Generale e patriota (S. Giovanni a Carbonara 1810 - Firenze 1891). Alfiere d'artiglieria, venne implicato (1833) col fratello Antonio (1807-1889) nella congiura di C. Rosaroll; assolto, fu riammesso nell'esercito e si dedicò agli studî militari. Deputato della provincia di Napoli (1848), nel 1849 partecipò alla difesa di Venezia e dopo la caduta della città andò in esilio a Parigi. Rientrato in Italia (1859), fu comandante in capo dell'esercito toscano; ma sospettato di favorire le aspirazioni di Girolamo Napoleone al trono di Toscana, fu costretto ad abbandonare il comando. Tornato a Napoli, seguì poi Francesco II a Roma (1861). Nel 1866 si stabilì a Firenze e si dedicò agli studî militari. Tra i suoi scritti: La guerre pour l'indépendance italienne en 1848 et 1849 (1859); L'esercito italiano e la battaglia di Custoza (1866); Gli eserciti e la politica degli Stati (1869); Dell'indole bellicosa dei francesi e delle cause dei loro ultimi disastri (1871).