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GIOVANNI

di Luigi Andrea Berto - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)
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GIOVANNI

Luigi Andrea Berto

Secondo duca di Gaeta di questo nome, figlio del duca Docibile (II) e di Orania, che probabilmente apparteneva alla famiglia ducale di Napoli. Suo nonno Giovanni (I), poco prima di morire, lo associò al governo di Gaeta, come risulta da un documento del maggio 933, in cui Docibile (II) e G. sono menzionati insieme con Giovanni (I) - che compare qui per l'ultima volta -, mentre in un altro documento del 934 sono citati solamente Docibile (II) e lo stesso Giovanni (II).

Durante il periodo di coreggenza avvennero importanti cambiamenti, poiché Docibile (II) e G., a differenza dei loro predecessori Docibile (I) e Giovanni (I), i quali avevano rispettivamente ricoperto le cariche auliche bizantine di ipato e di patrizio, assunsero il titolo di duca di Gaeta, che poi rimase definitivamente ai loro successori. La volontà di sottolineare l'autonomia dell'articolazione territoriale della quale erano a capo è posta in evidenza anche dalla sparizione, nella datazione degli atti ufficiali, dei nomi degli imperatori bizantini, cambiamento forse conseguente anche alla rottura dei rapporti con Costantinopoli.

G. governò insieme con il padre per oltre vent'anni e alla morte di quest'ultimo, avvenuta tra il 954 e il 957, gli succedette senza alcun problema. Il suo governo fu però di breve durata, poiché nel 963 suo fratello Gregorio è menzionato come duca di Gaeta. Non si sa cosa accadde, ma probabilmente tale sostituzione fu dovuta alla morte di Giovanni (II).

Diversamente da quanto era avvenuto con i suoi predecessori, G. non nominò alcun coreggente, forse perché non aveva figli; era però sposato: infatti uno dei documenti riguardanti il suo periodo di governo è una donazione al monastero dei Ss. Teodoro e Martino per la redenzione della defunta moglie Teodonanda.

Preziose informazioni provengono anche da un altro documento, in cui G. cede al fratello Leone la chiesa di S. Erasmo a Formia, con tutti i beni pertinenti a essa, senza che venga fatta menzione del permesso del vescovo. Questo provvedimento evidenzia che G. seguì la politica di gestione dei beni ecclesiastici attuata da suo nonno Giovanni e soprattutto da suo padre Docibile (II). Per esempio, nel 934, senza citare alcuna autorità ecclesiastica, Docibile (II) e il figlio coreggente G. avevano concesso la stessa chiesa di S. Erasmo alla vedova Bona e al figlio di lei Leone, ricevendo in cambio 25 libbre d'argento destinate a lavori per le mura e il porto di Gaeta.

Un documento del 957 ci rivela l'esistenza di liti tra i membri della numerosa famiglia dei Docibili. G. fu infatti chiamato a dirimere una contesa tra i figli naturali di Giovanni (I), i quali sostenevano che un casale era stato donato loro dal padre, e il nipote di Giovanni (I), Campolo, il quale affermava che era stato lasciato alla madre Matrona. La controversia fu risolta in maniera salomonica con la divisione in parti uguali della proprietà contesa.

Oltre al già ricordato Gregorio, G. ebbe altri due fratelli, Leone e Marino, che era duca di Fondi e che divenne duca di Gaeta dopo la scomparsa di Gregorio, e cinque sorelle, Maria, che sposò un principe di Capua-Benevento, Anna, Gemma, Drosu e Megalu.

G. aveva ricevuto in eredità dal padre un palazzo, che, per opera sua, diventò la residenza ufficiale dei duchi dei Gaeta, trasformandosi quindi nel simbolo della continuità del potere della famiglia dei Docibili.

Fonti e Bibl.: Codex diplomaticus Caietanus, I, Montecassino 1887, nn. 35-37, 39, 41 s., 44, 47 s., 52, 54 s., 59; M. Merores, Gaeta im frühen Mittelalter (8.-12. Jahrh.), Gotha 1911, pp. 25, 67, 72; C.G. Mor, L'età feudale, Milano 1952, I, p. 273; II, p. 157; J.-F. Guiraud, Le réseau de peuplement dans le Duché de Gaète du Xe au XIIIe siècle, in Mélanges de l'École Française de Rome. Moyen Âge - Temps Modernes, XCIV (1982), p. 491; P. Delogu, Il Ducato di Gaeta dal IX all'XI secolo. Istituzioni e società, in Storia del Mezzogiorno, II, 1, Il Medioevo, Napoli 1988, pp. 200 s., 204 s.; U. Schwarz, Docibile, in Diz. biogr. degli Italiani, XL, Roma 1991, pp. 346-348; P. Skinner, Noble families in the Duchy of Gaeta in the tenth century, in Papers of the British School of Rome, LX (1992), pp. 369, 371; Id., Family power in Southern Italy. The Duchy of Gaeta and its neighbours, 850-1139, Cambridge 1995, pp. 68, 88 s., 93, 114, 120, 122, 140, 150, 166.

Vedi anche
duca Titolo nobiliare che, nella gerarchia araldica, segue quello di principe. In età tardoromana il termine (lat. dux) individuava il detentore del potere militare in una o due province, ma dal Medioevo in poi passò a indicare colui che deteneva poteri militari e civili, con titolo e carica ereditari, in ... Bisanzio (gr. Βυζάντιον) Colonia greca all’imboccatura del Mar Nero, ribattezzata Costantinopoli da Costantino e chiamata infine Istanbul (➔). Chiesa cattolica Si definisce cattolica, cioè "universale", la Chiesa cristiana di Roma, a partire all'incirca dal tempo dell'Editto di Costantino (313), che stabilì che il cristianesimo era religione lecita nell'Impero romano. Dopo la riforma protestante, l'attributo di cattolica serve soprattutto a distinguere la Chiesa ... Eugen principe di Württemberg Württemberg ‹vü´rtëmberk›, Eugen principe di. - Figlio (Öls 1788 - Karlsruhe, Slesia, 1857) del duca Eugenio; imparentato con lo zar Paolo I, che ne aveva sposato la zia Sofia Dorotea, fu nominato generale dell'esercito russo. Combatté contro Napoleone a Smolensk, a Borodino, a Lipsia e nella campagna ...
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premierista s. m. e f. e agg. Chi o che è favorevole a un ruolo centrale del premier, del capo del governo. ◆ [Il premierato] Dovrebbe essere, si diceva, il sistema inglese. Ma i nostri «premieristi» ci raccontano di un sistema inglese...
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