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GIROLAMO da Narni

di Dario Busolini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)
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GIROLAMO da Narni

Dario Busolini

Nacque a Narni, presso Terni, nel 1560, terzogenito di Pietro Mautini, auditore del cardinale P.D. Cesi, e di Antea Alberti. Fu battezzato con il nome di Ottavio.

Entrato, secondo la tradizione contro il volere della famiglia, nel noviziato cappuccino di Amelia nel 1578, l'anno successivo prese i voti. Dimostrò presto qualità di eloquenza che gli valsero le cariche di lettore, definitore e, nel 1601, provinciale. In seguito al successo della quaresima da lui predicata a Todi nel 1602, venne chiamato a Roma per alcune prediche a S. Luigi dei Francesi, a S. Lorenzo in Damaso e alla chiesa Nuova. La crescente popolarità di G., il cui pubblico andava dai comuni fedeli ai cardinali di Curia, indusse Paolo V a nominarlo, alla morte del carmelitano Pietro della Madre di Dio, predicatore apostolico il 22 dic. 1608. Lo stesso papa, sempre secondo la tradizione, gli avrebbe pure prospettato la nomina a cardinale, che G. rifiutò.

Dopo tre anni di attività (svolta, per esigenze di maggiore spazio, nell'appartamento nuovo del Quirinale, anziché in Vaticano), G., ammalatosi di gotta, chiese di potersi ritirare in Umbria. Restò nella sua terra, conservando la qualifica di predicatore apostolico, dal 1612 al 1621, quando Gregorio XV gli ordinò di riprendere il suo ufficio a Roma. Infine, Urbano VIII, che era un suo ammiratore, lo liberò dall'incarico nel 1623.

Insieme con quella di predicatore apostolico G. consolidò la propria carriera all'interno dell'Ordine, dove diventò definitore generale (per tre volte: nel 1613, 1618, 1625) e vicario generale, il 4 febbr. 1631, a seguito della morte improvvisa di Giovanni da Noto. Da vicario, promosse la pubblicazione di un Atlante cappuccino, composto sotto la direzione di Silvestro da Panicale (che servì da modello per quello più celebre del 1643 di Bernardo da Bordeaux, Massimino da Gauchen e Lodovico da Monreale), e approvò la stampa del primo volume degli annali dell'Ordine redatti da Zaccaria Boverio da Saluzzo.

La morte colse G. a Roma il 13 sett. 1632. Dopo un funerale solenne con l'intervento del maestro del Sacro Palazzo N. Riccardi, le sue spoglie furono inumate nella chiesa romana dei cappuccini, S. Maria della Concezione (che custodisce un suo ritratto), eccetto il cuore, trasportato nella chiesa dei cappuccini di Narni.

G. è considerato uno dei maggiori predicatori cappuccini. Ancora in vita riunì i sermoni pronunciati durante le predicazioni in Vaticano, che subito dopo la sua morte uscirono nel volume Prediche fatte nel palazzo apostolico (Roma 1632). Il libro, ristampato a Venezia (1637) e a Roma (1639), ebbe pure una traduzione francese (Parigi 1637). A parte venne pubblicata la Predica di Maria Annunziata (Roma 1632), mentre altre restano tuttora manoscritte (l'elenco in Michelangelo da Rossiglione, III, pp. 38-42). La Biblioteca apostolica Vaticana conserva una sua orazione sulla settimana santa (Barb. lat. 4523, cc. 1-24) e due prediche del 1609 più il frammento di una terza (Barb. lat. 4502, cc. 1-13). Un manoscritto di G. contenente un adattamento de L'arte di servire Dio di Alfonso da Madrid si trova nella Biblioteca municipale di Macerata (De Ros, p. 655).

