Zoppio, Girolamo
Letterato bolognese della seconda metà del sec. XVI; laureatosi in filosofia nel 1574, venne subito chiamato allo Studio di Macerata per leggere retorica e poesia. Ivi si trattenne per molti anni e fondò l'Accademia dei Catenati. Ritornato poi a Bologna, ebbe (1586) un incarico d'insegnamento presso il locale Studio di umanità. Portato alla polemica, non si tenne dall'intervenire nella contesa letteraria fra B. Bulgarini e I. Mazzoni, negatore l'uno e sostenitore l'altro dell'eccellenza del genio di Dante. Uscite infatti nel 1583 le Considerazioni del Bulgarini, lo Z. prese subito posizione e diede alle stampe i Ragionamenti in difesa di D. et del Petrarca (Bologna 1583).
Nei Ragionamenti D. è lodato per avere scritto " una attione fuor delle regole dello scriver poeticamente bene et con lode " e per essere stato " un ignorante della lingua latina ", ed è inoltre giudicato " grande imitatore " per i " costumi d'huomini et di donne, vecchi, giovani, fanciulli, nobili, liberi, servi, dotti e indotti, d'ogni sesso in somma, d'ogni conditione, d'ogni fortuna co' loro affetti convenevoli espressi con parole, et concetti proprij et alti ".
Seguì la Risposta di G.Z. alle Opposizioni Sanesi fatte ai suoi Ragionamenti in difesa di D. (Fermo 1585) contro D. Borghesi, supposto portavoce del Bulgarini; quindi direttamente contro il Bulgarini pubblicò le Particelle poetiche sopra D. (Bologna 1587), suffragate poi dalla Poetica sopra D. (ibid. 1589). Anche nello Z., come negli altri letterati del tempo, opera il puntiglio personale, che si risolve in schermaglia di parole, in sofisticheria di tesi; ma pure non è difficile riconoscere un fondo più serio costituito dall'approfondimento e dall'applicazione della poetica aristotelica nel testo di Dante.
Bibl. - G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VIII, Bologna 1789, 300-303; M. Barbi, La fortuna di D. nel secolo XVI, Pisa 1890; A. Vallone, Aspetti dell'esegesi dantesca nei secoli XVI e XVII attraverso testi inediti, Lecce 1966, 133-134, 154-159.