BARBARICO, Girolamo
Nacque a Venezia nel 1723 da Federigo della famiglia senatoria detta di S. Polo. Nel 1737 vestì l'abito dei chierici regolari somaschi e, dopo avere insegnato privatamente nel proprio monastero di Venezia filosofia e teologia e avere pubblicato nel 1764 una imitazione delle Nozze di Teti e Peleo di Catullo, nel 1765 il magistrato de' Riformatori lo nominò professore alla cattedra di fisica dell'università di Padova; nel 1780 fu eletto membro dell'accademia di Padova, nella classe di filosofia razionale.
Il B. morì d'idropisia a Padova il 28 dicembre 1782.
Il B., che ebbe fama di buon insegnante, si propose non tanto la ricerca originale, per la quale rettamente credeva di non avere le doti d'ingegno e di preparazione necessarie, quanto la divulgazione scientifica, lusingandosi, come egli stesso scrisse, "di rendersi utile alla società col pubblicare quelle stesse teorie o que, medesimi esperimenti sotto un aspetto più facile, ed in modo onde ad ognuno più intelligibili divenissero* (Saggi fisici, Padova 1779, pp. XV S.). Scrisse pertanto trattati d'uso scolastico, dai quali di proposito, nella speranza di renderli più intelligibili e più graditi, escluse il ricorso alla matematica, isprando il proprio linguaggio e i propri ragionamenti alla metafisica. Compilò anche saggi fisici, che sono esposizioni accurate, talvolta accompagnate a qualche nota critica, sulle teorie del "calorico" e delle "arie", cioè dei vari gas che fisici e chimici del tempo andavano scoprendo. In particolare il suo Saggio sperimentale sull'aria, uno dei quattro Saggi fisici citati, è un'esposizione ordinata, apprezzata ai suoi tempi, dei tre volumi di joseph Priestley, Experiments and observations on different kinds of air (London 1774-77). Utilizzò risultati sperimentali altrui per un lavoro teorico sull'aria, di valore molto modesto, nel quale concludeva che "l'aria... è una combinazione o frammischiamento di particine" sottilissime terree elementari e di etere o fuoco purissimi (Saggio teorico sull'aria, p. 17, in Saggi fisici).
Negli ultimi anni di vita attese con diligenza alla pubblicazione di tutte le opere di G. Stellini, suo confratello e collega nell'università di Padova (Iacobi Stellini e Congregatione Somaschensi in Gymnasio Patavino olim Professoris Opera omnia,Patavii 1778-79, 4 v 011).
Scrisse ancora: Physicae generalis elementa, Venetiis 1772; Physicae particularis elementa, Venetiis 1773; Riflessioni del P.D.G.B. intorno alla natura dell'aria, in Scelta di opuscoli interessanti tradotti la maggior parte da varie lingue, Torino 1777, pp. 76-83.
Bibl.: Novelle letterarie, Firenze 1780, p. 581; M. Cesarotti, P. G. B., in Saggi scientifici e letterari dell'Accademia di Padova, II (1789), pp. XXII-XXIV; G.A. Moschini, Della letteratura veneziana dei secolo XVIII fino a, nostri giorni, II, Venezia 1806, p. 274; A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, Il,Venezia 1832, pp. 68 s.; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwdrterbuch, I, col. 98.