LO CASCIO, Girolamo
Nacque a Bagheria, presso Palermo, il 29 apr. 1894 da Sante e Giuseppina Arena. Completato il primo ciclo di studi, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Palermo, dove frequentò anche i corsi di analisi algebrica, analisi infinitesimale e geometria analitica, discipline che stimolavano il suo interesse e che avrebbero costituito la solida base fisico-matematica che in seguito gli avrebbe consentito di approfondire l'ottica fisiologica, verso cui si sentiva attratto. Trasferitosi poi all'Università di Roma, si dedicò con particolare interesse allo studio della chimica generale, organica e biologica, del cui sviluppo aveva con lungimiranza intuito l'importanza per il progredire delle conoscenze nelle scienze medico-biologiche in generale e, in particolare, nell'oftalmologia. Nell'ateneo romano lavorò come allievo interno nell'istituto di anatomia umana normale dedicandosi a ricerche di morfologia macro e microscopica, così che ancora prima di laurearsi poté pubblicare i suoi primi lavori.
Tra questi si ricordano: Sopra un caso non ancora descritto di comportamento anormale dei muscoli peronieri laterali dell'uomo, in Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale ed in altri laboratori biologici della R. Università di Roma, XVI (1910-11), pp. 195-200; Sopra alcune particolarità di fine struttura dell'endometrio di alcuni mammiferi, in Anatomischer Anzeiger, XLIV (1913), pp. 197-202; La morfogenesi dei vasi sanguiferi nella cute dell'uomo, in Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale… della R. Università di Roma, XVII (1913-14), pp. 1-13; Contributo alla morfologia dell'arco ascillare di Langer, ibid., pp. 59-72; La morfogenesi della tunica muscolare dell'uretere umano, del bacinetto renale e dei grandi e piccoli calici, ibid., XVIII (1914-15), pp. 5-18.
Conseguita brillantemente la laurea nel 1915 discutendo una tesi sperimentale (Sulla costituzione dei pigmenti dell'occhio. Ricerche cliniche e fisico-chimiche, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, XLV [1917], pp. 505-531), iniziò subito la carriera universitaria in qualità di assistente presso la clinica oculistica dell'ateneo romano diretta da G. Cirincione (Cantani). Formatosi in quella prestigiosa scuola, nel 1924, dopo aver conseguito la libera docenza nella specialità, fu incaricato della direzione della clinica oculistica dell'Università di Perugia, presso la quale era stata completata l'istituzione della facoltà di medicina e chirurgia. Superato nel 1926 un concorso a cattedra bandito dall'Università di Sassari, fu nominato dapprima straordinario (1927), e quindi, nel 1929, fu chiamato a dirigere le cattedre universitarie di clinica oculistica di Modena e di Padova. Optò per questa seconda sede, ove, ordinario dal 1930, fu incaricato anche dei corsi di semeiotica oculare e tecnica operatoria oculare presso la Scuola di perfezionamento in oculistica, e degli insegnamenti di clinica oculistica e di oftalmoscopia clinica, rispettivamente nelle scuole di perfezionamento in medicina legale e infortunistica e in neurologia. Sotto la sua guida la clinica padovana divenne in breve un prestigioso centro di studi oftalmoiatrici, noto e apprezzato anche in campo internazionale. Concluse la sua carriera didattica e scientifica nell'Università di Napoli, dove nel 1935 era passato a dirigere la cattedra e l'istituto di clinica oculistica ed era stato incaricato dell'insegnamento di ottica fisiologica e della direzione della Scuola di perfezionamento in oculistica.
Valente didatta, il L. fu un brillante caposcuola e formò numerosi e validi allievi. All'attività di insegnante e di clinico unì una intensa operosità scientifica, recando, con circa ottanta pubblicazioni scientifiche, contributi in tutti i campi dell'oftalmologia.
