Tritemio, Giovanni
Nome umanistico di Johannes von Heidenberg (Tritheim) (Trittenheim, Treviri 1462 - Würzburg 1516), ad Heidelberg allievo di C. Celtis e di Reuchlin; nel 1483 entrò nell'ordine dei benedettini, divenendo abate di Sponheim (Kreuznach) nel 1485, abate di San Giacomo a Würzburg fin dal 1506. Si occupò della riforma dei monasteri, scrisse cronache, compendi storico biografici, opere contro l'astrologia e l'alchimia, acquistando fama di mago.
Nel suo Liber de scriptoribus ecclesiasticis (Basilea 1494; altra ediz. a Colonia nel 1564, con aggiunta una Disputatio), in cui non parla solo di scrittori ecclesiastici, ma anche di altri autori utili alla comprensione delle sacre Scritture, fu il primo tedesco a dare notizie più esplicite sulla vita di D. e a comporre il primo elenco dei suoi scritti, ricordando accanto alla Commedia la Monarchia e le epistole.
L'elenco fu per lungo tempo il più completo nell'opera di un tedesco (ristampa in Le vite di D. scritte fino al secolo XVI, a c. di A. Solerti, Milano 1905). La fonte diretta del T. è il Supplementum Chronicarum (Venezia 1483) di Iacopo Filippo Foresti (Bergamo 1434-1520), la stessa fonte di cui si era servito lo Schedel. Il T. dimostra bensì di conoscere D. come poeta notevole, ma più che altro lo apprezza come filosofo ed erudito: " vir tam in divinis scriptis quam in saecularibus litteris omnium suo tempore studiosissimus: et valde eruditus: philosophus et poeta nulli sua aetate inferior ".
Bibl. - F.X. Wegele, in Allgemeine Deutsche Biographie, XXXVIII (1894) 626-630; J. Silbernagl, J. Trithemius, Landshut 1868, 1885²; E. Sulger-Gebing, in " Zeit. für vergleichende Literaturgeschichte " n.s., 8 (1895) 228-230; H. Grauert, D. in Deutschland, in " Historisch-politische Blätter " CXX (1897); ID., Neue Dante-Forschungen, in " Historisches Jahrbuch der Görres-Gesellschaft " XVIII (1897); W.P. Friederich, Dante's fame abroad, Roma 1950, 346.