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BOTTIGELLA, Giovanni Stefano

di Anna Morisi Guerra - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BOTTIGELLA (Butigella, de Boticellis, de Butigellis), Giovanni Stefano

Anna Morisi Guerra

Nacque da Tommasino, di nobile famiglia pavese nel 1410 circa, fratello del segretario ducale Gian Matteo (che a lui dedicò una revisione dell'Historia Hierosolymitana di Jacques de Vitry); "doctor artium et iuris canonici" (con tale titolo compare in un documento del 7 febbr. 1446, in occasione del conferimento di un beneficio canonicale in S. Epifanio di Pavia:, v. Codice diplomatico dell'Università di Pavia, II, 2, Pavia 1915, p. 499); protonotario apostolico (documenti dell'8 giugno 1447 e del 19 ag. 1449., ibid.., pp. 505, 548); fu nominato rettore dello Studio di Roma da Pio II con un breve del 3 sett. 1458, in sostituzione del cardinale Nicolò Capranica, eletto vescovo di Fermo; con il rettorato il pontefice gli affidava anche le funzioni di vicecancelliere, in assenza del camerlengo. Tenne questa carica fino al 1466. Nel 1463 si fece patrocinatore dei suoi concittadini presso la Curia in una causa di interdetto (cfr. R. Majocchi, in Arch. stor. lomb., s. 3, VIII [1897], pp. 54-57); nel 1464 accompagnava il giovane cardinale Francesco Gonzaga nella preparazione dell'impresa che avrebbe dovuto portare i principi cristiani contro gli infedeli: del viaggio a Venezia, Pola, Ancona, della morte di Pio II e dell'elezione di Paolo II egli dava notizia ai marchesi di Mantova in due lettere del 2 e del 13 sett. 1464. L'8 ott. 1466 fu nominato vescovo di Cremona, forse per sollecitazione del duca di Milano, che nel febbraio dell'anno successivo ne informava i magistrati cremonesi; ma solo il 17 maggio il B. lasciava Roma, dove infieriva una pestilenza, e, dopo aver sostato ai bagni di Viterbo, giungeva a Pavia e di qui scriveva il 4 luglio alla duchessa Bianca Maria per chiederle un colloquio in merito alla sua futura attività. Il 10 agosto entrava in Cremona, accolto onorevolmente dalla cittadinanza e dal giovane Ludovico Sforza.

Rimangono di lui documenti e lettere dai quali risulta che si adoperò nel riordinamento della sua diocesi, nella riforma di chiese e conventi, tra cui quelli di S. Salvatore e di S. Maurizio (cfr. M. Caffi, in Arch. stor. lomb., s. 2, VI [1889], pp. 690, 692); nel 1471 soppresse i canonici regolari di S. Agata e incaricò Antonio Arcidiaconi di sostituirsi ad essi, con il compito di crearvi due canonicati. In questa sua attività pastorale pare non siano mancati per il B. motivi di contrasto con lo stesso duca. Nelle terre del vescovato derivò un canale di irrigazione, che da lui prese il nome. Fu amico di umanisti, tra i quali il Filelfo, che gli indirizzò alcune lettere e che iniziò, per suo consiglio, la traduzione di Appiano.

Incerta è la data della morte del Bottigella.

Secondo una tradizione, basata sulla notizia di un'epigrafe oggi perduta, egli sarebbe deceduto il 15 giugno 1474; il Cappelletti anticipa invece questa data al 1472, sostenendo che il successore sarebbe stato nominato nel gennaio 1473. In realtà, dai registri vaticani risulta che il 15 genn. 1476 Giacomo Antonio Della Torre veniva trasferito dalla diocesi di Parma a quella di Cremona "in seguito alla morte di G.S.B." e, a sua volta, era sostituito dal vescovo di Piacenza. Questo scambio di sedi pare sia stato voluto dal duca di Milano, a quanto si legge in una lettera scritta dal segretario ducale Cicco Simonetta al vescovo di Piacenza il 30 dic. 1475, con la notizia della malattia del vescovo di Cremona, di cui si prevedeva prossima la fine.

Fonti eBibl.: Lettere del B. si trovano a Mantova, Archivio Gonzaga, E. XXV, buste 842, 843; E. XLIX, busta 1623; Archivio di Stato di Milano, Autografi ecclesiastici, cart. 9, B, fasc. 3.; Francisci Philelphi... Epistolarum familiarium libri XXXVII, Venetiis 1502, ff. 219a, 228b, 244b, 247ab, 257a, 258b; F. Arisi, Cremona literata, I, Parmae 1702, p. 299; F. Ughelli-N. Coleti-F. A. Zachariae, Cremonensium episcoporum series..., Mediolani 1749, pp. 149 s.; F. M. Renazzi, Storia dell'Università degli studi di Roma, I, Roma 1803, pp. 204, 282-283; H. Sanclementius, Series critico-chronologica episcoporum cremonensium, Cremonae 1814, pp. 148 s.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XII, Venezia 1857, pp. 204-205; Dictionnaire d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1430 (sub voce Botticelli).

Vedi anche
cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... conclave Luogo dove i cardinali, in clausura, procedono all’elezione del papa e il complesso dei cardinali che vi prendono parte. ● La sua origine si fa risalire alle singolari circostanze che accompagnarono l’elezione di Gregorio X: trascorsi già 18 mesi dalla morte di Clemente IV (29 nov. 1268), poiché i cardinali, ... Pio II papa Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, od. Pienza, 1405 - Ancona 1464). Di nobile ma decaduta famiglia senese, indirizzato a studî giuridici, fu scrittore e abbreviatore al Concilio di Basilea e si pose in vista per le doti di oratore e per la cultura giuridica, sostenendo la dottrina conciliare. Segretario ... vescovo Nel cristianesimo primitivo e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico. Nella Chiesa cattolica, prelato che, sotto l’autorità del romano pontefice, ha il governo ordinario di una diocesi, ...
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