Caratteristici della predicazione di G. sono il rigore nella forma e la lontananza da artifici e esagerazioni retoriche che avrebbero potuto rendere difficile la comprensione da parte degli ascoltatori. Le sue prediche sono distinte con chiarezza in introduzione, suddivisione dell'argomento in tre punti, condanna dei vizi, esortazione alla virtù e conclusione. Oltre al contenuto dei propri sermoni, assolutamente ortodosso e conforme alla spiritualità cappuccina, G. doveva la sua fama anche alla voce ben impostata, all'esatta declamazione e a una gestualità composta ma incisiva. Franco nel denunciare dal pulpito le mancanze della Curia, cui contrapponeva il suo esempio di religioso irreprensibile, difensore della povertà, evitava però per prudenza di chiamare in causa personaggi e fatti a lui contemporanei se non in circostanze particolari, come quando predicò contro Venezia, appoggiando l'interdetto di Paolo V contro la Repubblica. In compenso, i suoi ripetuti inviti al papa e ai cardinali perché mandassero missionari in tutto il mondo influirono indirettamente sulla decisione di Gregorio XV di fondare la congregazione di Propaganda Fide.

Tenuto in grande considerazione dal cardinale R. Bellarmino, stimato dal generale dei gesuiti G.P. Oliva e portato ancora come esempio di predicatore apostolico al tempo di Alessandro VII, G. fu poi lentamente posto in secondo piano. Ma la recente valorizzazione delle fonti documentarie cappuccine del primo secolo ha nuovamente messo in luce la chiarezza e l'importanza della sua predicazione.

Fonti e Bibl.: Bibl. apostolica Vaticana, Barb. lat. 4508 (è una raccolta di lettere di vari personaggi in lode di G.); 6464, cc. 84-87; Marcellino da Pisa, Vita p. Hieronymi Narniensis, Romae 1647; Michelangelo da Rossiglione, Cenni biografici e ritratti di padri illustri dell'Ordine cappuccino, III, Roma 1850, pp. 38-42; G. Eroli, Miscellanea storica narnese, I, Narni 1858, pp. 514-530; Mauro da Leonessa, P. G. da N., in L'Italia francescana, I (1926), pp. 119-130; Id., Il predicatore apostolico, Isola del Liri 1929, pp. 72 s., 79-87; P. Cuthbert, I cappuccini, un contributo alla storia della Controriforma, Faenza 1930, pp. 398-400, 523-527; L. von Pastor, Storia dei papi, XII, Roma 1931, pp. 100, 102, 610; XIV, 1, ibid. 1932, pp. 401 s.; Felice da Mareto, Tavole dei capitoli generali dell'Ordine dei frati minori cappuccini, Roma 1940, pp. 123-126; Melchiorre da Pobladura, Historia generalis Ordinis fratrum minorum capuccinorum, I-II, Romae 1947-48, ad indicem; M.H. Laurent, Marginalia de p. Hieronymo a N., in Collectanea Franciscana, XXVI (1956), pp. 279-281; F. De Ros, Les éditions d'Alonso de Madrid hors d'Espagne, ibid., XXXI (1961), p. 655; I frati cappuccini. Documenti e testimonianze del primo secolo, a cura di C. Cargnoni, I-V, Perugia 1993, ad indices; G. Mautini da N. e l'Ordine dei frati minori cappuccini fra ,500 e ,600, a cura di V. Criscuolo, Roma 1998; V. Criscuolo, G. Mautini da N. (1563-1632): predicatore apostolico e vicario generale dei cappuccini, Roma 1998; Lexicon capuccinum, Romae 1951, coll. 747 s.; F.W. Bautz, G. da N., in Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, II, Herzberg 1990, p. 826.

Vedi anche
órdine francescano francescano, órdine Regola e forma di vita religiosa promossa da s. Francesco. Si suddivide in tre diversi ordini: il primo formato dai frati minori, il secondo dalle clarisse e il terzo da laici, detti terziari francescani. Successivamente vi furono altre suddivisioni e affiliazioni e l'insieme dei ... Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... Santa Sede (o Sede Apostolica) Denominazione attribuita nel cristianesimo primitivo a ogni Chiesa fondata dagli apostoli; più tardi riservata alla sola Chiesa romana. ● Il Codex iuris canonici (can. 361) dichiara che con la denominazione Santa Sede o Sede Apostolica si intendono non solo il Romano Pontefice ma ...
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