ROSINI, Giovanni
Letterato, nato a Lucignano (Arezzo) il 24 giugno 1776; fu dal 1804 professore d'eloquenza italiana nell'università di Pisa, e a Pisa morì il 16 maggio 1855. Scrittore fecondissimo, compose molti versi mediocri e moltissime prose, tra le quali alcuni scritti a sostegno della toscanità della lingua (1818-20), e altri sul Guicciardini e sul Canova, una Storia della pittura italiana (1835-37), che suscitò vive polemiche, una Descrizione del camposanto di Pisa, ecc. Al teatro diede un Torquato Tasso, pubblicato nel 1832 con un Saggio sugli amori del poeta, e altre opere che non ebbero grande fortuna. Ma il suo nome è specialmente noto per un romanzo storico, La monaca di Monza. Il R. asserì di aver avuto l'idea di un lavoro di tal genere prima del Manzoni e dello Scott, ma in effetto la sua Monaca apparve solo nel 1829. In essa, prendendo le mosse dal noto episodio dei Promessi Sposi, narra le vicende di Geltrude e di Egidio, traendone occasione per descrivere specialmente la vita fiorentina del sec. XVII. Il romanzo ha qualche scena e qualche carattere ben disegnati, ma non può in nessun modo competere (come il suo autore presumeva) col capolavoro manzoniano. Fu tuttavia molte volte ristampato e tradotto in più lingue. Minor fortuna ebbero gli altri suoi romanzi storici, Luisa Strozzi (1833) e Il conte Ugolino della Gherardesca (1843). Curò edizioni di classici italiani (Tasso, Guicciardini, ecc.).
Ed.: oltre a quelle citate: Prose e versi (Milano 1826); Rime e Prose (Pisa 1830-32); Nuove rime (ivi 1842); Miscellanea di versi e prose (ivi 1843).
Bibl.: L. Pozziolini, Biografia di G. R., 2ª ed., Lucca 1856; M. Tabarrini, Vita e ricordi di illustri italiani, Firenze 1884; F. Tribolati, Conversazioni con G. R., Pisa 1889; sul T. Tasso, cfr. U. Bosco, La fortuna del Tasso come tema lett. nell'Ott. ital., in Giorn. stor. d. lett. ital., XCI (1928), pp. 29-34.