ZEN, Girolamo
ZEN, Girolamo. – Nacque a Venezia, nel palazzo di famiglia, in parrocchia di S. Polo, ai Frari (da cui la denominazione del casato), il 21 novembre 1631, dal matrimonio tra Vincenzo di Marco Antonio e Fausta Molin di Alessandro (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 91, c. 274v), tenuto alla fonte con il nome di Girolamo Desiderio da Pietro Molin di Vincenzo (1° dicembre 1631, Venezia, Archivio storico del Patriarcato, Chiesa S. Polo, Registri dei battesimi, reg. 6, c. 89).
Poco rilevante la carriera del padre, giunto al senatorato tardi, e solo grazie al titolo, certo non prestigioso, di provveditore di Comun. Ebbe almeno sette tra fratelli e sorelle: Marco Antonio, capitano a Vicenza, consigliere di Venezia per il sestiere di S. Polo, più volte senatore, Caterina, morta infante, Cecilia, monaca, Marco, deceduto adolescente, Domenico, podestà a Belluno e senatore, sposatosi con Samaritana Zorzi di Marino, dalla quale ebbe discendenza, Caterina, moglie di Girolamo Giustinian di Lorenzo e poi di Girolamo Giustinian di Antonio, e Alessandro, ambasciatore a Roma e Vienna, senatore e savio del Consiglio.
La formazione culturale fu accurata: nelle note di Girolamo Alessandro Capellari Vivaro viene segnalato quale «accademico Delfico» e «gentilhuomo erudito e professore di belle lettere» (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. VII, 18 (=8307): G.A. Cappellari Vivaro, Campidoglio veneto, IV, c. 219v). Esordì in politica da savio agli Ordini il 16 dicembre 1658 (Venezia, Biblioteca del Museo Correr, Provenienze Diverse, Venier: Consegi..., 79, c. 111v), venendo confermato l’anno seguente (19 dicembre 1659, c. 238v). Continuò il suo apprendistato politico con gli incarichi di provveditore sopra i Dazi (13 gennaio 1658, c. 246r), Quaranta civil vecchio (5 marzo 1662, 80, c. 101r), provveditore sopra Banchi (17 dicembre 1662, c. 195r). Entrò stabilmente in Pien Collegio, magistratura deputata ai rapporti con i diplomatici esteri accreditati a Venezia, il 23 maggio 1665, divenne uno dei savi di Terraferma, carica semestrale poi ricoperta senza interruzione fino al 1672 (Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, regg. 18, cc. 9, 10; 19, cc. 8, 9), abbinata, il 5 luglio 1668, alla responsabilità del Cassierato e, il 3 febbraio 1672, a quella di savio alla Scrittura (reg. 19, cc. 33 e 14).
L’esordio nella zonta del Senato (30 settembre 1667, Segretario alle Voci, Elezioni ai Consigli, reg. 1, c. 48), nonché la protezione dell’influente Antonio Grimani di Giovanni del ramo ‘ai Servi’ (Venezia, Biblioteca del Museo Correr, Archivio Morosini-Grimani, b. 565/VI), rese più solidi i titoli necessari per presentarsi candidato al ruolo di ambasciatore in Spagna, carica ottenuta il 23 aprile 1672 (Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 19, c. 47). Ebbe la commissione il 15 aprile 1673. Gli si ordinava di riannodare le fila della legazione, congedando il segretario Tommaso Rudio, temporaneo sostituto dell’ambasciatore ordinario, Carlo Contarini di Federico, malato e rientrato a Venezia, e di ripristinare buoni rapporti con la Corona cattolica, turbati dalle incursioni di corsari maiorchini ai danni dei commerci veneziani. Contestualmente gli si raccomandò di garantire i sudditi veneti nel prelievo fiscale che gravava sui loro possedimenti nei domini italiani della Spagna (Senato, Commissioni, f. 9, cc. 415r-419v).
