MELANDRI CONTESSI, Girolamo
– Nacque a Bagnacavallo, presso Ravenna, il 29 marzo 1784 da Giovanni Melandri e da Ottavia Contessi.
Iniziati gli studi nel seminario di Faenza dal 1795 al febbraio 1797, rientrato a Bagnacavallo dopo l’invasione delle armate francesi, li proseguì privatamente con il bibliotecario, S. Longanesi. Poiché la sua famiglia desiderava che diventasse farmacista, il M. iniziò gli studi chimico-farmaceutici e fece pratica come apprendista a Ravenna prima nella farmacia di I. Moretti, quindi in quella dell’ospedale di Ravenna. Dopo avere studiato l’opera di A.-L. de Lavoisier nella traduzione italiana di V. Dandolo, nell’ottobre 1802 iniziò a frequentare l’Università a Bologna, dove seguì le lezioni «di chimica del Laghi […] e i privati insegnamenti di chimica pratica del Coli, e di materia medica e farmaceutica del Marchetti» (Gianelli, pp. 12 s.). Nell’autunno del 1803 passò a Pavia, dove insegnavano A. Volta, A. Scarpa, L.V. Brugnatelli e F. Marabelli. Nel 1805, in collaborazione con Giuseppe Moretti, pubblicò a Milano Sul modo di ottenere il mercurio dolce della maggior perfezione e colla maggior economia. Memoria e a Pavia l’Analisi chimica delle radici di cariofillata e di colchico autunnale, con alcune ricerche analitiche sull’uva ursina (rist. in G. Moretti, Memorie ed osservazioni, Pavia 1820).
Ammalatosi, tornò a Bagnacavallo dal giugno all’ottobre di quell’anno. Rientrato a Pavia, si laureò in medicina nel 1806; divenne allievo in chimica di Brugnatelli, collaborando con Marabelli alla riforma dell’insegnamento universitario della chimica farmaceutica e proseguì le analisi di piante medicinali e velenose. Nell’aprile 1806 P. Moscati, direttore generale della Pubblica Istruzione del Regno Italico, lo chiamò a Milano presso il suo laboratorio chimico privato; nel gennaio del 1807 lo nominò «dimostratore e operatore» di chimica generale all’Università di Padova, per coadiuvare M. Carburi.
Il M. lo supplì fino alla morte (dicembre 1808), subentrandogli poi come supplente con lo stipendio di ordinario (settembre 1809); nell’aprile successivo ne sposò l’unica figlia, Vittoria.
Tra il 1809 e il 1810 il M. pubblicò a Padova i due volumi degli Elementi di chimica generale; quindi, nel 1812, un lavoro sull’industria dello zucchero e dei suoi surrogati, resi importanti dal blocco continentale (Esperimenti sulla conversione dell’amido in zucchero, in Giornale del Brenta, 2 luglio 1812). Completò lavori di Carburi sul nichel e le sue proprietà magnetiche Sul nichel: memoria di Giuseppe [sic!] Melandri …, in Nuovi Saggi dell’Accademia di Padova, I, Padova 1817, pp. 37-55 (rist., con «correzioni e varie aggiunte» in Giorn. di fisica, chimica, storia naturale, medicina ed arti, X [1817], 2, pp. 364 ss.). In seguito alle riforme universitarie, oltre al corso di chimica generale gli fu affidato quello di chimica farmaceutica. Frattanto insieme con il fratello Gaetano, ereditate le cospicue fortune degli zii materni Contessi, cambiò il cognome in Melandri Contessi.
Numerosi furono altresì i suoi lavori sulle acque minerali (Osservazioni chimiche e analisi dell’acque minerali di Civillina, in Memorie scientifiche e letterarie dell’Ateneo di Treviso, III [1824], pp. 241-250; rist. in Nuove ricerche fisico-chimiche e analisi delle acque minerali di Recoaro e delle acque di Staro e Civillina, Padova 1830; Relazione sopra le acque della valle di Staro nella provincia di Vicenza, Venezia 1826; rist., Este 1841; Notizie intorno all’acqua solforosa Raineriana Euganea, Padova 1830; rist., Venezia 1851).
Il M., che analizzò le acque di Civillina prima che fossero note le dimostrazioni di J. Berzelius circa l’impossibilità di stabilire come gli acidi e le basi siano combinati nelle acque minerali, pubblicò «due separate tabelle»: nella prima riportò gli acidi e le basi; nella seconda – usando le tavole di W.H. Wollaston – assegnò «il relativo acido alle basi salificabili che nell’acqua di Civillina certamente esistono in istato di sale» (Bassani, 1995, pp. 356 s.). Accertata l’assenza di cloruri e carbonati, e la presenza di una sola componente acida, poté affermare l’esistenza di soli solfati (di calce, di magnesia e di ferro).
