SETTIMO, Girolamo
– Nacque a Modica nel 1706 da Traiano, marchese di Giarratana, e da Giovanna Caterina Settimo, ereditiera di Settimo Settimo, barone di Cammaratini e Dragonara.
Destinato alla carriera militare, fu colonnello e poi subispettore generale degli eserciti, militò nelle truppe prima di Spagna, e poi di Sicilia e Carlo III lo scelse a sovraintendente dei porti di Sicilia, in particolare del molo di Girgenti (Agrigento).
In assenza di informazioni certe, è plausibile pensare che la famiglia si trasferì a Palermo nel 1709 a seguito dell’epidemia che colpì Modica e che la prima istruzione di Settimo avvenne privatamente in casa del nonno, il marchese Gerolamo Settimo, che fu cofondatore dell’Accademia palermitana del buon gusto e proprietario di una ricchissima biblioteca (aperta anche al pubblico).
Per quanto riguarda la sua formazione matematica, si può ritenere che essa avvenne durante gli studi militari. Ai primi anni Quaranta soggiornò a Bologna, per perfezionarsi presso Gabriele Manfredi (con cui poi continuò a tenere una corrispondenza di tipo epistolare); in seguito si spostò in Spagna e poi in Francia. Durante questo periodo sposò la nobildonna messinese Giacopina Avarna e Calcagno, con cui ebbe cinque figli: il primogenito Trajano (succeduto, nel titolo di marchese di Giarratana e principe di Fitalia, allo zio Ruggero Settimo e Settimo) nacque in Spagna, a Barcellona, il 29 dicembre 1745.
A Barcellona, Settimo incontrò Nicolò de Martino, professore a Napoli presso l’Università e le Scuole militari e studioso appartenente alla schiera dei newtoniani napoletani, dal 1740 in missione diplomatica in Spagna come segretario di legazione del principe di S. Nicandro. L’incontro fu l’occasione per Settimo di entrare in contatto con la cultura napoletana e il circolo di intellettuali che si raccoglieva presso la principessa di Colubrano, Faustina Pignatelli.
Con de Martino, Settimo intraprese una intensa corrispondenza epistolare, chiedendo allo studioso napoletano consulenze, da tenersi per lettera, sul calcolo differenziale e integrale. Egli aveva infatti necessità di approfondire la sua conoscenza intorno ad alcuni problemi di integrazione che si ponevano per il calcolo delle misure di superfici, volumi e centri di gravità riguardanti le ‘unghiette cilindriche’ e alcuni tipi di volte; problemi sui quali aveva concentrato la sua attenzione con l’obiettivo di arrivare alla stesura perfezionata di un’opera a stampa, di cui aveva redatto una prima versione tra il 1748 e il 1750.
Settimo aveva inoltre chiesto a de Martino stesso di pubblicare a Napoli la sua opera, ossia il Trattato delle unghiette cilindriche, che doveva contenere anche il trattato Sulla misura delle volte. Il manoscritto, che aveva ottenuto l’elogio da parte di Manfredi, restò invece inedito: Settimo rinunciò a far stampare il suo trattato, per varie possibili cause; la lentezza con cui de Martino ne curava l’edizione, gli impegni come sopraintendente del porto di Agrigento (è del 1752 la nomina), la morte prematura della moglie (nell’agosto del 1753) lo dovettero obbligare ad attenuare le sue ricerche in ambito matematico. Nel 1768 vide però le stampe il lavoro di de Martino Elementi della geometria così piana, come solida, coll’aggiunta di un breve trattato delle sezioni coniche in cui, al tomo secondo, era inserita la teoria delle unghiette cilindriche. Inoltre, dopo la morte di de Martino, suo nipote Giuseppe nel curare la pubblicazione dei Nuovi elementi della teoria delle mine, vi aggiunse, in forma completa, il Breve trattato della misura delle volte.