Partì con ritardo da Padova. Dovette attendere la nomina del segretario, Alvise Marchesini (8 giugno 1673, Senato, Dispacci Spagna, f. 114/1), poi fu costretto dai venti contrari a sostare a Genova. Ebbe qui occasione di incontrare il cardinale Girolamo Raggi, i ministri degli Stati esteri ivi accreditati e l’ambasciatore d’Inghilterra in viaggio verso Costantinopoli, sir John Finch. Sbarcate a Marsiglia delle gondole, dono della Serenissima al re di Francia Luigi XIV, giunse ad Alicante il 12 ottobre 1673 e il 30 ottobre a Madrid (f. 114/3-4). Erano tempi difficili, a causa dei molti conflitti tra le potenze europee. Durante i quasi cinque anni della legazione trattò i casi delle navi veneziane predate dai corsari (f. 114/52), informò il Senato della presa del potere di Juan José de Austria, il figlio naturale del deceduto re di Spagna Filippo IV, della conseguente estromissione della regina madre Maria Anna d’Austria e del consigliere di quest’ultima, il gesuita Juan Everardo Nithard (G. Zen, Relazione di Spagna..., in Relazioni degli Stati europei lette al Senato..., a cura di N. Barozzi - G. Berchet, 1860, pp. 407-411). Risolse infine una spinosa questione legata al passaggio di milizie spagnole per l’Adriatico (pp. 426 s.).
Il 29 settembre 1675, per i suoi meriti, gli venne «riservato il loco» di savio del Consiglio (Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 19, c. 3) e, il 24 febbraio 1677, fu designato ambasciatore ordinario a Roma (c. 46). Prese congedo poco dopo essere stato ordinato cavaliere da re Carlo II, passate le consegne all’ambasciatore ordinario entrante, Federico Corner di Andrea. Raggiunse Padova, da dove, inviata la relazione di Spagna al Senato, partì per Roma (28 febbraio 1678, G. Zen, Relazione di Spagna..., cit., p. 425).
Fu una permanenza breve. Un incidente tra il personale dell’ambasciata e le guardie di papa Innocenzo XI, incaricate di eseguire un arresto nei pressi del palazzo di S. Marco, portò al suo richiamo in patria. Gli affari della Repubblica vennero affidati al cardinale Pietro Vito Ottoboni: sarebbe stato questi, eletto papa Alessandro VIII, a ristabilire le relazioni diplomatiche con la Serenissima nel 1691, accreditando l’ambasciatore ordinario Domenico Contarini di Giulio.
La carriera non ne risentì. Dodici volte senatore tra il 1679 e il 1698 (Segretario alle Voci, Elezioni ai consigli, reg. 1, cc. 61, 64, 65, 67, 69, 155-165), sedici savio del Consiglio tra il 1679 e il 1694 (Segretario alle Voci, Pregadi, regg. 19, cc. 3, 5, 6; 20, cc. 7-11; 21, c. 1), fu pure provveditore sopra il Denaro (reg. 19, c. 49), savio alla Mercanzia (c. 35), sopraprovveditore alle Pompe (reg. 20, c. 48).
Il 12 marzo 1685 fu nominato ambasciatore straordinario in Inghilterra, assieme ad Ascanio (II) Giustinian di Antonio, per congratularsi dell’ascesa al trono di Giacomo II Stuart (reg. 20, c. 171). Nella commissione, promulgata l’11 agosto 1685, si faceva espresso riferimento alla richiesta di aiuti concreti per la «tanto travagliosa» guerra di Morea (Senato, Commissioni, f. 11, c. 403v). Lasciata Bassano il 1° ottobre, i due giunsero a Londra il 25 dicembre 1685 e furono ricevuti in udienza pubblica il 30 dicembre, poi in una «segreta» il 10 gennaio 1686. Trattati con magnificenza, non ottennero però alcun appoggio concreto: la posizione troppo filocattolica di Giacomo II, già allora invisa a molta parte dei sudditi, condizionava la politica estera inglese. Tornati a Venezia il 1° febbraio, il 20 maggio 1686, lessero in Senato una relazione di estrema lucidità politica (G. Zen, Relazione di Inghilterra..., in Relazioni degli Stati europei lette al Senato..., a cura di N. Barozzi - G. Berchet, s. 4, I, 1863, pp. 469-485).
Zen non lasciò più la laguna. Le presenze tra i Pregadi e nel saviato del Consiglio furono integrate dagli incarichi, tutti di nomina senatoria, di provveditore alle Beccarie (2 aprile 1687, Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, Pregadi, reg. 20, c. 58), sopraintendente alle decime del clero (25 maggio 1688, c. 103), provveditore alla Artiglieria (28 aprile 1690, c. 109), revisore sopra i dazi (21 luglio 1694, c. 126), provveditore sopra l’olio (7 settembre 1696, reg. 21, c. 62).
