Urbani, Giovanni
Restauratore e storico dell'arte, nato a Roma il 6 ottobre 1925, morto ivi l'8 giugno 1994. Dal 1941 allievo e poi collaboratore di C. Brandi presso l'Istituto centrale del restauro (ICR), nel 1947 conseguì anche la laurea in lettere con L. Venturi. Dedicatosi con impegno e competenza al restauro, diede prova di possedere singolari attitudini tecniche e notevoli capacità di giudizio in merito agli interventi da eseguire sulle opere. Nominato nel 1973 direttore dell'ICR (carica da cui si dimise, in polemica con gli orientamenti del Ministero per i Beni culturali, nel 1983), U. si impegnò soprattutto nell'elaborazione di un progetto finalizzato a potenziare l'Istituto, per farne un centro-guida, a livello nazionale, di ricerca per le politiche di tutela e di restauro e per la qualificazione professionale dei restauratori; di questo periodo, fondamentale è il volume sui Problemi di conservazione (1973), che raccoglie gli Atti della Commissione per lo sviluppo tecnologico della conservazione dei Beni culturali, insieme con alcuni suoi saggi.
U. ideò e organizzò anche il Piano-pilota per la conservazione programmata dei Beni culturali in Umbria (1975) e la mostra sulla Protezione del patrimonio monumentale dal rischio sismico (1983, Roma, ICR; una sezione in particolare fu dedicata al piano-pilota dell'Umbria): un progetto del tutto innovativo e immediatamente attuabile - comprensivo anche dell'analisi dei costi e dei benefici - nel quale venivano valutati, in considerazione della tipologia e del territorio, i rischi sismici, gli elementi climatici, i fattori sociologici e i movimenti di popolazione. Il piano, tardivamente riconosciuto come fondamentale per la pianificazione su scala nazionale della tutela e della manutenzione dei Beni culturali, ha trovato collocazione integrale nella Carta del rischio, pubblicata dall'ICR nel 1997.
Tra i suoi interventi come restauratore si ricordano quelli sull'Efebo di Selinunte, sugli affreschi danneggiati dal terremoto del Friuli, sul patrimonio archeologico di Roma e su complessi monumentali in Grecia, in India, in Colombia e in Perù. U. si occupò anche di arte contemporanea, curando, tra l'altro, la mostra sulla pittura pop statunitense del primo Festival dei Due Mondi di Spoleto (1958). Autore di diversi saggi (Beato Angelico, 1957), nel 1991 fondò la rivista Materiali e strutture, per la divulgazione di interventi e di esemplari problematiche afferenti al restauro.