GIROLAMO da Pistoia
Nacque nel 1508 a Pistoia da Alessandro Finucci e Fiammetta Ippoliti. Secondo la tradizione, G. decise di farsi religioso dopo avere visto morire la giovane moglie, Maddalena Buti, il giorno delle nozze. Comunque sia, nello stesso anno delle sue nozze, il 1530, G. entrò nel noviziato francescano osservante di Giaccherino compiendovi gli studi fino al grado di predicatore.
Attirato dall'ideale di riforma del francescanesimo proposto dai cappuccini, ebbe contatti con loro intorno al 1542 ma senza lasciare il suo Ordine. Infatti, i documenti degli osservanti toscani lo citano come predicatore in varie località della Toscana, a Milano e a Roma dal 1540 al 1552, anno in cui venne eletto definitore provinciale e, in dicembre, rappresentante al capitolo generale di Salamanca, celebratosi nel 1553. Fu solo al ritorno da tale missione che formalizzò il suo passaggio ai cappuccini. Questi lo elessero due volte definitore generale (1555, 1567), una procuratore generale (1570) e - seguendolo negli spostamenti per la predicazione o gli studi - nel 1558 provinciale in Toscana, nel 1560 a Napoli (dove fu lettore di teologia nello Studio di S. Eframo Vecchio), nel 1566 vicario provinciale a Bologna. Nel 1562 G., inviato dal vicario generale Tommaso da Città di Castello, partecipò al concilio di Trento, intervenendo il 28 settembre nel dibattito sul sacramento dell'ordine con un discorso in difesa della dottrina cattolica tradizionale sul sacerdozio e sulla legittimità della gerarchia.
Nel 1567 G. andò a dirigere il nuovo Studio generale dell'Ordine a Roma, organizzandolo in maniera tale che la logica, la fisica e la metafisica fossero propedeutiche alla teologia, nel solco degli insegnamenti di s. Bonaventura e Duns Scoto. Si accingeva ad assumere la direzione dello Studio di Genova, quando Pio V - con il quale aveva relazioni di amicizia - lo nominò nel 1568 suo teologo e consigliere impedendogli di lasciare la città. A Roma, del resto, G. era una figura piuttosto popolare, grazie ai cordiali rapporti con Filippo Neri e con altre personalità della Riforma cattolica. Numerose, inoltre, erano le iniziative devozionali e assistenziali in cui era impegnato. Tra di esse l'istituto creato a Firenze con l'aiuto di Marietta Gondi per preservare le ragazze povere dalla prostituzione e per l'assistenza spirituale ai condannati a morte. Svolgendo questo ufficio, il 30 sett. 1567 somministrò gli estremi sacramenti al protonotario apostolico Pietro Carnesecchi, dopo avere vanamente tentato di convincerlo a sottoscrivere una confessione di eresia conforme alla volontà degli inquisitori, e lo accompagnò al patibolo il giorno dopo.
G. rifiutò il cardinalato offertogli da Pio V, invitando il papa a conferirlo all'arcivescovo Giulio Antonio Santoro. Nel 1570, però, accettò la nomina a direttore dei 30 cappellani cappuccini della spedizione navale contro i Turchi fortemente voluta dal pontefice. G., però, senza temere la reazione di Pio V, che adirato lo sospese per pochi giorni dalla celebrazione della messa, impedì, con l'aiuto di Filippo Neri e di altri religiosi, che un folto gruppo di zingari fosse destinato al remo sulle galee papali. Imbarcatosi in agosto, G. giunse a Creta alla fine del mese, trovando la guarnigione vittima della peste.
Mentre assisteva i soldati, G. contrasse la malattia e morì nella località di La Canea, il 30 ott. 1570. La sua salma venne trasportata in Italia nel 1583, a spese del Santoro, e sepolta a Caserta, nella chiesa di S. Francesco.
Abile predicatore e controversista dei protestanti, G. fu apprezzato per il tono pacato, lucido e anche ironico della sua oratoria (frequente è il ricorso al dialogo), derivantegli dalle convinzioni che il peccato dipendesse più dall'ignoranza che dalla malizia degli uomini, che fosse giusto tenere conto della parte di bene contenuta nelle tesi degli avversari e che si dovessero persuadere gli ascoltatori con la validità degli argomenti piuttosto che con la minaccia dei castighi eterni: ragioni, queste, che gli propiziarono quasi sempre un pubblico di persone colte e non popolare.
Avrebbe desiderato pubblicare tutti i propri sermoni, ma riuscì a raccoglierne solo 22 nel libro Delle prediche dell'humil servo di Christo f. Girolamo da Pistoia, parte prima, stampato a Bologna nel 1567 presso G. Rossi e a Venezia nel 1570 presso G. Scotto. Sono invece opere accademiche il dialogo De quantitatibus rerumque distinctionibus (Romae, in aedibus Populi Romani, 1570), consistente in 37 lezioni sulle formalità di Scoto, e, soprattutto, il suo contributo all'edizione curata da A. Posio dei commentari di s. Bonaventura ai quattro libri delle sentenze di Pietro Lombardo (Scriptum d. Bonaventuraein quatuor [sic] libros Sententiarum Petri Lombardi… praesertim f. Hieronymi Pistoriensis…, Romae, apud haeredes Antonii Bladii, 1569), lavoro importante per la diffusione della teologia bonaventuriana tra i cappuccini.
Fonti e Bibl.: Sisto da Pisa, Storia dei cappuccini toscani, I, Firenze 1906, ad indicem; Ilarino da Milano, I frati minori cappuccini, in Il contributo degli ordini religiosi al concilio di Trento, a cura di C. Cherubelli, Firenze 1946, pp. 218 s.; Melchiorre da Pobladura, Historia generalis Ordinis fratrum minorum capuccinorum, I, Romae 1947, ad indicem; G. Cantini, I francescani d'Italia di fronte alle dottrine luterane e calviniste durante il Cinquecento, Romae 1948, pp. 130-133, 135; Arsenio d'Ascoli, La predicazione dei cappuccini nel Cinquecento in Italia, Loreto 1956, pp. 338-342, 482-507; Il primo processo per s. Filippo Neri, a cura di G. Incisa della Rocchetta - N. Vian, I, Città del Vaticano 1957; III, ibid. 1960; IV, ibid. 1963, ad indices; O. Ortolani, Per la storia della vita religiosa italiana nel Cinquecento: Pietro Carnesecchi…, Firenze 1963, pp. 160-164; A. Brignoli, G. da Pistoia. Saggio bio-bibliografico, in Collectanea Franciscana, XXXV (1965), pp. 393-412; F.F. Bellini, G. nel quinto centenario della morte, in Giornale di bordo, III (1970), pp. 335-342, 423-431; A. Rotondò, Carnesecchi, Pietro, in Diz. biogr. degli Italiani, XX, Roma 1977, p. 475; I frati cappuccini, documenti e testimonianze del primo secolo, a cura di C. Cargnoni, Perugia 1993, I-III, V, ad indices; Lexicon capuccinum, Romae 1951, coll. 749 s.