SILVA, Giovanni
– Nacque a Legnago, nel Veronese, il 26 marzo 1882.
Frequentò gli studi universitari nella vicina Padova, laureandosi in matematica nel 1904.
L’anno seguente andò a lavorare come assistente sull’isola sarda di San Pietro, presso la Stazione internazionale per la determinazione delle latitudini di Carloforte. Fondata da tre astronomi padovani, Giuseppe Lorenzoni, Emilio Bianchi e Giuseppe Ciscato, la stazione faceva parte di una rete di cinque postazioni, localizzate sullo stesso parallelo – tre negli Stati Uniti e una in Turkestan – e costituenti il Servizio internazionale delle latitudini (ISL). Nel 1908 Silva fece ritorno a Padova: inizialmente ricoprì il ruolo di assistente presso l’Istituto di geodesia dell’Università, la cui direzione era affidata ad Antonio Maria Antoniazzi, per poi passare, nel 1911, all’Osservatorio astronomico, dove intensificò i contatti e la collaborazione con l’allora direttore Lorenzoni.
Durante quei primi anni di attività, i lavori pubblicati da Silva furono dedicati sia a problemi di astronomia classica, come l’osservazione di posizioni o il calcolo delle orbite, sia alla gravimetria e alla geodesia. Risalgono al periodo in questione, per esempio, l’articolo Osservazioni sulle comete 1911 b, c, e, f, g, fatte nella Specola di Padova (con E. Padova, in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1912, vol. 71, pp. 1307-1330), o la trattazione del 1915 sul passaggio di Mercurio davanti al Sole, o ancora le relazioni sulle osservazioni gravimetriche realizzate con il bipendolo Mioni, una del 1914 e una del 1916.
Fu in virtù delle sue competenze in ambito geodetico che Silva, nominato nel frattempo astronomo aggiunto, andò a ricoprire nel 1922 la cattedra di geodesia dell’Università di Torino. In quello stesso anno, prima del trasferimento a Torino, terminò il lavoro sulle Variabili osservate tra il 1912 e il 1916 (Memorie della Società Astronomica Italiana, II, Pavia 1923, pp. 175-207), opera, afferma Leonida Rosino (1958, p. 53), fondamentale per i variabilisti; mentre è del 1923 l’articolo Sulle differenze di longitudine determinate mediante la telegrafia con o senza fili (Memorie della Società Astronomica Italiana, cit., pp. 380-396), importante perché Silva fu tra i protagonisti delle prime determinazioni di longitudine fatte in Italia con la radiotelegrafia in sostituzione della telegrafia.
Il periodo torinese terminò presto. Nel 1925 la morte improvvisa di Antoniazzi, succeduto a Lorenzoni nel 1914, costrinse l’Ateneo di Padova a riassegnare la cattedra di astronomia: la scelta cadde su Silva, cui d’ufficio spettò dunque anche la direzione dell’Osservatorio astronomico. Negli anni Trenta gli studi di Silva restarono coerenti con gli interessi da lui sviluppati negli anni precedenti. Meritano certo una menzione speciale le misurazioni che Silva effettuò a seguito della scoperta di Plutone, volte a determinare l’orbita del pianeta. Si tenga presente che oltre alle pubblicazioni specialistiche sul tema, come le Ricerche sull’orbita del nuovo pianeta transnettuniano (con E. Martin e F. Zagar, Memorie dell’Accademia Reale di Padova, 1930, vol. 46) o I calcoli d’orbita e l’orbita di Plutone (Rendiconti del Seminario Matematico e Fisico di Milano, V (1931), pp. 183-202), Silva trattò l’argomento anche in pubblicazioni di taglio divulgativo, come l’articolo Pluton est-il la planète prévue par Percival Lòwell? (L’Astronomie, 1930, n. 44) o Il pianeta trasnettuniano Plutone (Coelum, I (1931) ). Si ricordi che Coelum è la rivista di divulgazione astronomica fondata proprio nel 1931 da Guido D’Arturo Horn.