La morte lo colse il 5 aprile 1701, nel palazzo ai Frari, dopo tre mesi di malattia «da febre et cataro» (Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 903, alla data).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, regg. 91 (=IV), c. 274v; 59 (=IX), c. 339r; Consiglio di Dieci, Parti Comuni, reg. 123, cc. 45v-46r, 105v; Misc. codd., I, St. veneta, 23: M. Barbaro - A. M. Tasca, Arbori de patritii veneti.., VII, c. 359; Notarile, Testamenti, reg. 487/139; Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 903, alla data 5 aprile 1701; Senato, Commissioni, ff. 9, cc. 415r-419v; 11, cc. 402r-405v; Senato, Corti, Deliberazioni, regg. 50, cc. 70rv, 81r, 202r, 204v-206r, 215v-216r, 219rv, 226rv, 236r-237r, 246r-247r, 252v, 258r-259v, 274rv; 51, cc. 2rv, 14v-15r, 18v-19r, 23v-24r, 29v-30v, 41rv, 48v-49v, 56r-57r, 64r-65v, 74v-75v, 84v-85v, 95r-96v, 98r-99v, 108r-109v, 113v-114r, 128v-130r, 137r-138v, 147r-148v, 159r-160v, 174v-175r, 179r, 184r-185r, 188v-189r, 199rv, 202r-203r, 120r, 214r-215r, 223v-224v, 230r-231r, 236r-237r, 240v-241v, 245v-246v; Senato, Dispacci Spagna, ff. 114, nn. 1-95; 115, nn. 96-206; 116, nn. 207-304a; Senato, Dispacci Roma, f. 191, nn. 1-55a; Senato, Roma Ordinaria, Deliberazioni, reg. 81, cc. 4v, 7v-10r, 17v-19v, 20r-22v, 23rv; 24r; Segretario alle Voci, Elezioni ai Consigli, reg. 1, cc. 48, 61, 64, 65, 67, 69, 155-165; Pregadi, regg. 18, cc. 9, 10; 19, cc. 3, 5, 6, 8, 9, 14, 39, 47, 49; 20, cc. 7-11, 48, 58, 103, 109, 126, 171; 21, cc. 1, 62; Archivio storico del Patriarcato di Venezia, Chiesa S. Polo, Registri dei battesimi, reg. 6, c. 89 (1° dicembre 1631); Biblioteca del Museo Correr, Cicogna, 2504 (=515): M. Barbaro, Discendenze patrizie..., VII, cc. 188v-189r; Morosini-Grimani, b. 565/VI: Lettere [di G. Zen] ad Antonio Grimani di Giovanni, alle date 29 maggio 1649, 2 giugno 1657, 21 luglio 1668; Provenienze Diverse, C, 1358/9; Provenienze Diverse, Venier: Consegi..., 79, cc. 111v, 238v, 246r; 80, cc. 101r, 195r; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. VII, 18 (=8307): G.A. Cappellari Vivaro, Campidoglio veneto, IV, cc. 219v, 225v; 2388 (=9757): Carteggio di Francesco e Luigi Contarini.., cc. 13r-14v (19 novembre 1685); 2389 (=11721): Relatione [...] delli eccellentissimi signori Girolamo Zeno, e Giulio Giustiniani..., cc. 132r-138r; P. Garzoni, Istoria della Repubblica di Venezia..., Venezia 1705, pp. 144 s.; C. Contarini, Relazione di Spagna..., in Relazioni degli Stati europei lette al Senato dagli ambasciatori veneti nel secolo decimosettimo, a cura di N. Barozzi - G. Berchet, s. 1, II, Venezia 1860, p. 399; G. Zen, Relazione di Spagna..., ibid., pp. 401-435; Id., Relazione di Inghilterra..., ibid., s. 4, I, 1863, pp. 469-485; Le relazioni della corte di Roma..., a cura di N. Barozzi - G. Berchet, Venezia 1879, p. 407.
Inventari manoscritti delle biblioteche d’Italia..., XCI, a cura di P. Zorzanello - G. Zorzanello, Firenze 1979, pp. 64, 68; G. Gullino, Giustinian, Ascanio, detto Giulio, in Dizionario biografico degli italiani, LVII, Roma 2001, p. 214.