CAMPAGNOLA, Girolamo
Figlio di Francesco, nacque tra il 1433 e il 1435, verosimilmente a Padova. Notaio, umanista, erudito, scrittore d'arte e artista dilettante, fu forse il primo maestro del figlio Giulio. È documentata la sua presenza a Rovereto, in qualità di notaio, il 5 marzo 1467 e nell'aprile 1468 (Cestaro). L'11 nov. 1507, a Padova, vengono dichiarati emancipati i figli "D. Hieronymi Campagnolae q. ser Franciscii civis et notarii Patavini": Camillo, Giulio, Aurelio-Celso e Tiberia, abitanti in contrada "Domus dei" (ibid.). Il Morelli (1800) cita "due opuscoli latini a penna" che ritiene del C., e cioè una lettera indirizzata a Cassandra Fedele, datata Venezia 1514, e un "panegirico per la morte di Bartolomeo d'Alviano", che era stato scritto a Venezia nel 1515.
Il C. morì nel 1522.
Le fonti più antiche (Bosso, Sasso, Michiel, Scardeone), come anche Cassandra Fedele (C. Cavazzana, Cassandra Fedele erudita venez. del Rinascimento, in Ateneo veneto, XXIX[1906], 2, p. 275), lo ricordano solo come letterato e poeta; e così pure, in seguito, il Tomasini e il Quadrio. Non è accertato se egli sia stato anche pittore, come è stato supposto da alcuni studiosi, a cominciare dal Vasari; il Morelli (1800) non è stato in grado di riconoscere nessun suo dipinto, e d'altra parte lo Zani e il Kristeller (in Thieme-Becker) negano che il C. abbia mai svolto tale attività. L'unica cosa certa è che il C. notaio è da identificare con l'omonimo scrittore d'arte che secondo il Vasari (III, pp. 385, 634) scrisse a Padova, a N. Leonico Tomeo, una lettera in latino, oggi perduta, ma a quei tempi assai famosa, nella quale dava notizie su pittori padovani contemporanei (questa lettera, oltre che dal Vasari, è stata utilizzata come fonte dal Michiel). Assai problematici restano altri tentativi di identificare il C. con artisti del suo tempo.
Per il Vasari (III, p. 639) è senz'altro "il Girolamo Campagnuola pittore padovano scolaro dello Squarcione". Un'altra questione aperta è, a sua volta, se quest'ultimo sia lo stesso pittore che ha firmato "Op[u]s Campagnola pa. 1474" una delle due lunette con busti di vescovi che sono citate da J. A. Crowe-G. B. Cavalcaselle (A History of Painting in North Italy, London 1912, II, p. 2). Pietrucci e Cestaro raccolgono un'altra notizia del Vasari (III, p. 225)riguardante il miniaturista Girolamo Padovano, imitatore di Bartolomeo della Gatta, il quale avrebbe miniato alcuni corali per S. Maria Nuova a Firenze, e lo identificano con il C. (mentre secondo von Hadeln si tratta di Girolamo da Cremona). Per il Milanesi sia il miniatore sia lo scolaro dello Squarcione sia il C. sono la stessa persona, benché il Vasari parlasse senza dubbio invece di due artisti diversi. Il Renda ritiene che il C. sia da identificare con lo scolaro dello Squarcione e con lo "Hieronymo pictori" lodato da Antonio Tebaldeo; mentre il Cestaro unifica quest'ultimo con il miniatore e con il Campagnola. Fiocco e Kunert avanzano l'ipotesi che il C. possa essere il monogrammista "IICA" (Iulio [e] Ieronimo Campagnola). Egli viene inoltre confuso con lo scultore Girolamo Campagna e con il frescante Girolamo dal Santo, o addirittura con il figlio Giulio (Kallab).
Benché nutrisse un vivo interesse per l'arte e avesse rapporti di amicizia con artisti contemporanei, non è detto che il C. debba avere egli stesso esercitato la pittura: forse, come ha supposto Fiocco, fu, solo occasionalmente, attivo come dilettante. Non è peraltro da escludere che possa essere stato lui l'autore di miniature nello stile del Mantegna nei codici pubblicati da Cestaro e da Kunert (Epistolario e Evangeliario, dedicati nel 1509 da B. Sanvito alla collegiata di S. Giustina in Monselice) e nel manoscritto B. P. 1417 III nel Museo civico di Padova, del 1504, già citato come opera del C. dal Pietrucci, quando il manoscritto era in possesso della famiglia Lazzara.
Fonti e Bibl.: M. Bosso, Familiares et secundae epistolae, Mantuae 1498, nn. 75-76, 86, 89, 99, 111, 142, 149, 211; P. Sasso, Epigrammatum..., Brixiae 1499, libri I, IV; [M. A. Michiel], Notizia d'opere di disegno nella prima metà del sec. XVI…, a cura di J. Morelli, Bassano 1900, pp. 6, 101 s.; B. Scardeonii De antiquitate urbis Patavii, Basileae 1560, pp. 244, 373; G. Vasari, Le Vite…, a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, pp. 225, 385, 634, 639; G. F. Tomasini, Epistolae…, Patavii 1636, nn. IV, XLIV, LII; C. Ridolfi, Le Maraviglie dell'arte (1648), a cura di D. von Hadeln, I, Berlin 1914, p. 91; F. S. Quadrio, Dell'istoria e ragione di ogni poesia, VII, Milano 1752, p. 102; P. Zani, Materiali per servire alla storia dell'origine e de' progressi dell'incisione..., Parma 1802, p. 118; G. A. Moschini, Guida per la città di Padova..., Venezia 1817, pp. XI s., nota 1; P. Zani, Encicl. metodica ... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, pp. 318 ss.; N. Pietrucci, Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, p. 62; S. de Kunert, Qualche doc. e notizia su G. C., Padova 1905; U. Renda, G. C. e A. Tebaldeo, in Mem. della R. Acc. di scienze, lett. ed arti in Modena, s. 3, VIII (1907), App., pp. 3 ss.; B. Cestaro, Due nuovi docc. su G. C. e un codicetto miniato e scritto da lui, in Boll. del Museo civico di Padova, XI (1908), pp. 1-8; W. Kallab, Vasaristudien, Wien 1908, pp. 347 ss.; G. Fiocco, La giovinezza di Giulio Campagnola, in L'Arte, XVIII (1915), pp. 138 ss.; S. de Kunert, Due codici miniati da G. C.?, in Rivista d'arte, XII (1930), pp. 51-80; B. Disertori, La "Natività" del Maestro IICA, in La Bibliofilia, XXXIII (1931), pp. 137 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 451 (ad vocem Giulio Campagnola); Enc. Ital., VIII, pp. 563 s. (ad vocem Giulio Campagnola).