BACIOCCHI, Giovanni Tommaso
Nato a Genova il 2genn. 1668 da nobile famiglia, fu avviato presto allo studio delle lettere per le quali mostrava notevole predisposizione. A diciotto anni, seguendo la vocazione, si recò a Napoli per vestire l'abito della congregazione della Madre di Dio. Tracorse due anni di noviziato nel collegio di Santa Maria del Portico, sotto la guida del p. Fulgenzio Marracci, allo scadere dei quali prese i voti (1688). Fu quindi a Roma, dove attese agli studi di filosofia e teologia nel collegio di S. Maria in Campitelli, sotto la guida del p. Cesare Trenta. Tornato a Genova, fu per sei anni superiore nel collegio della Madre di Dio, mentre la sua dottrina gli conciliava la simpatia di letterati quali P. Figari, e G. B. Richeri, permettendogli in breve di creare nel collegio genovese un centro piuttosto attivo di cultura. Arcade con il nome di Peridèo Trapezunzio, fondò in Genova insieme al p. Antonio Tommasi - arcade anch'egli - la colonia ligustica di quella accademia, che, a detta del Crescimbeni, benché tra le ultime sorte, seppe in breve tempo mettersi al passo con le più avanzate. Morì a Genova il 18 marzo 1723.
L'opera del B. (Componimenti del Padre G. T. B. della Congregazione della Madre di Dio,Napoli 1778) fu prevalentemente lirica. I suoi numerosi sonetti d'intonazione sacra e morale, pur non distaccandosi dalla linea di certo petrarchismo manierato e accademico, raccolsero numerosi consensi, da Teobaldo Ceva (Scelta di sonetti,Torino 1735, pp. 290-292), al Maffei (Rime e Prose,Venezia 1719, p. 134), da Agostino Gobbi (Scelta di Sonetti e Canzoni de? più eccellenti rimatori d'ogni secolo,Bologna 1711, pp. 130-136), a Bartolomeo Lippi (Rime scelte di Poeti Illustri dei nostri tempi,I,Lucca 1709, pp. 66 ss.; II, ibid. 1719, pp. 393 ss.); i contemporanei ne ammiravano incondizionatamente "l'invenzione, la condotta, le frasi, le comparazioni, i pensieri, gli affetti" (C. A. Erra), nonché la particolare grazia nel "trattare poeticamente materie sacre parafrasando qualche passo delle divine Scritture" (Ceva). A questo aspetto della sua opera (oltre a qualche ritrovamento tecnico, come l'adozione dell'ode pindarica tripartita nell'Innoper la nascita del SantoBambino)silimita l'interesse storico del B., che insieme al Lemene, al Cotta e all'Adimari, fu tra i più fervidi sostenitori di quel tipo di lirica sacra che il Muratori si augurava di veder sorgere in Italia.
Minor interesse riservano le sue doti di eloquenza anche se l'Erra lo stimò "perfettissimo oratore" e il Sarteschi parlò di "variae orationes cultissimo stylo elaboratae". Delle molte orazioni che sembra aver pronunziato in vita, una sola fu pubblicata (nella menzionata raccolta del 1778), quella Nella coronazione del Serenissimo Bendinelli Negrone Doge di Genova. Alcune altre sono conservate manoscritte nella biblioteca del collegio della Madre di Dio a Genova.
Fonti e Bibl.: G. M. Crescimbeni, Istoria della volgar poesia,III,Roma 1698, p. 176; Id., Comentari all'Istoria della volgar poesia,II,Roma 1710, p. 369; III, ibid. 1711, p. 351; C. A. Erra, Memorie de' Religiosi per pietà, e dottrina insigni della Congregazione della Madre di Dio,II,Roma 1760, p. 132; F. Sarteschi, De Scriptoribus Congregationis Clericorum Regularium Matris Dei,Romae 1753, pp. 244 s.; G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia,Il,1,Brescia 1758, p. 20; A. Salza, La Lirica,Milano s. d., p. 135.