BIRAGO, Giovanni Pietro
Già noto come "Maestro del libro d'orazioni di Bona Sforza di Savoia", o come "Pseudo Antonio da Monza", questo miniatore lombardo che dopo Cristoforo de Predis (col quale collaborò) godette del particolare favore sia di Bona Sforza, sia di Ludovico il Moro, ha trovato un nome solo negli ultimi decenni. I documenti pubblicati dal Carta (p. 163) e dal Malaguzzi Valeri (III, p. 225 nota) lo definiscono "cappellanus et pictore": egli era quindi ecclesiastico, al servizio di Bona Sforza, per la quale eseguì - così come risulta sempre dai documenti - un "officiolo" che è lecito supporre sia il libro d'ore della duchessa, ora al British Museum (ms. Add. 34, 294): costituisce, riccamente adornato, il suo capolavoro.
Mancano notizie della sua vita; delle sue opere, le più antiche miniature sicure sono quelle dei diciotto corali dell'antica cattedrale di Brescia (1471-1474; Brescia, Bibl. Tosio Martinengo: cfr. E. Calabi,G. P. da Birago e i corali miniati dell'antica cattedr. di Brescia, in La Critica d'arte, III [1938], pp. 144-149).
La differenza di stile tra i corali di Brescia e il libro d'ore può essere spiegata con l'arrivo a Milano da Mantova, nel 1476, di Zoan Andrea: è appunto in questo torno di tempo che iniziò l'attività incisoria del B., che si rifaceva sia nelle forme sia nella tecnica al mantovano. Effettivamente tra alcune miniature, quali L'ultima cena o l'Assunzione, nel libro d'orazioni, e le incisioni dello stesso soggetto, c'è una grandissima somiglianza e d'altra parte l'attività incisoria spiega la maniera dura, metallica, che caratterizza tutte le miniature più tarde del Birago. Esse sono multicolori, riccamente rialzate d'oro, ma non sono di alta qualità pittorica.
Negli anni dopo il 1480 l'artista doveva essere già conosciuto oltre i confini di Milano. Dopo il 1481 miniò un breviario per la famiglia Barozzo, veneziana, che era stato stampato in quell'anno in Venezia da Nicola Jenson (Vienna, Nationalbibliothek: cfr. Hermann, 1923). Per János Vitéz, vescovo di Veszprém in Ungheria, il B. dipinse nove miniature grandi e quindici più piccole in un pontificale, oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana (Ott. lat. 501).
A partire dall'anno 1490 il B. lavorò soprattutto per Ludovico il Moro. Per lui egli miniò con cornici, stemmi, ritratti in medaglioni, tre torni della Sforziade: una biografia del duca Francesco I Sforza ("pater patriae"), composta da Giovanni Simonetta e stampata in Milano da Antonio Zarotto nel 1486 e 1490. I volumi si trovano nel British Museum di Londra (cfr. Malaguzzi-Valeri, III, fig. 169), nella Bibliothèque Nationale di Parigi (Ms. Ital. 372) e nella Biblioteca Nazionale di Varsavia (quest'ultimo esemplare è più volte contrassegnato dal nome per esteso dell'artista; cfr. B. Horodyski,Birago miniaturiste des Sforza, in Scriptorium, X [1956], pp. 251-255). Nella Biblioteca Trivulziana di Milano è conservato (ms. 2167) l'esemplare della grammatica latina di Elio Donato che il B. decorò, insieme con Cristoforo de Predis e con un altro miniaturista, per il giovane Massimiliano, figlio di Ludovico il Moro, con molte miniature a piena pagina. Per lo stesso principe, e sempre insieme con altri, miniò un libro di edificazione,Illibro del Jesus della stessa biblioteca di Milano (ms. 2163) del 1496; e per il duca stesso miniò il diploma col quale l'imperatore, Massimiliano I, gli confermava la dignità ducale (già Archivio di Stato di Milano, distrutto durante la seconda guerra mondiale), nonché il piccolo libro d'orazioni che il duca donò al re Carlo VIII di Francia (Venezia, Coll. Cini).
Per commissione di Bona Sforza, il B. partecipò alla illustrazione della Legenda de Sancto Iosaphat (Milano, Biblioteca Braidense, ms. AC XI, 37), le cui sessantadue miniature e cornici vennero eseguite da varie mani (Arte lombarda, 1958, p. 115). Ma le invenzioni più poetiche del B. sono racchiuse nelle miniature del codice di Virgilio della Antica Biblioteca di Wolfenbüttel (cod. 277A: cfr. P. D'Ancona,Di alcuni codici miniati conservati nelle biblioteche tedesche e austriache, in L'Arte, X [1907], p. 30), che illustrano il mito di Apollo e Dafne.