L’opera per cui è oggi maggiormente ricordato Silva, però, rimane senza dubbio la fondazione dell’Osservatorio astrofisico di Asiago. In qualità di direttore della Specola patavina, Silva si adoperò fin da subito affinché l’Osservatorio fosse dotato di una strumentazione avanzata, che permettesse all’astronomia italiana di tenere il passo con quella internazionale e di muoversi nel campo dell’astrofisica. Le circostanze favorevoli non tardarono ad arrivare. Nel 1932 Carlo Anti, professore di archeologia, divenne rettore dell’Università, intraprendendo una politica di rinnovamento. Le intenzioni di rilancio dell’astronomia italiana che sorreggevano il progetto di Silva incontrarono inoltre il favore del regime fascista e nel 1933 arrivò il via libera per il nuovo Osservatorio astrofisico, dove sarebbe stato collocato il telescopio più grande d’Europa, dotato di un rifrattore di 122 cm di diametro. Silva, affiancato dai colleghi Bianchi (presidente del Comitato astronomico del Consiglio nazionale delle ricerche) e Giorgio Abetti (direttore dell'Osservatorio di Arcetri), individuò come luogo ideale l’Altopiano di Asiago, lontano dall’inquinamento luminoso della città. Realizzato su progetto architettonico di Daniele Calabi, dalle Officine Galileo, l’edificio venne inaugurato nel 1942. Silva, nel suo discorso inaugurale, dopo aver ringraziato il rettore e il Comune di Asiago, plaudì alle potenzialità della «genialità italiana», testimoniata da una costruzione di dimensioni straordinarie «non copiata da costruzioni straniere, ma studiata ex-novo». Non citò l’architetto Calabi, nel frattempo costretto a lasciare l’Italia perché ebreo, e inneggiò piuttosto alle favorevoli circostanze prodotte dal regime fascista: «Oggi, inaugurandosi questo Osservatorio con il suo poderoso telescopio, possiamo dire raggiunto anche lo scopo nazionale che era nei nostri propositi: quello di affermare davanti al mondo la potenzialità tecnica che nel clima fascista ha saputo raggiungere l'industria italiana» (Discorso inaugurale, 27 maggio 1942). La strumentazione del nuovo Osservatorio, ulteriormente implementata nell’immediato dopoguerra, attirò personaggi di rilievo dell’astronomia, italiana ma non solo: attorno a Silva gravitarono così nomi eccellenti.
Nel 1952 Silva poté ritirarsi dagli incarichi ufficiali, senza tuttavia rinunciare alla prosecuzione delle sue attività di studio. La sera del 13 ottobre 1957 mentre Silva stava, come sua abitudine, lavorando, un malore lo lasciò privo di sensi. Non si riprese più e morì a Padova il 20 ottobre di quell'anno.
Silva fu membro dell’Accademia nazionale dei Lincei, dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, dell’Accademia patavina. Fu inoltre socio corrispondente dell’Istituto lombardo e dell’Accademia delle scienze di Torino, socio onorario dell’Accademia di Verona e Accademico dell’Istituto di Coimbra.
Opere. Un elenco esaustivo è compreso in F. Zagar, Giovanni Silva. Commemorazione tenuta il 13 dicembre 1958 all’Accademia Nazionale dei Lincei, in Memorie della Società Astronomica Italiana, XXIX (1958), vol. 4, pp. 374-380. Si segnala il fondo Giovanni Silva presso l’Archivio dell’Osservatorio astronomico di Padova, che contiene lezioni, ricerche e manoscritti vari. Il discorso inaugurale dell’Osservatorio di Asiago è disponibile online, sul sito dell’Osservatorio Astronomico di Padova (http: //www.oapd.inaf.it/index.php/it/asiago-info/storia-asiago/il-telescopio-galileo/138-asiago/asiago-informazioni-generali/storia/468-discorso-silva.html?highlight=WyJnaW92YW5uaSBzaWx2YSJd).
Fonti e Bibl.: G. Abetti, Il Nuovo Osservatorio Della R. Università Di Padova Sull'Altipiano Di Asiago, in Sapere, 1942, n. 183-184, pp. 331-333; L. Pigatto - V. Zanini, La Specola di Padova: da torre medievale a museo, Padova 2007; L. Rosino, Commemorazione del membro effettivo Prof. Giovanni Silva (1882-1957), in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Venezia: Segreteria del Reale Istituto, CXX (1957-58), vol. 116, pp. 51-58; F. Zagar, Giovanni Silva. Commemorazione … cit., pp. 362-380; S. Zaggia - V. Zanini, Padova, Silva e i «calcoletti» dell’orbita di Plutone, in Giornale d’Astronomia, 2016, n. 1, pp. 34-39.