GIOVANNINI, Girolamo
Originario di Capugnano (ora Porretta Terme), nell'Appennino bolognese, il G. prese l'abito dell'Ordine dei domenicani nel convento di S. Domenico a Bologna. La data di nascita va posta intorno alla metà del XVI secolo, visto che il 14 ag. 1576 - prima data certa che lo riguardi - venne approvato lettore presso lo Studio domenicano di Bologna.
Di zelante religiosità e di ingegno versatile, in pochi anni si rese celebre per la costante applicazione allo studio della letteratura sacra e profana, guadagnandosi la stima del padre P. Costabili, eletto maestro generale dell'Ordine nel 1580, che lo volle suo segretario. Successivamente, il 22 nov. 1580, divenne maestro in sacra teologia. Nei due anni in cui fu segretario del Costabili fu istituito varie volte visitatore di conventi. Dopo la morte del suo protettore, il 17 sett. 1582, il G. passò al priorato del convento di Bologna. Negli Atti del capitolo generale del 28 maggio 1583, celebrato nel convento di S. Maria sopra Minerva a Roma, vennero approvati in "provincia utriusque Lombardiae" i "magisteria" di alcuni frati, tra cui il Giovannini. Il 6 marzo 1593 fu istituito visitatore della provincia di Dalmazia e vicario della stessa. Il 3 febbr. 1595 fu confermato priore nel convento di S. Domenico di Venezia e il 12 febbraio dello stesso anno gli fu affidata una causa della provincia di Dalmazia. Nell'estate 1596 ottenne il posto di inquisitore di Vicenza, che ricoprì, secondo il Fantuzzi, fino alla morte. L'ultima traccia che possediamo della sua presenza nella città è la partecipazione al capitolo provinciale del 29 sett. 1602.
Nel corso di questi anni, nei quali la Chiesa, con l'Index librorum prohibitorum del 1564, aveva mitigato la proibizione assoluta di alcune opere ritenute pericolose attraverso la formula "donec corrigatur", il G. si distinse in modo particolare per la sua attività di correttore ed editore di testi sacri e profani. La maggior parte degli espurgatori del XVI secolo che svolsero l'ingrato e faticoso lavoro di censura dei testi furono anonimi; invece il G., firmando le opere da lui purgate, fu uno dei rari correttori di quel periodo non condannati all'oblio.
A questa attività si dedicarono anche due fratelli del Giovannini. Desiderio fu responsabile - o almeno corresponsabile, accanto al G. - della revisione degli Hecatommithi di G. Giraldi Cinzio (Venezia, D. Imberti, 1593), cui il G. premise una vita dell'autore. Ercole, morto secondo il Fantuzzi (IV, pp. 174 s.) ventisettenne a Roma nel 1591, autore di rime burlesche e di un'orazione per La incoronatione della santità di n.s. p.p. Gregorio XIII (Venezia 1590; Verona 1591), rimaneggiò il Petrarchista di N. Franco, che uscì con il nuovo titolo Li due petrarchisti a Venezia molti anni dopo, nel 1623. Un terzo fratello del G. potrebbe essere l'Ottaviano Giovannini da Capugnano, che così firma un'edizione dei Nuovi fioretti del serafico p. s. Francesco et di molti suoi discepoli et seguaci (Venezia 1601).
Nel 1604 il G. si trovava a Roma - è incerto se vi avesse fissa dimora o vi si trovasse per caso - dove, il 20 maggio (cfr. Quétif - Échard, II, p. 355), ricevette dal provinciale di Lombardia l'approvazione dei censori e la licenza per la stampa dei Trattatelli spirituali della b. Angela da Foligno, da lui tradotti dal latino. Secondo una notizia dell'Argelati (I, p. 255), l'opera, oggi irreperibile, uscì postuma a Venezia addirittura nel 1680, ma, sempre a Venezia, nel 1604, uscì la princeps della Vita e conversione meravigliosa della b. Angela da Fuligno, altra traduzione del G., e potrebbe trattarsi di una confusione fatta da Quétif ed Échard tra le due opere.
Comunque, il 20 maggio 1604 rappresenta il termine post quem per la data di morte del G., che dovette essere di poco posteriore. Quanto al luogo, allo stato della documentazione è incerto se sia morto a Roma o dopo il rientro a Venezia; in quest'ultimo caso l'anno potrebbe essere spostato al 1605.
