giù (giúe; giuso)
1.1. La forma tronca o abbreviata è prevalente rispetto a quella etimologica, ‛ giuso ', che conta trentasei presenze: di esse diciannove sono in rima (per lo più con ‛ suso '): Rime CIII 52, If IX 53, XVI 133, XXII 108, XXV 121, XXXIII 136, Pg VII 58, IX 9, XIV 46, XVII 43, XIX 72, XXII 134, XXV 117, XXXI 58, Pd VII 98, XI 71, XXI 31, XXX 148, Fiore CLXXXV 13 (v. anche LÀ GIÙ).
Le altre occorrenze di ‛ giuso ', in prosa o fuori di rima, in Cv III III 6 e IV XV 7, If XIV 109, XVI 114, XXI 17, XXXI 74, XXV 87, XXVII 31, XXX 65, XXXI 33, Pg II 40, Pd I 138, II 50, X 128, XXVII 68, XXXII 113, XXXIII 11. La forma epitetica o paragogica ‛ giùe ' è presente quattro volte, sempre in rima: If XXXII 53, Pg VIII 25 e XII 13 e il là giùe di Pd XXI 101.
1.2. Rispetto al verbo con cui forma locuzione, si hanno casi di enjambement, come in Pg XXXII 53 quando casca / giù la gran luce; anche con interposizioni: If V 2 Così discesi del cerchio primaio / giù nel secondo; Pd XIII 62 Quindi discende a l'ultime potenze / giù d'atto in atto, e XXVII 68.
2.1. In parecchi casi, più che di uso pleonastico si deve parlare di uso rafforzativo o intensivo dell'avverbio, mentre dal punto di vista generale va aggiunto che si ha spesso l'ulteriore determinazione di un complemento. Non è rara la compresenza di ‛ su '.
Vale genericamente " in basso ", " verso il basso ", per lo più con il senso di parte inferiore, sottostante, o significa " in fondo ", con riferimento alla parte più bassa di luogo o comunque cosa, con verbi di stato e di moto, in senso sia reale che figurato: Cv III V 14 veggia... esso sole girar lo mondo intorno giù a la terra, e analogamente V 16 (con valore particolare in IV XV 7 Chi sa se li spiriti de li figliuoli d'Adamo vadano suso, e quelli de le bestie vadano giuso?); If V 12 quantunque gradi vuol che giù sia messa (vedi anche i vv. 2 e 15); VI 86, XIV 126; XVI 98 si chiama Acquacheta suso, avante / che si divalli giù nel basso letto (cfr., oltre, Pg IV 108), e 103 così, giù d'una ripa discoscesa, / trovammo risonar quell'acqua tinta; XVI 114, XVIII 112, XXII 74, XXIII 43 e 53, XXIV 75, XXVII 115, XXIX 55 e 95, XXX 65, XXXI 122, XXXII 16, XXXIV 74 e 121; Pg II 15 Marte rosseggia / giù nel ponente sovra 'l suol marino, e 40 l'occhio da presso nol sostenne, / ma chinail giuso; IV 108 abbracciava le ginocchia, / tenendo 'l viso giù tra esse basso (va sottolineata la contemporanea presenza di giù e basso); VIII 25, XXI 55 Trema forse più giù poco o assai (è da rilevarsi più che determina una certa precisazione locativa; ma cfr. anche Pd XXX 148, XXXI 75); Pg IV 93, VII 90, XII 26, XIII 140, XIV 46, XVII 18, XXV 12 e 117, XXX 136, XXXII 53, 113 e 125; Pd I 138 come d'un rivo / se d'alto monte scende giuso ad imo; XXI 31 Vidi anche per li gradi scender giuso / tanti splendor; VII 98, XI 71, XIII 62, XVI 122, XX 20, XXIX 99, XXXII 14 e 15.
2.2. Locuzioni varie particolari e altri usi figurati, che diamo in successione, rilevando i significati o spiegando solamente nei casi di non immediata evidenza o meno comuni: Rime CIII 52 S'elli alza / un'altra volta [la mano], Morte m'avrà chiuso / prima che 'l colpo sia disceso giuso (" sia stato calato, vibrato "); Cv IV Le dolci rime 10 diporrò giù lo mio soave stile (" tralascerò ", " abbandonerò "); If XII 130 a più a più giù prema / lo fondo suo (sempre più, gradatamente, abbassi il fondo del suo letto: il Flegetonte); XXI 59 giù t'acquatta / dopo uno scheggio. Si considerino insieme i tre casi che seguono: XVI 133 torna colui che va giuso / talora a solver l'àncora; XXII 108 Odi malizia / ch'elli ha pensata per gittarsi giuso!, e 131 non altrimenti l'anitra di botto, / quando 'l falcon s'appressa, giù s'attuffa; per i quattro casi che seguono, si ha nel primo e quarto il valore di " precipitare ", nel secondo e terzo quello di " cadere a terra, al suolo ": XXV 15 quel che cadde a Tebe giù da' muri, 87 poi cadde giuso innanzi lui disteso, e 121 l'un si levò e l'altro cadde giuso; XXVI 45 s'io non avessi un ronchion preso, / caduto sarei giù sanz'esser urto; del tutto particolare ed espressivo, XXIX 82 si traevan giù l'unghie la scabbia, / come coltel di scardova le scaglie. Cfr. ancora Pg XVII 43 l'imaginar mio cadde giuso / tosto che lume il volto mi percosse (Mattalia: " giuso: di pesante sprofondamento nel nulla "); XXVII 31 Pon giù omai, pon giù ogne temenza (" cessa da ": incoraggiamento, incitamento, sollecitazione nella ripetizione. Cfr., qui subito oltre, XXXI 46); XXX 76 Li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte (" si abbassarono " per vergogna e si fissarono...); XXXI 46 pon giù il seme del piangere e ascolta (" abbandona " la ragione, " liberati " dalla causa...).
