TITTA ROSA, Giovanni
Scrittore e critico letterario, nato a Santa Maria del Ponte (L'Aquila) il 5 marzo 1891. (Il suo vero cognome è però Rosa, Titta facendo parte del prenome). Giovanissimo collaborò a riviste d'avanguardia (da Lacerba a La Diana); trasferitosi nel primo dopoguerra a Milano, fu redattore e collaboratore di numerosi giornali e periodici (Il Secolo, La Fiera letteraria, Pègaso, La Stampa, Corriere Padano, ecc.); ora è critico del Corriere Lombarso e redattore dell'Osservatore politico e letterario.
Ha pubblicato alcuni volumi di poesie (Plaustro istoriato, Bologna 1919; Le feste delle stagioni, Firenze 1928; Alta luna, Lanciano 1935, ecc., ora riunite in Poesie d'una vita, Milano 1956), e varie raccolte di prose e di racconti (Idilli rustici, Torino 1928; Il varco nel muro, Lanciano 1931; La figlia del pescatore, Milano 1936; Donne inquiete, ivi 1936; I giorni del mio paese, Torino 1940; Paese con figure, Roma 1942; Niobe e il pittore, Bologna 1953, ecc.): nei quali un idillismo e un paesismo a fondo lirico si innestano su modi che risentono di un originario naturalismo. Come critico, ha saputo conciliare i postulati dei crocianesimo con le esperienze della nuova letteratura (Invito al romanzo, Milano 1930; Aria di casa Manzoni, ivi 1946; n. ed., ivi 1954; Secondo ottocento, ivi 1947; Poesia italiana del Novecento, Siena 1953).
Bibl.: E. Montale, in La Fiera letteraria, i aprile 1928; G. Ravegnani, I contemporanei, Torino 1930, e prefazione a Poesie d'una vita, ed. citata; A. Bocelli, in Nuova Antologia, 1° agosto 1931; R. Frattarolo, in L'Italia che scrive, aprile 1954.