CASIO, Girolamo
Appartenne a una famiglia Pandolfi, ma egli preferì essere chiamato "da Casio", con una specie di gentilizio, tratto dal nome della terra (Casio, nell'Appennino bolognese), dove ebbe i natali nel 1464. Da modeste origini campagnole salì a grande fortuna, facendo il mercante e il giocoliere. Ciarlatano astutissimo, fu onorato da Leone X e da Clemente VII. Intinto di lettere, ma di pessimo gusto, spinse i proprî viaggi fino in Terrasanta, ove fu anche prigioniero dei Turchi. Nonostante il breve di Leone X che lo nominava dei senatori bolognesi (1513), questi non lo lasciarono sedere nel loro consesso; tuttavia fu due volte fra gli anziani del comune e la sua vanità fu appagata dalla nomina a riformatore dello Statuto (1528). Fu caro anche ai Gonzaga, cui rese preziosi servigi artistico-commerciali.
Morì nel 1533. Scrisse innumerevoli sonetti, capitoli e canzoni, raccolti, sotto varî titoli, nel Libro intitolato Cronica (1529 circa); un libro intitolato Bellona, nel quale si tratta di giostre, di lettere e d'amore; Le vite dei Santi in sonetti, ecc. Come verseggiatore è dei peggiori, ma le sue rime hanno notevole importanza per la storia dell'arte e del costume.
Bibl.: G. Geremia, Sulla vita e sulle opere di G. C., Palermo 1902; F. Cavicchi, G. da C., in Giorn. stor. d. lett. ital., LXVI (1915), pp. 1-51, 356-405.