In Pd III 55 E questa sorte che par giù cotanto, / però n'è data, perché fuor negletti / li nostri votia , parte il rafforzativo cotanto, si ha il valore espresso dal nostro avverbio, relativo a bassa condizione, qui per il fatto di trovarsi nel primo cielo, quello della Luna.
2.3. Quanto all'incontro con la preposizione ‛ per ' (e relativi valori o complementi espressi), riteniamo opportuno dare la documentazione a sé. Sembra che g. sia talora usato ellitticamente, assolutamente: Rime LXXVII 3 giù per la gola tanta roba hai messa; If vri 105 intrammo giù per una via diversa; XII 28, XIV 81 e 117; XX 75 fassi fiume giù per verdi paschi; XXIII 98 voi chi siete, a cui tanto distilla / ... dolor giù per le guance? (vedi anche Pg XV 95); XXVI 29, XXXI 48 E io scorgeva già d'alcun la faccia / ... e per le coste giù ambo le braccia; Pd XVII 42 nave che per torrente giù discende; XXI 60, e 64 Giù per li gradi de la scala santa / discesi.
3. Con valore più determinato, indica l'Inferno, la sede infernale, in If XXXIII 136 se tu vien pur mo giuso, e comunque vi fa riferimento in Pd XVII 112 Giù per lo mondo sanza fine amaro. Indica la terra, la sede dei mortali, anche con ulteriori specificazioni, in Pd III 99 a la cui norma / nel vostro mondo giù si veste e vela; VII 29, VIII 50, 56 e 118, X 116 e 128, XII 135, XVIII 31, XX 67, XXI 15, XXII 86, XXIV 36 e 80, XXVII 65, XXIX 85, XXX 136, XXXII 113, XXXIII 11.
In particolare, ancora in Pd X 21 se dal dritto più o men lontano / fosse 'l partire, assai sarebbe manco / e giù e sù de l'ordine mondano.
Sono diversamente interpretati i due seguenti passi: Pd I 140 Maraviglia sarebbe in te se, privo / d'impedimento, giù ti fossi assiso (Scartazzini-Vandelli: in Terra; Mattalia: sulla cima del Purgatorio); IX 71 Per letiziar là sù fulgor s'acquista, / sì come riso qui; ma giù s'abbuia / l'ombra di fuor, come la mente è trista (Scartazzini-Vandelli: nell'Inferno; Mattalia: in Terra).
4. Svariati i casi in unione con la preposizione ‛ in ', con diversi usi e valori, propri e figurati, deducibili dall'esplicita documentazione tipologica.
Cfr. Cv III III 6 [l'uomo] naturalmente ama l'andare in giuso (con riferimento alla forza di gravità); If IX 53 riguardando in giuso; XVII 120, XXIV 70, e 137 in giù son messo tanto perch'io fui / ladro a la sagrestia (indica posizione e condizione: cfr. v. 128); XXVI 141, XXVII 31, XXXII 37, 53 e 105; Pg VII 58 Ben si poria con lei tornare in giuso / e passeggiar la costa; IX 9, XI 73, XII 13, XIX 72 giacendo a terra tutta volta in giuso, e 130, XXII 134, XXX 30, XXXI 58; Pd XXII 128 rimira in giù; XXIII 42 in giù s'atterra; XXVII 68.
In correlazione con la preposizione ‛ da ', in If XXXI 33 son nel pozzo intorno da la ripa / da l'umbilico in giuso, 62 la ripa, ch'era perizoma / dal mezzo in giù, 66 e 89; Pd XXXII 16 dal settimo grado in giù, e 40.
Un caso della locuzione ‛ da indi in g. ' con valore spaziale: If XIV 109 [fa statua del veglio] è di rame infimo a la forcata; / da indi in giuso è tutto ferro eletto.
5. Preceduto dalla preposizione ‛ di ' è usato con valore attributivo, significando " sottostante ", " inferiore ", e simili: Cv IV XXIII 7 è da sapere che questo arco [di giù, come l'arco] di su sarebbe eguale; Pd IX 108 discernesi 'l bene / per che 'l mondo di sù quel di giù torna (v. anche XXVIII 128). Va sottolineata la compresenza con analogo uso di ‛ di sù '.
Ci troviamo di fronte alla locuzione avverbiale in costruzione ellittica, con indicazione di provenienza dal basso, in If XVIII 107 Le ripe eran grommate d'una muffa, / per l'alito di giù che vi s'appasta. Vedi anche il paragrafo seguente.
6. Casi della locuzione ‛ su e g. ' e simili: Pg IV 63 quello specchio [il sole] / che sù e giù del suo lume conduce (contestualmente: a nord e a sud); Pd XXXI 48 menava io li occhi per li gradi, / mo sù, mo giù e mo recirculando. Infine il notissimo verso di If V 43 di qua, di là, di giù, di sù li mena, per cui cfr. il Boccaccio: " quella bufera ne porta gli spiriti mali... li quali a grandi schiere per quel cerchio Di qua, di là, di giù, di sù gli mena, senza servare alcun modo o ordine, l'uno contro all'altro nello scontrarsi... percotendo ".