VACCA, Giovanni
VACCA (Baccaro, Baccan, Bacca, Pacca, Varra), Giovanni. – Originario di Amalfi, di nobili origini (Manzi, 1984, p. 95), nacque probabilmente intorno alla metà del Duecento.
Fu consigliere e familiare del re Carlo I d’Angiò (Camera, 1876, p. 639). Le fonti non consentono di tratteggiarne adeguatamente una biografia, tuttavia attestano che la sua figura si legò alla facoltà di diritto dello Studio di Napoli (Cortese, 2005, p. 640), rifondato nel 1266 da Carlo d’Angiò, dove insegnò ius civile dal 1271 al 1276 ricevendo uno stipendio di 30 once (Registri della Cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, IV-XIII, 1952-1959; Origlia, 1753-1754; Monti, 1924, pp. 78-80).
Lesse il Digestum Vetus (Dolezalek, Manuscripta iuridica; D’Amelio, 1972, pp. 95 nota 48, 155), come risulta da additiones (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut.6 sin.3, c. 95rv; Parigi, Bibliothèque nationale de France, Lat. 4461) e da questiones e glosse siglate (Biblioteca apostolica Vaticana, Arch.Cap.S.PietroA.31), segnalate e parzialmente edite da Giuliana D’Amelio (1980, pp. 15 s. e note 32-33, pp. 34 s.). Anche intorno al Codice svolse attività didattica e scientifica, che è attestata da glosse siglate (Archivio di Stato di Roma, 999), due delle quali pubblicate da Eduard Maurits Meijers (1924), ed è richiamata sia da Dino del Mugello in proprie glosse (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 1428, c. 171v: In lege, Licet antiquis C.6.21.18; Hac consultissima C.6.22.8) sia dal collega Francesco da Telese nelle additiones ai Singularia di Bartolomeo da Capua (LXII, LXXI).
Alcune additiones di Vacca alla glossa accursiana al Codice ricorrono nei margini di un manoscritto (Milano, Biblioteca Ambrosiana, E.29 inf.; Martino, 1987, pp. 29 s.), di formazione e uso meridionale, che presenta una versione abbreviata della Glossa e recupera una linea interpretativa diversa, rappresentata da giuristi quali Ugolino, Iacopo Baldovini, Benedetto d’Isernia e Odofredo, facendosi testimone di un insegnamento nello Studio di Napoli che non si teneva secondo lo schema bolognese della Glossa (Cortese, 1982, p. 273).
Egli rivolse l’attenzione anche allo ius proprium del Regnum Siciliae (Capasso, 1869, pp. 94 s.; D’Amelio, 1972, pp. 95 nota 48, 155).
Restano IX Singularia aggiunti alla Glossa aurea delle Costituzioni federiciane, editi insieme a quelli di Bartolomeo da Capua (Singularia, 1578, II, c. 187), e una glossa in materia processuale alle Costituzioni federiciane (Const. Legitime, tit. de processu iudicii, II, 24; D’Amelio, 1980, p. 15 nota 29). Compose inoltre alcune additiones e apostillae alle stesse Costituzioni, come si apprende da Tommaso Grammatico (1562, c. 1).
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Arch.Cap.S.Pietro.A.31; Vat. lat. 1428; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut.6 sin.3; Milano, Biblioteca Ambrosiana, E.29 inf.; Parigi, Bibliothèque nationale de France, Lat. 4461; Archivio di Stato di Roma, 999; Tommaso Grammatico, In constitutionibus, capitulis et pragmaticis Regni Neap. et ritibus magnae curiae vicariae additiones et apostillae, Venetiis 1562; Singularia doctorum hac postrema editione emendata et aucta, analyticisque additionibus..., Venetiis 1578; Registri della Cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, IV (1266-1270), Napoli 1952, doc. 575, p. 88, V (1266-1272), 1953, doc. 180, p. 248, VII (1269-1272), 1955, doc. 17 p. 190, VIII (1271-1272), 1957, doc. 186, p. 137, X (1272-1273), 1957, doc. 43, p. 274, XIII (1275-1277), 1959, doc. 8, p. 3; G.R. Dolezalek, Manuscripta iuridica, http:// manuscripts.rg.mpg.de (17 febbraio 2020).
G. Origlia, Istoria dello Studio di Napoli, I-II, Napoli 1753-1754, pp. 141 s.; B. Capasso, Sulla storia esterna delle costituzioni del Regno di Sicilia promulgate da Federico II, Napoli 1869 (anche in Atti dell’Accademia Pontaniana, IX, Napoli 1871, pp. 379-495); M. Camera, Memorie storico-diplomatiche dell’antica città e ducato di Amalfi cronologicamente ordinate e continuate sino al secolo XVIII, I, Salerno 1876, pp. 94 s., 639; E.M. Meijers, Iuris interpretes saec. XIII, Neapoli 1924, pp. XXXIV, 255, 257; G.M. Monti, L’età angioina, in Storia della Università di Napoli, Napoli 1924, pp. 17-102; G. D’Amelio, Indagini sulla transazione nella dottrina intermedia, Milano 1972, ad ind.; Ead., ‘Quaestiones’ di giuristi napoletani in due manoscritti vaticani del Digestum vetus e del Codex, in Studi sulle ‘quaestiones’ civilistiche disputate nelle Università medievali, Catania 1980, pp. 9-56; E. Cortese, Legisti, canonisti e feudisti: la formazione di un ceto medievale, in Università e società nei secoli XII-XVI, Pistoia 1982, pp. 195-281; S. Manzi, Amalfitani funzionari del Regno di Napoli dal periodo normanno alla fine del XIII secolo, in Rassegna del centro di cultura e storia amalfitana, VII (1984), pp. 87-114; F. Martino, Testimonianze sull’insegnamento del diritto a Napoli nel secoli XIII-XIV. Il manoscritto ambrosiano E. 29. inf., in Scuole di diritto e società nel Mezzogiorno medievale d’Italia, II, Catania 1987, pp. 27-38; E. Cortese, Scienza giuridica, Regno di Sicilia: l’età di Federico II, in Federico II. Enciclopedia fridericiana, II, Roma 2005, pp. 638-644.