Il catalogo delle opere del G. è singolarmente nutrito ed eterogeneo. Nel 1589 uscì a Venezia, presso G. Polo, un'edizione della Zucca di A.F. Doni espurgata, corretta e riformata dal G., e corredata da una lunga biografia dell'autore dello stesso G., intitolata Annotomia sopra la Zucca del Doni. L'edizione, fortunatissima, ebbe cinque ristampe fino al 1607, rispetto all'unica curata dal Doni in vita (1552). Secondo la tendenza controriformistica, l'opera fu epurata dal G. di tutti gli elementi ecclesiastico-religiosi (i tagli e le modifiche diminuiscono notevolmente a mano a mano che si procede nell'opera), mentre l'attenzione è meno vigile riguardo ai passi licenziosi, che avrebbero potuto offendere la morale del tempo. La Zucca risulta così, nell'edizione del G., tagliata di molte sue parti, tra cui un intero racconto (di cinque carte) intitolato La pittura della riforma che, sebbene trattasse della riforma della moda e dei costumi, aveva il torto di contenere nel titolo uno dei termini più temibili per la Chiesa di Roma. Altra opera importante radicalmente alterata dalla censura del G. furono i Dialogi piacevoli di N. Franco, usciti con il titolo modificato Dialogi piacevolissimi a Venezia, per A. Salicato, nel 1590 e in una serie di ristampe (sei fino al 1609) che sostituirono l'originale, finito all'Indice nel 1559. Più sobrio fu invece l'intervento sulla Circe di G.B. Gelli, che fu pubblicata, "aggiuntevi le annotazioni, e argomenti" del G., nel 1589 (Venezia, A. Salicato). In campo religioso l'unica opera espurgata dal G. è La prima [seconda] parte del Monte Calvario, che espone le sette parole, che disse Giesù Cristo in su la Croce di Antonio Guevara, vescovo di Mondogneto, nella traduzione dallo spagnolo di Pietro Lauro (Venetia 1605), opera all'Indice dagli anni Settanta-Ottanta. Alla Prima parte il G. premise di suo un Discorso de' dolori, sopra la Passion di Giesù Christo, che patì Maria Vergine santissima.
Oltre all'attività di censore di testi sacri e profani ritenuti pericolosi per la dottrina della Chiesa e per la morale, il G. fu anche traduttore dal latino all'italiano, editore e annotatore di vari testi pubblicati nel XVI secolo, nonché autore in proprio di alcune opere di argomento religioso e profano, in latino e in volgare (molti scritti furono pubblicati postumi). Scrisse, oltre a quella del Doni e del Giraldi, la Vita di fra Paolo Costabili, maestro general dell'Ordine de' predicatori… Con due orationi et versi fatti da molti huomini illustri, nella morte d'esso reverendis. padre (Vinegia, F.A. Zoppini, 1586).
Compose sintesi di opere giuridiche: un Compendio delle usure e de' cambii aggiunto al Compendio del manuale del Navarro del cappuccino Paolo da Calanna (Venetia, B. Basa, 1592); un compendio dell'Aurea summae armillae del domenicano piacentino Bartolomeo Fumi (Venetiis, sumptibus Policreti Turlini, 1596); Decisiones criminales super quaestionibus de inditiis, ac tortura Prosperi Farinacii iuriscunsultis, in Urbe, excerptae a Silva decisionum quattuor illustrium doctorum criminalium apparse prima in appendice alla Prattica e theorica del cancelliere di Giacomo Marzari (Vicentiae 1602) e poi in volume a sé (Romae 1604). Tra le opere di carattere religioso vanno ricordati: i Pensieri cristiani posti 'nsieme sopra varii, e bellissimi soggetti… scelti da i puri fonti degli antichi Padri (Vicenza 1600); i Vaticinia, seu Praedicationes illustrium virorum sex rotis aere incisis compeusa [sic]. De successione summi pontificis Romani. Cum declarationibus, et annotationibus Hieronymi Ioannini (Venetia 1600; stampato anche in italiano nello stesso anno); i Sermones b. Umberti Burgundi instituti praedicatorum generalis magistri in Ordine quinti (Venetiis 1603); Officium hebdomadae sanctae iuxta formam Missalis et Breviarii Romani… Adiunctis Italico sermone declarationibus multarum rerum (ibid. 1645). Del 1601 (Vicentiae) è l'edizione accresciuta dell'Itinerarium nobiliorum Italiae regionum, urbium, oppidorum, et locorum del letterato di Anversa Franz Schott, corredata da tavole e arricchita da ampie aggiunte del G. (il cui nome figura sul frontespizio come autore; nel volume le sue aggiunte sono distinte tipograficamente; a p. 166 il G. discorre anche di Capugnano, suo luogo natale). In questa redazione, l'opera ebbe numerose ristampe in tutta Europa e rappresentò una sorta di guida turistica ante litteram della penisola. Di questioni linguistiche il G. si interessò nel Discorso sopra tutti li parlari… premesso ai Consigli degli animali, cioè ragionamenti civili di Agnolo Firenzuola (Venezia 1604) e poi da solo (ibid. 1622) e discorse su come restituire l'antico splendore alla lingua latina in un Ragionamento dell'ampliare con varietà l'elocutioni latine, et usare la copia delle parole artificiosamente, premesso alle Eleganze scielte da Aldo Manutio con la copia della lingua toscana, et latina (Venetia 1665, opera accresciuta dal medesimo Giovannini).
A questi vanno aggiunti alcuni titoli di cui non risultano le stampe, rimasti perciò presumibilmente manoscritti: Ragionamenti del p. Salazar certosino sopra il simbolo della fede tradotti… dallo spagnolo in italiano; Tractatus de cambiis impressus Bononiae; Tractatus de anno sancto. Nel citato Itinerarium Italiae, del 1601, nel passo sulla città di Vicenza e sul convento dei predicatori, il G. riferisce di altre sue opere che egli afferma di avere già pronte per la stampa: "speramus autem nos brevi, in lucem editurus Palatium incantationum, librum de iure status ecclesiastici, beatae Catherinae Senensis vitam, et additionem, et paroenesim in Marij Nizolij Thesaurus Ciceronianum" (p. 57).
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