TRAPATTONI, Giovanni
Il tecnico più rappresentativo del calcio italiano del dopoguerra, il più emblematico, e non solo per il numero delle vittorie. Dopo essere stato prezioso centrocampista difensivo del Milan nel corso degli anni Sessanta giocò un'ultima stagione nel Varese. Esordì come allenatore nel Milan. La svolta della sua carriera giunse quando Boniperti lo volle sulla panchina della Juventus. Centrata subito nel 1976-77 l'accoppiata scudetto e Coppa UEFA, il 'Trap' ha guidato la Juventus per dieci anni, vincendo sei scudetti e, primo club a realizzare l'impresa, tutte e tre le Coppe europee. Fedele alla propria concretezza, ha anche saputo mettere insieme squadre di elevata spettacolarità quando ha avuto a disposizione campioni come Platini, Tardelli, Rossi, Boniek, Scirea, Bettega, Cabrini, Brady. Eccellente stratega, maniacale nella cura del particolare, abilissimo nel leggere la partita e nell'utilizzazione dei cambi, con la serenità e la capacità di sdrammatizzare ereditata da Rocco, si è dimostrato anche un eccellente motivatore. Ha lasciato la Juventus nel 1986 e, smentendo la malignità di chi diceva che era capace di vincere solo grazie alla presenza di Boniperti alle spalle, ha conquistato uno scudetto (1988-89) e una Coppa UEFA con l'Inter (1990-91). È tornato poi alla Juventus per un triennio, vincendo però solo una Coppa UEFA nel 1992-93. In Germania, dove il suo linguaggio colorito e spontaneo, unito a un tedesco imperfetto, gli ha procurato grande simpatia, ha portato il Bayern Monaco a vincere la Bundesliga (1996-97). Nominato commissario tecnico della nazionale italiana, in seguito alle clamorose dimissioni di Zoff pochi giorni dopo la sfortunata finale dell'Europeo 2000, ha ricreato un rapporto di simpatia dei tifosi verso la nazionale, non scalfito dall'eliminazione agli ottavi nei Mondiali 2002, condizionati da arbitraggi sfavorevoli.