia scientifici (tra l’altro sulla datazione degli archivi), sia caratteriali che vennero a crearsi tra lui, il direttore della missione archeologica italiana a Ebla e le autorità siriane della Direzione generale delle antichità, lo allontanarono da una partecipazione attiva alla missione archeologica italiana in Siria.
Pettinato pubblicò altri due volumi sulla civiltà di Ebla, uno dei quali Ebla. Nuovi orizzonti della storia (Milano 1986) offre una panoramica tuttora validissima dei rapporti internazionali del Regno di Ebla. Con grande generosità fornì le sue trascrizioni di testi di Ebla ad alcuni suoi studenti e colleghi perché li pubblicassero in altri volumi della serie Materiali epigrafici di Ebla (MEE VII, X, XII e XV). Pubblicò inoltre una serie di importanti articoli su diversi aspetti della civiltà eblaita e il volume Il rituale per la successione al trono ad Ebla (Roma 1992) con la traduzione e il commento dei tre più importanti testi rituali eblaiti e tre volumi del Thesaurus inscriptionum Eblaicarum.
Insegnò come professore ospite in varie università tedesche e nell’Università Cornell di Ithaca, New York; dal 1987 insegnò eblaitologia all’Università di Heidelberg, dove nel 1993 venne nominato professore onorario.
Partecipò alla missione archeologica nello Yemen del Nord dell’IsMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente) e diresse la missione archeologica italiana a Biblo in Libano. Riprese i suoi contatti con l’Iraq, dove nel 2004 e nel 2006 compì missioni di studio nell’ambito della cooperazione umanitaria dell’Italia a Baghdad e a Nāssiriya.
Si dedicò per molti anni a una instancabile attività di traduzione di testi dal Vicino Oriente antico per renderli fruibili a un vasto pubblico e fu il curatore della serie dedicata alle letterature mesopotamiche della casa editrice Paideia di Brescia.
Nel 1997 curò la mostra a Milano della collezione Michail di tavolette cuneiformi, pubblicandone il catalogo. Diede anche alle stampe alcuni volumi, rigorosamente scientifici, ma fruibili da un vasto pubblico, su numerosi personaggi della storia del Vicino Oriente antico e su diversi aspetti della cultura vicino-orientale: Semiramide, Babilonia. Centro dell’universo, La Saga di Gilgamesh (edizione commentata di tutte le versioni dei racconti sul mitico re della città sumerica di Uruk), I sumeri, La scrittura celeste, studio sull’astronomia e astrologia mesopotamica, Angeli e demoni in Babilonia, contribuendo in maniera decisiva a far conoscere in Italia le civiltà dell’Oriente antico, merito per cui il mondo scientifico e accademico e quello culturale italiano gli devono senza dubbio un grande tributo di riconoscenza.
Tra i suoi altri incarichi figurano quello di direttore, per molti anni, della rivista Oriens antiquus, del Dipartimento di studi orientali dell’Università di Roma La Sapienza, della commissione per i dizionari sumerici e assiri dell’Unione accademica nazionale, nonché responsabile europeo dei progetti di vocabolario sponsorizzati dalle accademie mondiali. Nel 2004 diventò membro del comitato scientifico dell’Università degli studi di Enna Kore, dove insegnò assiriologia.
Per il suo straordinario contributo allo studio della civiltà di Ebla ricevette numerosi importanti premi in Italia e in Germania. Nel 1989 fu chiamato a far parte come socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei e, successivamente, diventò socio corrispondente della Academia de historia Madrid (Spagna) e socio dell’Accademia delle scienze di Torino.
Fu insignito dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dell’onorificenza al merito della Repubblica italiana di Grande ufficiale.
Morì a Roma il 19 maggio 2011.
I suoi volumi sui testi di Ebla sono pietre miliari nella storia degli studi sull’antica città e con essi Pettinato ha guadagnato un posto di rilievo nella storia della scienza. Con i suoi libri di traduzioni di testi del Vicino Oriente e su molti aspetti della cultura vicino-orientale ha enormemente contribuito a fare conoscere negli ultimi trent’anni in Italia la storia e la cultura delle antiche popolazioni della Mesopotamia e della Siria, quasi ignorate prima. Ha così tracciato la linea per le future generazioni di studiosi che, nel solco del lavoro di Pettinato, possono contribuire a mantenere vive queste discipline nelle nostre università rivolgendosi anche a un pubblico più vasto.
Fonti e Bibl.: Colleghi e studenti di Pettinato gli hanno reso omaggio con il volume Von Sumer nach Ebla and zurück, a cura di H. Waetzoldt, Heidelberg 2004, dove è elencata tutta l’imponente bibliografia di Pettinato e dove è ricostruita la sua biografia scientifica e professionale; si veda anche il contributo di M.G. Biga, In memoriam. G. P. (1934-2011), con il quale lo ha ricordato la Rivista Biblica, LIX (2011), pp. 439-442.