Diverso il caso delle acque di Recoaro, in cui la compresenza di solfati e carbonati costrinsero il M. a «utilizzare criteri esterni per la loro differenziazione quantitativa» (ibid., p. 358). Con la consueta sequenza di separazioni progressive trovò quantità di solfati di calce e di magnesia, ma, date le loro diverse solubilità, ritenne che «possano sussistere nell’acqua di Recoaro quantità diversissime di solfato di calce e magnesia da quelle ottenute coll’analisi del residuo della sua evaporazione» (Id., Il contributo …, 1997, p. 179). Prese allora in esame le qualità terapeutiche dell’acqua: dalla nota maggiore attività del carbonato di magnesio rispetto al solfato di magnesio dedusse che «la magnesia esista almeno in gran parte allo stato di carbonato e che de’ solfati quello di calce sia quasi o forse l’unico esistente in essa acqua» (ibid.).
Dopo il ritorno del governo austriaco, nel 1816 il M., con l’evidente intento di migliorare la posizione accademica, propose al Senato dell’Università di Padova di istituire, come nelle università di Vienna e di Praga, la laurea in chimica in luogo della licenza che fino ad allora era conferita ai farmacisti per abilitarli all’esercizio della professione. La richiesta però fu lasciata cadere e la nuova laurea fu istituita circa vent’anni più tardi, con la riforma degli studi del 1833 che, tra l’altro, portò il dottorato da due a tre anni di corso (cfr. Id. 2001, pp. 91 s.).
Nel 1826 il M. pubblicò la prima parte del Trattato elementare di chimica generale e particolare teorica e pratica, dedicata alla chimica generale. Inventò un dispositivo per introdurre nell’acqua ferruginosa di Recoaro una bolla di anidride carbonica, che ne evitasse la decomposizione per rapida ossidazione dei sali ferrosi, con formazione di una colorazione giallastra e di un precipitato color ocra, che rendevano l’acqua meno commerciabile. Tra i moltissimi incarichi ricevuti dal governo, vi fu quello sul modo di preservare dalla corrosione le fodere di rame che proteggevano l’opera viva delle navi, allora in legno, dall’attacco delle teredini e di altri organismi marini (Metodo di preservare le fodere di rame delle navi dalla corrosione, preceduto da esami ed analisi chimiche istituite sopra pezzi di fodera di rame rapidamente corrosa dalle acque del mare, in Annali delle scienze del Regno Lombardo-Veneto, II [1832], pp. 78-83).
Socio corrispondente dell’Accademia Patavina dal febbraio 1808, nel gennaio 1809 divenne socio pensionario e nel novembre presidente della classe sperimentale; dal 1828 al 1830 fu presidente.
Tra i lavori del M. sono inoltre da ricordare: Sui muriati di mercurio detti insolubili e sulle differenze loro, in Giorn. dell’italiana letteratura, 1806, vol. 14, p. 97; Analisi chimica dell’atropa Belladonna, ibid., 1807, vol. 19, p. 52; Elementi di chimica generale redatti dal corso annuale che si dà nella R. Università di Padova, I-II, Padova 1809-10; Memoria sopra l’analisi chimica di un calcolo singolare, in Giorn. di fisica, chimica, storia naturale, medicina ed arti, VIII (1815), pp. 199 ss.; Riflessioni sopra le condizioni delle basi salificabili coll’acido solforoso, idrogeno solforato e collo zolfo, ed esame analitico di un solfito idrosolfuro di barite, ibid., p. 241; Osservazioni sopra l’adipo-cera de’ vegetabili e sulla natura dell’essenza di rose, ibid., IX (1816), 1, p. 1; Sopra il sangue di drago del commercio e sopra di una nuova sostanza contenuta in questa droga genuina, in Nuovi saggi della I.R. Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova, II, Padova 1825, pp. 129-138; Descrizione ed uso di un gazometro a mercurio atto a dare una più esatta misura de’ gas, ibid., pp. 329-342; Trattato elementare di chimica generale e particolare teorica e pratica, Padova 1826; Del calcare modificato di Recoaro, detto dolomite del Jura, in Annali delle scienze del Regno Lombardo-Veneto, I (1831), pp. 139 ss.; Analisi apologetica della teorica de’ sali ad acido idrogenato, in confronto della nuova dottrina de’ sali aloidi e de’ sali amfidi non ossigenati proposta dal signor Berzelius, ibid., pp. 305 ss.; Memoria per servire alla storia della silice considerata come un acido, in Nuovi saggi della I.R. Acc. di scienze, lettere ed arti in Padova, III (1831), pp. 119-133.
