Pietro di Giuliano (port. Pedro Julião: Lisbona 1220 circa - Viterbo 1277). Scienziato, archiatra di Gregorio X, filosofo di fama, noto col nome di Pietro Ispano, tanto che Dante (Par. XII, 134-35) lo pone tra i grandi teologi, fu creato cardinale nel 1273 ed eletto a succedere ad Adriano V nel 1276. Uomo essenzialmente di cultura, fu strumento della politica del card. G. G. Orsini (poi Niccolò III). Tuttavia tentò di pacificare Rodolfo d'Asburgo e Carlo d'Angiò per la quiete d'Italia, e Alfonso X di Castiglia e Filippo III di Francia, per poter organizzare una crociata contro i Saraceni, sollecitata (1276) anche da una legazione tatara; così tentò di rendere operante l'unione, sancita dal Concilio di Lione, tra la Chiesa greca e la romana. Perseguitò gli averroisti, dopo la condanna lanciata contro di loro da Étienne Tempier, vescovo di Parigi. Morì travolto dal crollo di una stanza del Palazzo Papale di Viterbo. Come uomo di cultura, Pietro Ispano è noto per i suoi scritti di medicina (tra cui il trattato De oculo e il diffusissimo Thesaurus pauperum, che indicava le cure per ogni sorta di malattia), che continuava la tradizione della medicina greco-araba trapiantata in Occidente da Costantino Africano, e per un compendio di logica formale, le Summulae logicales, che nelle prime sei parti esponeva i principî essenziali della logica aristotelica (logica vetus e nova) e nella settima riassumeva i contributi apportati dalla logica modernorum, trattando dei termini logico-grammaticali. Le Summulae ebbero larga diffusione e numerosi commenti.