Poeta (Firenze 1453 - ivi 1542), fratello di Antonio e Domenico. Fu dapprima della brigata medicea, tenzonò con Lorenzo, scrisse egloghe per la morte di Giuliano (ed. 1482) e sonetti per quella di Simonetta, amata da Giuliano. Seguace del Ficino, compose un poemetto allegorico latinizzante intitolato Amore ed espose la teoria dell'amor divino del maestro in una Canzona de amore, cui G. Pico della Mirandola appose un ampio commento. Divenuto fervente seguace del Savonarola, ripudiò il passato, volse a significato religioso le sue poesie d'amore platonico petrarchesche (Commento di H. B. sopra a più sue canzone et sonetti dello Amore e della Bellezza divina, 1500), e scrisse laudi e canzoni di viva ispirazione religiosa e ascetica; ma continuò anche gli studî letterarî, in particolare della Commedia di Dante, e curò una raccolta dei suoi scritti ritenuti degni di essere ancora pubblicati (Opere, 1519).