gioventute
Si registra una sola volta nella poesia della Vita Nuova, e con una discreta frequenza nella prosa del Convivio, specialmente nel IV trattato.
Come ‛ giovinezza ' (v.), di uso più raro, il termine indica una delle quattro età in cui D. divide la vita umana: Cv IV XXIV 1 La prima [età] si chiama Adolescenzia, cioè ‛ accrescimento di vita '; la seconda si chiama Gioventute, cioè ‛ etade che puote giovare ', cioè perfezione dare, e così s'intende perfetta... la terza si chiama Senettute; la quarta si chiama Senio. La sua durata è fissata dall'autore in venti anni, dal venticinquesimo al quarantacinquesimo: XXIV 4 la gioventute nel quarantacinquesimo anno si compie (altre due volte). La g., come le altre età della vita, è paragonata a una delle stagioni dell'anno, cioè all'estate, in quanto s'appropria al caldo e al secco (XXIII 13). Com'è detto anche nella definizione etimologica (XXIV 1), in questa età l'anima nobile raggiunge la sua perfezione: XXVI 3 questa [cioè la perfezione] ne la nostra gioventute si dee avere, che è colmo de la nostra vita; XXVII 3 a la gioventute è data la perfezione; XXVII 4. Al fine di raggiungere tale perfezione, alla g. sono necessarie le virtù della temperanza, fortezza, cortesia, amore e lealtà: XXVI 2, 9 e 13, XXVII 1.
Il termine compare ancora in Vn VIII 10 15 in gaia gioventute (in rima con vertute), e in Cv I I 17, IV XXIII 4, XXV 1, XXVIII 14 (due volte) e 16. V. anche gioventudine.