PALLANTIERI, Girolamo
– Appartenente a una famiglia molto antica di Castel Bolognese, nacque nel 1510 da Filippo (Emiliani, 1896). Spesso è stato confuso con il concittadino Bernardino Pallantieri, nato nel 1533 da Carlo e da Lucrezia Volpi, conventuale francescano e vescovo di Bitonto, che, dopo aver preso i voti, assunse il nome di Girolamo.
Entrato molto giovane nel clero secolare, nel 1564 divenne parroco nella frazione cesenate di Borello. Nel 1571 fu nominato arciprete della chiesa di S. Petronio nella città natale. Una forte passione per la poesia e per l’attività letteraria gli conquistò importanti contatti nei circoli intellettuali del territorio. In base a quanto testimonia la lettera dedicatoria che Francesco Patrizi scrisse in apertura del suo volume sulla poetica (Della Poetica...., Ferrara, Vittorio Baldini, 1586), sin dalla seconda metà degli anni Settanta entrò a far parte dell’entourage culturale del conte, poi duca di Guastalla, Ferrante II Gonzaga. Gravitare nell’ambiente aristocratico del duca gli diede l’opportunità di farsi apprezzare come letterato e poeta.
Secondo quanto riferì Serafino Gaddoni (Emiliani, 1896, pp. 96-98), il 20 ottobre 1576 sarebbe stato relegato nel convento dell’Osservanza di Imola, un arresto che Agostino Garavini (1608, p. 108) imputò ad alcuni scritti troppo audaci, che avrebbero infastidito qualche suo superiore. Giovanni Emiliani ipotizzò che si trattasse della Parabola della Vigna, composizione dal tono particolarmente acceso. Tuttavia la notizia non è attestata in nessun’altra fonte né sostenuta dal rinvenimento di documenti archivistici.
Nel 1577 Pallantieri fu nominato rettore di S. Petronio e nel 1580, insieme al duca Ferrante II e a molti altri intellettuali della medesima cerchia, entrò a far parte dell’Accademia degli Innominati, fondata a Parma nel 1574. Decisivo fu il favore accordato loro dal neoeletto principe degli Innominati, Muzio Manfredi, il quale tempo prima aveva soggiornato a Guastalla e, probabilmente, era stato precettore del giovane Ferrante (F. Pignatti, s.v. Manfredi, Muzio, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXVIII, Roma 2007, pp. 720-725).
La produzione letteraria di Pallantieri si svolse quasi interamente entro gli spazi dell’Accademia, seguendone fedelmente gli interessi e i modelli proposti. Il lavoro che più di ogni altro lo rese celebre fu la traduzione, dedicata alla marchesa di Soragna, Isabella Pallavicini Lupi, delle Bucoliche di Virgilio, che riscosse già al tempo il plauso di Torquato Tasso, contenuto nel sonetto A Isabella Pallavicini Lupi, marchesa di Soragna, per la dedicazione de la ‘Bucolica’ tradotta da Girolamo Pallantieri.
La Bucolica uscì postuma a Bologna nel 1603, a cura di Manfredi, e una seconda ristampa apparve a Parma nel 1760. La scelta di tradurre l’opera virgiliana fu probabilmente dovuta al rilancio che negli anni della sua permanenza a Parma e specialmente durante il suo anno di principato, Manfredi aveva impresso al genere pastorale, portando così a compimento quel processo di «dignificazione teorica» (Denarosi, 2003, p. 346), di cui esso era stato investito già da tempo all’interno dell’Accademia. Anche la dedica a Isabella Pallavicini era forse un modo di celebrare la poesia pastorale, parimenti coltivata dalla corte dei marchesi di Soragna.
Pallantieri dedicò molti dei suoi sonetti e delle sue rime ai membri della famiglia Farnese, inserendosi coerentemente anche in questo modo in quel programma di legittimazione e celebrazione del potere dinastico dei signori di Parma, avviato dall’Accademia soprattutto a partire dagli anni Ottanta, sia pure in forme sottili. Dal 1586, anno della vittoria ad Anversa di Alessandro, i Farnese inaugurarono, infatti, una politica di maggior controllo sulla vita culturale del ducato, tanto da imporre il ‘reggente’ Ranuccio come principe perpetuo degli Innominati.
Pallantieri morì nel 1591.
Opere: La Parabola della vigna data a coltivare a’ villani malvagi. Esempio evangelico. All’illustriss. Et eccellentiss. Signor Giacomo Buoncompagni, Marchese di Vignola, Bologna, Alessandro Benacci, senza data. Alcune rime sono contenute in: Per donne romane. Rime di diversi, Bologna, Alessandro Benacci, 1575; Cento donne cantate da Mutio Manfredi il Fermo Accademico Innominato di Parma, Parma, Erasmo Viotti, 1580; Vincenzo Carrari, Historia de’ Rossi parmigiani, Ravenna, Francesco Tebaldini, 1583; Rime di diversi eccellenti autori in morte di mad. Christina Racchi Lunardi, Ravenna, Cesare Cavazza, 1598. Traduzioni: Amori infelici di Leandro ed Hero, in Le Muse toscane di diversi nobilissimi ingegni del Sig. Gherardo Borgogni, di nuovo poste in luce. Al molto mag. & generoso signore, il Sig. Gio. Ambrogio Figino, Bergamo, Comino Ventura, 1594; La bucolica di Virgilio tradotta da don Girolamo Pallantieri, il Solingo Accademico Confuso, et Informe, rendendo verso a verso continuamente, et Hora, doppo la sua morte, da Mutio Manfredi pubblicata, Bologna, Vittorio Benacci, 1603; La bucolica di Virgilio, tradotta verso per verso da Girolamo Pallantieri, pubblicata da Muzio Manfredi, novellamente proposta a’ dilettanti di belle lettere, Parma, Stamperia de’ F.lli Borsi, 1760.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Parma, Epistolario scelto, ad vocem Muzio Manfredi, b. 11; Castel Bolognese, Biblioteca comunale L. Dal Pane: G. Emiliani, Cenni storici e biografici di Castelbolognese, manoscritto, Bologna 20 settembre 1896; Elogio simbolico del signor G. P. detto il Solingo academico innominato di Parma, in Versi e prose di monsignor Bernardino Baldi da Vrbino abbate di Guastalla, Venezia, Francesco de’ Franceschi, 1590, B3r-C3r; A. Garavini, Peregrinus ad illustrissimum, et reverendissimum d.d. Dominicum Gymnasium ... De viris illustribus, ac statu rerum Castri Bononiensis..., Bologna 1608; J.M. Paitoni, Biblioteca degli autori antichi greci e latini volgarizzati, che abbraccia la notizia delle loro edizioni, IV, Venezia 1767, pp. 218 s.; G. Fantauzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1788, pp. 228 s.; Cronichetta di Castel Bolognese con appendici, inscrizioni e note pubblicata da Gaetano Giordani, in Le Cronache castellane, Imola 1972, pp. 63 s.; L. Denarosi, L’Accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608), Firenze 2003.