Giovanni XXIII
Il papa del grande rinnovamento della Chiesa
Angelo Giuseppe Roncalli, dopo essere stato ambasciatore della Chiesa cattolica in Bulgaria, Turchia e Francia, e patriarca di Venezia, nel 1958 fu eletto papa con il nome di Giovanni XXIII. Dopo pochi mesi annunciò la convocazione di un concilio ecumenico, che avviò la riforma della Chiesa cattolica e il dialogo con le altre Chiese. Seppe avvicinare con cordialità tutti gli uomini, credenti e non, e per questo fu soprannominato il Papa buono
Nato nel 1881 a Sotto il Monte, presso Bergamo, da una famiglia contadina, Angelo Roncalli fu ordinato sacerdote nel 1904 e pochi mesi più tardi divenne segretario del vescovo di Bergamo, Giacomo Radini Tedeschi, fortemente impegnato sul piano sociale. Studioso di storia della Chiesa, fu nominato vescovo e nel 1925 fu inviato a rappresentare la Chiesa cattolica in Bulgaria, ove stabilì rapporti cordiali con gli esponenti della Chiesa ortodossa. Dieci anni più tardi fu inviato in Turchia, dove aiutò numerosi ebrei a salvarsi dalle persecuzioni.
Nel 1944 divenne nunzio papale a Parigi, presso il governo francese, e nel 1953 fu nominato cardinale e patriarca di Venezia. Divenuto papa il 28 ottobre 1958, introdusse uno stile diretto e cordiale nei rapporti con i fedeli e con l'intera società.
Superando lo stile più appartato e distante dei predecessori, Giovanni XXIII nel corso del suo pontificato uscì più volte dal Vaticano per visitare le parrocchie di Roma, ed entrò negli ospedali e nelle carceri per incontrare i malati e i detenuti: in questo modo il papa non veniva più percepito come il rappresentante di un Dio lontano e inaccessibile, che incuteva timore, ma come un uomo di Dio capace di incontrare le sofferenze degli altri uomini per testimoniare l'amore di Gesù Cristo. Giovanni XXIII fu anche il primo papa a viaggiare in treno, per raggiungere il santuario di Loreto. Nel 1962, dopo aver aperto i lavori del Concilio Vaticano II, contribuì al superamento della crisi di Cuba, che aveva portato gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sull'orlo di una guerra nucleare. Ormai malato, gli fu assegnato il premio Balzan per la pace poco prima della morte (che avvenne il 3 giugno 1963). Nel 2000 è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II.
Il 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII annunciò la sua intenzione di convocare un concilio ecumenico (universale) per aggiornare il messaggio cristiano ‒ ossia per tradurlo in un linguaggio più vicino all'uomo contemporaneo, senza cambiarne i contenuti essenziali ‒ e per cercare insieme ai vescovi di tutto il mondo le risposte più adatte agli interrogativi e ai problemi dell'uomo di oggi. Nel discorso pronunciato all'inaugurazione del Concilio Vaticano II (ottobre 1962), egli dichiarò di non condividere il pessimismo di quegli uomini di Chiesa che rimpiangevano i tempi passati e giudicavano in modo negativo la cultura moderna, in quanto pensava che la Chiesa dovesse rivolgersi al mondo usando la "medicina della misericordia" e il dialogo invece della severità. Al Concilio furono invitati, come osservatori, anche ortodossi e protestanti; papa Giovanni eliminò dalla liturgia espressioni offensive nei confronti degli ebrei (come quella di "perfidi giudei") e incaricò il cardinale Bea di sviluppare relazioni più cordiali con le altre comunità religiose.
Giovanni XXIII promosse la formazione di un clero locale nei paesi del Terzo Mondo, molti dei quali stavano raggiungendo proprio in quegli anni l'indipendenza politica, e nominò il primo cardinale di colore. Scrisse due importanti encicliche: la Mater et magistra ("Madre e maestra", 1961), sui problemi del lavoro, e la Pacem in terris ("Pace in terra", 1963), che ‒ indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà ‒ condannava l'uso delle armi nucleari e, più in generale, ogni guerra.
Nei suoi discorsi e nel Giornale dell'anima (il suo diario spirituale, pubblicato nel 1964), papa Giovanni ha manifestato l'intenzione di abbattere le barriere, di cercare soprattutto ciò che unisce e non ciò che divide gli uomini, e di voler essere non un uomo di potere ma un pastore di anime, attento alle persone in quanto creature di Dio, al di là delle loro differenze politiche o religiose, per "servire l'uomo in quanto tale e non solo i cattolici", poiché il Vangelo è destinato a tutti gli uomini.