Poligrafo (Rovereto 1706 - ivi 1761). Combatté vigorosamente i processi di stregoneria nell'opera Del congresso notturno delle Lammie (1749), la quale ebbe in quel tempo, in cui tali processi ancora continuavano, una vasta risonanza. Ma poiché nello stesso tempo ammetteva la magia, S. Maffei lo confutò (Arte magica dileguata, 1749). Ne nacque un'aspra polemica. T. scrisse anche Rime (una scelta fu pubblicata post., 1785) e notevoli Memorie antiche della sua città (1754). Per aver negato la santità e il martirio del vescovo Adalpreto, cadde in disgrazia presso il vescovo di Trento, al punto che quando nel 1762 i concittadini gli eressero un busto, furono colpiti dall'interdetto, che fu tolto soltanto per intervento dell'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo.