BALBANO, Girolamo
Nato a Lucca, probabilmente poco prima la metà del sec. XV, avrebbe appartenuto all'Ordine dei minori (ma a questo proposito è probabile una confusione fra lui e Bernardino "de Balbano"); certo è che a Roma ebbe uffici di rilievo nella Curia pontificia. Nel 1475 è ricordato per la prima volta come "scriptor poenitentiariae", ma la sua carriera ebbe pieno sviluppo soltanto sotto Innocenzo VIII, che il 14 nov. 1485 lo nominò suo segretario privato, dandogli così modo di partecipare direttamente ad importanti avvenimenti politici. Risulta infatti che fu presente l'11 ag. 1486 alla stipulazione del trattato di pace fra il papa, il re di Napoli, Firenze e Milano, trattato che concluse la guerra iniziata l'anno precedente con la rivolta dei baroni napoletani contro Ferrante. Il 14 sett. 1487 sottoscrisse un breve pontificio diretto ai regnanti di Spagna e il 9 marzo 1489 l'atto di nomina a cardinale di Giovanni de' Medici (poi Leone X). "Domesticus et intimus secretarius" di Innocenzo VIII (cfr. Paschini, p. 174), il B. ebbe modo di entrare in rapporto di-retto anche con alcuni nunzi pontifici: ci resta, ad esempio, una lettera a lui diretta da G. Gherardi nunzio a Milano, in cui vengono fornite interessanti notizie sull'atteggiamento di Ludovico il Moro riguardo alla politica di Roma (20-21 febbr. 1488).
Il 18 apr. 1491 il B. fu creato vescovo di Perugia, ma continuò a rimanere prevalentemente a Roma per adempiere agli uffici di Curia. E a Roma morì, poco più di un anno appresso, il 28 dic. 1492; fu sepolto in S. Maria del Popolo.
A lui il Wadding assegna dieci discorsi in lingua volgare e un Tractatus de oratione, che sembra però debbano essere attribuiti al già ricordato Bernardino "de Balbano". Pare invece che al B. debbano essere riconosciuti non superficiali interessi umanistici volti in particolare allo studio della letteratura greca: i più antichi registri di prestito della Biblioteca Vaticana lo mostrano infatti tra il 1477 e il 1488 assiduo lettore di Omero, Demostene, Tucidide, Sofocle, Teocrito, Esiodo, Diodoro Siculo, Aristotele, Plutarco e di altri; questa prolungata consuetudine di studio fu certamente favorita anche dal fatto che in quel periodo custode della Vaticana era il lucchese Demetrio Guazzelli; d'altra parte, di qui hanno origine i suoi rapporti col Poliziano. Fu proprio il B. a vergare la lettera che Innocenzo VIII inviò al grande umanista il 16 ag. 1487 in ringraziamento della dedica della traduzione latina di Erodiano da lui eseguita.
Fonti e Bibl.: Dispacci e lettere di Giacomo Gherardi,a cura di E. Carusi, Roma 1909, pp. CXIX, CLX, 78-80; I. Burckardi Liber Notarum,in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXXII, 1, vol. I, a cura di E. Celani, pp. 160, 167, 168, 186, 294, 333, 339, 391; I due primi registri di prestito della Biblioteca Apostolica Vaticana,a cura di M. Bertola, Città del Vaticano 1942, pp. 8, 17, 21, 25, 31-35, 74; L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum,Romae 1906, p. 116, Supplementum, [J. H. Sbaralea], pars I, Romae 19o8, p. 362; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II,Monasterii 1914, p. 214; P. Guidi, Pietro Demetrio Guazzelli da Lucca,in Miscellanea F. Ehrle,V, Roma 1924, p. 194; P. Paschini, Fra curiali e umanisti alla fine del Quattrocento,in Atti d. Accad. d. Arcadi,IX-X (1932), pp. 173-184; Mostra del Poliziano nella Biblioteca Medicea Laurenziana,Firenze 1955, p. 90.