Morone, Girolamo
Nato a Milano nel 1470 da Giovanni di Bartolomeo e Anna di Taddeo Fossati, studiò diritto a Pavia. Tra il 1499 e il 1512 fu tra i protagonisti della vita pubblica milanese, al servizio del re di Francia Luigi XII. Durante il governo del duca Massimiliano Sforza (1512-15) ebbe importanti cariche pubbliche, fu inviato più volte in missione diplomatica presso la corte papale e ricevette l’investitura della contea di Lecco. Tra i più stretti e fidati consiglieri del duca, in occasione della nuova conquista del ducato da parte dei francesi (1515) fu tuttavia ritenuto un traditore interessato solo a strappare le condizioni per sé più favorevoli. Tra il 1516 e il 1518, ritiratosi a Modena, conobbe Francesco Guicciardini, governatore pontificio della città. Restaurati gli Sforza a Milano (1521), grazie alla vittoria sui francesi della lega tra Carlo V e papa Leone X, Morone, già commissario generale di Francesco Sforza presso l’esercito imperiale, fu nominato supremo cancelliere dello Stato. Nell’ottobre del 1524 Milano cadde nuovamente nelle mani dei francesi e Morone abbandonò la città e seguì le truppe imperiali, al cui comando era il marchese di Pescara, Ferdinando Francesco d’Avalos. Rientrato a Milano insieme al duca Francesco II dopo la vittoria imperiale a Pavia (25 febbr. 1525), il 15 ottobre dello stesso anno venne arrestato a Novara dal marchese di Pescara per avere cospirato contro Carlo V. Il tentativo, tardivo, di arginare il potere imperiale nella penisola – sempre più minaccioso dopo la sconfitta francese – aveva in realtà preso le mosse da Roma, dove il papa aveva lanciato, con il sostegno della Francia, una lega antimperiale degli Stati italiani, che vedeva tra i suoi aderenti anche lo stesso duca di Milano, vassallo dell’imperatore. Al centro della trama era proprio Morone, che aveva cercato di coinvolgere nell’impresa lo stesso d’Avalos promettendogli la corona di Napoli; ma questi decise di restare fedele a Carlo V e denunciò Morone. L’episodio viene ricordato da M. in una lettera a Guicciardini:
Il Morone ne andò preso, et il ducato di Milano è spacciato; e come costui ha aspettato il cappello, tutti gli altri principi l’aspetteranno, né ci è più rimedio. Sic datum desuper. Veggio ’n Alagna tornar lo fiordaliso / et nel vicario suo, etc. (post 21 ottobre 1525, Lettere, p. 411).
Incastrato Morone, ‘così come il falcone addestrato si lascia docilmente incappucciare dal suo padrone’ (questo il senso della frase machiavelliana), invaso il ducato di Milano dagli spagnoli, a un comune destino appaiono condannati tutti i principi italiani, responsabili di avere determinato una situazione di estremo pericolo ormai insanabile. Con il richiamo ai versi del Purgatorio (XX 86-87), nei quali Dante allude alla sorte di Bonifacio VIII, si chiude questa parte della lettera caratterizzata da una «nota tragica» e profetica sui drammatici eventi che di lì a poco colpiranno la penisola e papa Clemente VII (N. Machiavelli, Lettere a Francesco Vettori e a Francesco Guicciardini, a cura di G. Inglese, 1989, p. 332 nota 15). La congiura e l’arresto di Morone muovono anche Guicciardini ad amare riflessioni sul destino dell’Italia («Io ho sempre creduto che Cesare aspiri a farsi padrone di Italia»: lettera da Faenza a Cesare Colombo, 23 ott. 1525, Lettere, a cura di P. Jodogne, 10° vol., 2008, p. 262). Dopo un anno di prigionia, Morone fu a Roma al seguito di Carlo III di Borbone-Montpensier, comandante delle truppe imperiali, in occasione del sacco della città (maggio 1527). Divenuto poi commissario generale dell’esercito imperiale in Italia, partecipò al governo di Napoli dopo la fine dell’assedio francese (1528). Morì il 15 dicembre 1529 nei pressi di Firenze mentre stava raggiungendo le truppe imperiali.
Bibliografia: Fonti: Documenti che concernono la vita pubblica di Girolamo Morone, a cura di G. Müller, Torino 1865; N. Machiavelli, Lettere a Francesco Vettori e a Francesco Guicciardini, a cura di G. Inglese, Milano 1989; F. Guicciardini, Lettere, a cura di P. Jodogne, 10° vol., Roma 2008, pp. 261-64.
Per gli studi critici si vedano: P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, 3° vol., Milano 19143, pp. 303-18; R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Roma 19542, pp. 329-32; G. Benzoni, Francesco II Sforza, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 50° vol., Roma 1998, ad vocem; L. Arcangeli, Morone Girolamo, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 77° vol., Roma 2012, ad vocem.