Settimo dovette esercitare influenza notevole sugli allievi che a Palermo accoglieva e istruiva in casa: Giovan Battista Serina, Lionardo Gambino, Giannagostino De Cosmi. Quest’ultimo, che aveva maturato l’interesse verso il wolfianesimo, conobbe Settimo nel 1759 a Casteltermini, dove questi era stato costretto a rifugiarsi (insieme al fratello Ruggero) per sfuggire a un’accusa che il principe di Campofranco aveva rivolto contro il terzo fratello Giovanni, che teneva l’appalto della manutenzione della Zecca. Soprattutto il repertorio delle carte di Settimo dà un’idea del ruolo che egli ebbe nella rinascita della cultura scientifica siciliana attorno alla metà del XVIII secolo, in particolare riguardo alla diffusione del pensiero di Gottfried Wilhelm Leibniz; sono citate infatti le traduzioni delle Institutiones philosophiae wolfianae in usus academicos adornatae di Ludwig Philip Thümmig (1697-1728), probabilmente redatte da Settimo stesso. Del resto, grazie anche ai contatti con de Martino e Manfredi, questi ebbe la possibilità di seguire alcuni filoni di ricerca fondamentali della sua epoca: il calcolo differenziale e integrale e la teoria delle equazioni. È riconoscibile nei suoi scambi con entrambi i corrispondenti la sua volontà di conoscere, tra l’altro, le più avanzate ricerche matematiche condotte in Inghilterra, Germania, Francia, mediante la lettura diretta di riviste e lavori scientifici: la sua opera più completa, il Trattato delle unghiette cilindriche, rivela infatti le sue conoscenze dei contributi dei matematici d’Oltralpe. Morì il 9 luglio 1762 a Palermo.
Fonti e Bibl.: Settimo lasciò un ricco fondo bibliotecario. La biblioteca palermitana di famiglia, già istituita dal nonno di Girolamo, era stata infatti arricchita da lui stesso e, negli anni successivi, dai suoi eredi. Tale fondo, assieme a manoscritti a lui appartenuti, fu donato, nel 1929, per legato testamentario dell’ultimo principe di Fitalia, Pietro Settimo, alla Biblioteca della Società siciliana di storia patria in Palermo, dove si trova tuttora (una descrizione del fondo è reperibile all’indirizzo www.storiapatria.it/principe_di_fitalia. htm, 28 aprile 2018). Un’altra parte, donata al Circolo matematico di Palermo nel 1923, è andata dispersa. Il volume Miscellanee matematiche di Girolamo Settimo (M.ss. del sec. XVIII), conservato presso la Biblioteca della Società siciliana di storia patria in Palermo – M.ss. Fitalia ai segni I D 13, Sala Lodi – contiene l’indice con l’elenco dei suoi lavori matematici: 1) Trattato delle unghiette cilindriche; 2) Trattato delle onglette che si tagliano in qualsivoglia cilindro; 3) teorema (incipit: «Siano molti dadi, formati con un numero diverso di facce...»); 4) teorema (incipit: «Il movimento non si forma pell’impulso che s’imprime nel tempo di continui istanti...»); 5) problema: «Essendo data la raggione di una ruota grande...»; 6) Metodo generale per dividere una data frazione in altrettante frazioni equivalenti, quanti sono i fattori ineguali, de’ quali si compone il denominatore della detta frazione; 7) Degli archi di circolo molteplici; 8) Dissertazione del Sig.r D.n Giuseppe Sembrano sopra il Trattato del movimento degl’animali nell’Opera del Sig.r Gio. Alfonzo Borelli; 9) Della misura delle volte; 10) Delle flussioni; 11) Trovare la superficie convessa ed il solido dell’ovolo della colonna; 12) problema: «Si deve 400000 al 5 per 100...».
Lettera dell’ab. Domenico Scinà al p. Piazzi intorno a G. S. matematico palermitano degli 8 gennaro 1822, in Iride giornale di scienze lettere ed arti per la Sicilia, 1822, n. 2, pp. 55-58; Seconda lettera dell’ab. Domenico Scinà al p. Piazzi intorno a G. S. matematico palermitano, dei 24 aprile 1822, ibid., n. 8, pp. 62-70; D. Scinà, Prospetto della Storia letteraria di Sicilia nel secolo decimottavo, II, Palermo 1825, pp. 14-18; Genealogia della Famiglia S., in Teatro gentilizio della nobiltà europea. Opera composta in due parti una in lingua italiana, l’altra in francese, I, Milano 1879, s.v.; A. Brigaglia - P. Nastasi, Due matematici siciliani della prima metà del ’700: G. S. e Niccolò Cento, in Archivio storico per la Sicilia orientale, LXXVII (1981), 2-3, pp. 209-276; Iid., Un carteggio inedito tra il matematico palermitano G. S. e Gabriello Manfredi, in Bollettino di storia delle scienze matematiche, III (1983), 1, pp. 19-35; A.M. Mercurio - F. Palladino - N. Palladino, La corrispondenza epistolare Niccolò De Martino - G. S. Con un saggio sull’inedito Trattato delle unghiette cilindriche di S., Firenze 2008, p. 203.