Il M. morì improvvisamente a Padova il 24 febbr. 1833.
Fu sepolto a Tavo, presso Vigodarzere (Padova), dove i Melandri «avevano ampi beni [e] la tomba di famiglia» (Schiavo, p. 109). Il M., pur adottando la nuova nomenclatura, «non fu scienziato di spicco, non formò ricercatori in linea coi tempi e si interessò […] soprattutto del termalismo. F. Ragazzini, l’allievo che dal 1833 gli successe per molti anni, nei quali nasceva la grande chimica e fisico-chimica tedesca, si dedicò anch’egli quasi solo a quel tema tradizionale, pur con modalità aggiornate, e non seppe creare un interscambio produttivo con ricercatori veneti non accademici come A. Fusinieri e B. Bizio […], periferici e eterodossi, ma entusiasti e capaci di aperture teoriche originali. La scelta di Ragazzini invece di Bizio, anch’egli ex allievo del M. e pure candidatosi a succedergli, fu perciò un errore in qualche senso strategico: il secondo, che dovette praticare la ricerca in margine alla sua attività di farmacista a Venezia, definì poi l’ex maestro un mero didatta» (U. Baldini, L’ambiente scientifico del Veneto nell’Ottocento, in Le scienze astronomiche nel Veneto dell’Ottocento, a cura di M.C. Ghetti, Venezia 2007, p. 54).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Governo veneto, b. LXVIII, f. 2/2, 18 maggio 1822: Relazione del professor M. sulle acque Catulliane [le acque di Civillina, dette Catulliane da G. Catullo, che le valorizzò]; [F. Caldani], Discorso funebre recitato… il giorno XXV di febbraio dell’anno MDCCCXXXIII nelle solenni esequie del dottor G. M. prof. di chimica generale ed inorganica nell’I.R. Università, Padova 1833 (con l’elenco dei lavori); G.L. Gianelli, Sopra gli studi e gli scritti di G. M.-C. dottore in medicina, membro del Collegio medico e professore ordinario …, Milano s.d. [ma 1833]; D. Vaccolini, Elogio del chiar.mo prof. G. M.C. …, Lugo 1833; G. Maggioni, I maestri dello studio farmaceutico dell’Università di Padova, in Padova e la sua provincia, n.s., X (1964), pp. 30 s.; A. Schiavo, Vigodarzere e il suo territorio, Vicenza 1971, ad ind.; A. Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Padova 1983, p. 196; V. Giormani, Alghe, bisse e denti de can: gli scienziati in barca (contributo dell’Università di Padova ad un annoso problema), in Quaderni del Lombardo-Veneto, 1984, n. 19, pp. 29 s.; L. De Fabii Negro, Ricordi in un quaderno, Roma s.d. [ma 1987], pp. 19-21; V. Giormani, L’insegnamento della farmacia all’Università di Padova fino alla prima laurea in farmacia, il 13 dic. 1838, in Atti e memorie dell’Acc. italiana di storia della farmacia, VII (1990), 1, p. 24; A. Bassani, Temi e figure della ricerca chimica nel Veneto austriaco (1833-1866), in Rendiconti dell’Acc. nazionale delle scienze detta dei XL, memorie di scienze fisiche e naturali, s. 5, XVII (1993), vol. 2, pp. 235-257; Id., L’impiego terapeutico delle acque minerali di Civillina e il contributo analitico di G. M.-C., in Atti del VI Convegno nazionale di storia e fondamenti della chimica, Cagliari … 1995, a cura di P. Amat di San Filippo, in Rendiconti dell’Acc. nazionale delle scienze detta dei XL, memorie di scienze fisiche e naturali, s. 5, XIX (1995), parte 2ª, pp. 341-360; Id., G. M.-C., in Professori di materie scientifiche all’Università di Padova nell’Ottocento, a cura di S. Casellato - L. Pigatto, Trieste 1996, pp. 107-116; Id., L’analisi delle acque minerali del primo Ottocento: il caso di Recoaro, in La Chimica e l’industria, LXXIX (1997), pp. 1252-1255; Id., Il contributo di G. M.C. allo sviluppo degli studi ideologici veneti, in Physis, n.s., XXXIV (1997), 1-2, pp. 139-182; V. Giormani, La corrosione delle carene nell’Arsenale di Venezia, in La chimica e le tecnologie chimiche nel Veneto dell’Ottocento. Atti del VII Seminario di storia delle scienze e delle tecniche nell’Ottocento veneto … 1998, a cura di A. Bassani, Venezia 2001, pp. 370-372; A. Bassani, La ricerca chimica nell’Università e nell’Istituto veneto, ibid., pp. 88-95, 98, 101-104.
V. Giormani