GITIADAS (Γιτιάδας, Gitiadas)
Architetto, scultore e poeta spartano, fiorito nel sec. VI a. C., rappresentante in arte della scuola laconica arcaica.
Le fonti letterarie informano che restaurò il tempio di Atena sull'acropoli di Sparta, decorandolo con placche di bronzo sbalzato, e che fece la statua di culto della dea, che ebbe l'epiteto di chalkìoikos (χαλκίοικος) cioè "dalla casa di bronzo". In collaborazione con l'egineta Kallon fece un donario per Amicle (presso Sparta), consistente in tre tripodi bronzei, due dei quali, opera sua, decorati con le figure d'Afrodite e d'Artemide (Paus., iii, 18, 7 e iv, 14, 2). Pausania (iv, 14, 2) aggiunge che il donario fu fatto con la decima ottenuta dalla guerra messenica; probabilmente si tratta della seconda, avvenuta alla fine del VII secolo. Del tempio di Atena si sono scoperti avanzi del muro perimetrale (dai quali risulta che l'edificio era di piccole dimensioni) e frammenti di placche di bronzo non figurate. L'idolo di culto rappresentava (secondo l'idea che possiamo farcene da monete di Sparta del tempo di Gallieno) Atena in posa rigidamente frontale, con elmo in testa, scudo rotondo nella sinistra e lancia nella destra sollevata, la parte inferiore del corpo inguainata in una veste decorata a fasce orizzontali. Non è chiaro se su queste zone o se sulle lastre metalliche, ond'erano rivestite le pareti del tempio, fossero raffigurati i miti ricordati da Pausania (iii, 12, 2): impresa di Eracle e dei Dioscuri, nascita di Atena, Posidone e Anfitrite, Perseo e le Ninfe, Efesto che libera Hera. Questi miti appartengono al repertorio dell'arte decorativa arcaica. L'idolo era di tipo analogo a quello dell'Artemide di Efeso e delle affini divinità semitiche e a quello dell'Apollo di Amicle. Non conosciamo l'arte di G. ma abbiamo un idea della scultura spartana coeva, grazie ai ricchi rinvenimenti archeologici.
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