Così come di altri importanti miniatori del Rinascimento, anche di B. si conoscono molti fogli singoli ritagliati. Il libro d'ore di Bona Sforza fu ereditato da Margherita d'Austria, che lo fece rilegare (1518) e vi incluse sedici miniature del proprio pittore di corte, Gerard Horenbout. Ne furono tolte allora le figure del calendario del B., delle quali due si conservano oggi nella collezione de Marinis di Firenze. Nove miniature staccate, nella Galleria degli Uffizi di Firenze, con, tra l'altro,Francesco I Sforza e i più famosi eroi dell'antichità, sono particolarmente importanti perché contengono la firma autografa dell'artista in forma abbreviata ("auctore Io Pe Bira"), rettamente interpretata, per la prima volta, nel catalogo della Mostra storica nazionale della miniatura (Roma 1954, n. 659).
Le incisioni del maestro, raccolte in un primo gruppo da A. Bartsch, sotto Zoan Andrea (cfr. Le peintre graveur, XIII, Leipzig 1866, pp. 293-310), con i successivi apporti di A. Venturi (Il pontificale di Antonio da Monza nella Bibl. Vat. in L'Arte, I [1898], p. 154; Framm. di un libro miniato di Antonio da Monza..., ibid., II [1899], p. 114), P. Kristeller (Fra Antonio da Monza,incisore, in Rassegna d'arte, I [1901], p. 161; Die Lombardische Graphik der Renaissance, Berlin 1913, pp. 3-7), A. M. Hind (Early italian engraving, London 1948, II, 5, pp. 73-81 ; 6, ill. 600-609) ed altri, hanno raggiunto un totale di diciassette fogli che provengono sicuramente tutti dalla medesima mano delle miniature e che mostrano l'influenza sia del Mantegna, esercitata attraverso Zoan Andrea, sia del Bramante e, in misura limitata, di Leonardo.
Il 15 apr. 1506 il B. ricevette un privilegio del re Luigi XII di Francia, allora signore di Milano, per un sigillo intagliato della Congregazione mariana. L'ultima notizia su lui si trova in una lettera autografa, datata 6 apr. 1513, conservata all'Archivio di Stato di Milano (v. Malaguzzi Valeri, III, p. 225 n.).
Bibl.: Oltre a quanto citato nel corso della voce, v. G. Mongeri-F. d'Adda,L'arte del minio nel Ducato di Milano..., in Arch. stor. lombardo, II (1885), pp. 541 s.; F. Carta,Codici,corali,libri a stampa miniati della Bibl. Naz. di Milano, Milano 1891, pp. 77 s., 162 s.; S. Beissel,Vatikanische Miniaturen, Freiburg i. B. 1893, tav. 25; G. F. Warner,Miniatures and borders of the Book of hours of Bona Sforza di Savoia, London 1894; P. Toesca,La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912, p. 550; F. Malaguzzi Valeri,La Corte di Ludovico il Moro, I, Milano 1913, pp. 164, 450, 584; III, ibid. 1917, pp. 157-168, 200, 225, 227; H. J. Hermann,Beschreibendes Verzeichnis der illuminierten Handschriften der National Bibliothek, VIII, Wien 1923, nn. 110 s.; P. d'Ancona,La miniature italienne, Paris 1925, pp. 56, 155; A. Cutolo,L'officium parvum B. M. Virginis donato a Carlo VIII, Milano 1947; G. Muzzioli,Mostra storica nazionale della miniatura (catal.), Firenze 1953, pp. 409 (n. 655), 411 (n. 659), 413 s. (n. 662); M. Salmi,La miniatura italiana, Milano 1955, p. 47; E. Pellegrin,La bibliothèque des Visconti et des Sforza..., Paris 1955, pp. 382 s.; Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catal.), Milano 1958, pp. 141-145; P. Wescher, F. Binasco,Miniaturmaler der Sforza, in Jahrbuch der Berliner Museen, n. s., II (1960), pp. 80-82; F. Wittgens,La pittura lombarda nella seconda metà del Quattrocento, in Storia di Milano, VII, Milano 1956, pp. 816-824; G. Panazza,Le arti applicate connesse alla pitt. del Rinasc., in Storia di Brescia, III, Roma 1964, pp. 683-685; A. Bertini,Un'ipotesi sull'attiv. pittor. di G. P. B., in Arte in Europa. Scritti di storia dell'arte in onore di E. Arslan, I, Milano 1966, pp. 471-474.