Tra i suoi numerosi lavori se ne ricordano qui alcuni riguardanti importanti rami della specialità: la biochimica, la morfologia e la morfogenesi dell'apparecchio visivo (Sui fermenti dei tessuti e dei liquidi oculari, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, L [1922], pp. 219-250; Sulla fine costituzione della retina. Ricerche chimiche e citologiche, ibid., LI [1923], pp. 653-678; Lo sviluppo delle guaine del nervo ottico nell'uomo, ibid., pp. 879-901); la fisiologia e la fisiopatologia della visione (Sulla forma e sulla curvatura della superficie retinica in rapporto alla forma ed alla curvatura della superficie-immagine, ibid., L [1922], pp. 314-340; Influenza della posizione della papilla del nervo ottico rispetto all'asse ottica dell'occhio sulla forma della sua proiezione perimetrica, ibid., pp. 607-620; Le moderne vedute sul meccanismo dell'accomodazione e l'accomodazione intracapsulare, ibid., LI [1923], pp. 193-198; L'astigmatismo dell'aberrazione nell'occhio umano, ibid., pp. 147-192; Sulle cause della differente visione degli ametropi di eguale genere e grado di ametropia, ibid., LII [1924], pp. 159-192; Il senso luminoso delle parti periferiche della retina nell'occhio umano (ricerche di perifotometria), ibid., pp. 386-413; Contributo clinico alla conoscenza della visione negli occhi strabici, ibid., LIII [1925], pp. 29-69; Peculiarità di diottrica nel decentramento pupillare, in Boll. di oculistica, XXXIV [1955], pp. 321-332); la fisiopatologia e la clinica del cristallino, con particolare riguardo alla genesi della cataratta, che al pari delle alterazioni epiteliali ciliari e lenticolari mise in rapporto principalmente a turbe degli scambi osmotici e dialitici che ne assicurano la normale trasparenza, e all'individuazione della cataratta paratireopriva dipendente dagli squilibri biochimici e metabolici conseguenti all'endocrinopatia (Importanza dell'epitelio ciliare e lenticolare nella patogenesi della cataratta, Roma 1922, estr. da Annali di ottalmologia e clinica oculistica, 1918-19; Ricerche spettrografiche sul cristallino, ibid., LXI [1933], pp. 721-735, in collaborazione con G.B. Bertuzzo; Ricerche sull'azione di alcune radiazioni sul metabolismo del cristallino, in In onore del prof. G. Gallerani…, Roma 1935, pp. 595-609; Paratiroidi e occhio, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LXV [1937], pp. 801-811); la patologia della retina, principalmente le gravi manifestazioni indotte dall'alterata permeabilità dei piccoli vasi sanguigni conseguente a momenti tossici in corso di insufficienza renale (Forme cliniche nella neuroretinite nefritica, in Boll. dell'Accademia medica di Perugia, 1925, n. 4, pp. 9-14; Ricerche cliniche, anatomopatologiche e patogenetiche sulla neuroretinite nefritica, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LIV [1926], pp. 3-64, 129-219; e la terapia chirurgica del distacco, per la cui esecuzione mise a punto personali perfezionamenti di tecnica (Trattamento chirurgico del distacco di retina col metodo delle punture diatermiche multiple secondo Safar, in Rass. clinico-scientifica, XI [1933], pp. 557-564; Incertezze di tecnica operatoria in taluni tipi di distacco di retina, in Atti della Società oftalmologica lombarda, VII [1952], pp. 9-13); alcuni importanti capitoli di patologia e clinica oculare (Terapia calcica in alcune affezioni oculari, in Boll. dell'Accademia medica di Perugia, 1926, n. 5, Contributo alla conoscenza della tubercolosi della congiuntiva, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LV [1927], pp. 967-980; Ricerche sulla cosiddetta endoftalmite facoanafilattica, in Boll. di oculistica, X [1931], pp. 761-795, in collaborazione con S. Rinaldi; Patogenesi della cheratomalacia del lattante, in Atti del IV Congresso nazionale di nipiologia…, Trieste… 1935, Varallo Sesia 1940; Infezioni focali e affezioni oculari, in Rass. clinico-scientifica, XIV [1936], pp. 59-61).
Di particolare rilievo fu il volume pubblicato dal L. a Napoli nel 1955, Elementi di diottrica oculare: impostata su solide basi fisico-matematiche, l'opera rappresentò la magistrale sintesi, condotta alla luce delle moderne conoscenze dell'ottica geometrica sperimentale, dei progressi registrati da questa branca dell'oftalmologia, alla quale lo stesso autore aveva nel corso delle sue ricerche recato validi contributi, e colmò un grosso vuoto esistente nella letteratura specialistica dell'epoca. La descrizione degli esemplari collegamenti tra reale costituzione del fascio rifratto, reale riproduzione ottica e costituzione del fascio rifratto nell'occhio umano, e le relative questioni di ordine clinico con ricca esposizione di casi pratici e dettagliata illustrazione dei più significativi metodi di indagine, mettevano di fatto a disposizione degli oftalmologi un prezioso strumento di studio e di lavoro, frutto di una lunga esperienza di ricerca nel settore.
Il L. appartenne a varie accademie e società scientifiche italiane e straniere: socio fondatore della Società italiana di oftalmologia, fu membro della Accademia medica di Perugia, della Pontaniana e della Napoletana di scienze, lettere e arti, della Deutsche Ophthalmologische Gesellschaft, della Société française d'ophtalmologie, delle società Oftalmologica lombarda e Medico chirurgica di Padova. Insignito della croce della Corona d'Italia, ricevette due volte la medaglia d'oro al merito della Pubblica Istruzione.
Il L. morì a Napoli il 15 maggio 1958.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LXXXIV (1958), 6, pp. I-III; Boll. di oculistica, XXXVII (1958), pp. 546-554; Atti dell'Accademia Pontaniana, n.s., VIII (1958-59), pp. 379-385; F. Zibordi, G. L., in La Medicina italiana, XIII (1932), pp. 169 s.; Annuario della Università degli studi di Padova, Padova 1929-30; ibid. 1933-34; Annuario della Università degli studi di Napoli, Napoli 1935-36; ibid. 1957-58; A. Cantani, Cirincione, Giuseppe, in Diz. biogr. degli Italiani, XXV, Roma 1981, pp. 805-807.