GIUFFRE, James Peter, detto Jimmy
Sassofonista, clarinettista e compositore statunitense di jazz, nato a Dallas (Texas) il 26 aprile 1921. Diplomatosi nell'università del Texas (1942), suonò durante il servizio militare (1944) in un'orchestra dell'aviazione americana, quindi nella Dallas Symphonic Orchestra e nelle big bands di B. Raeburn (1946), G. Roland, J. Dorsey (1947), B. Rich (1948) e W. Herman (1949), per il quale aveva composto il brano Four brothers (1947).
Stabilitosi a Los Angeles, per otto anni studiò composizione con W. La Violette e si impose come uno dei creatori del West coast jazz, una sapiente fusione di bop e cool con recupero di elementi dello swing, specie di quello di Kansas City. Con Sh. Rogers incise Modern sounds, manifesto del jazz californiano, firmando il brano Four mothers; con Sh. Mannie l'album West coast sound che riunisce registrazioni effettuate tra il 1953 e il 1955, e con i Lighthouse All Stars molti LP, fra cui Howard Rumsey Lighthouse All stars, vol. I.
Il primo disco a suo nome fu Four brothers (1954-55), cui seguì (giugno 1955) Tangents jazz, uno dei più alti esempi di jazz ''cameristico'' moderno, inciso con un quartetto senza pianoforte (trombettista J. Sheldon, bassista R. Peña e batterista A. Anton); in esso G. fondeva genialmente jazz e musica dotta europea, forma che sviluppò ulteriormente in The Jimmy Giuffre clarinet (1956).
Alla fine del 1956, formato col chitarrista J. Hall e il bassista Peña un trio, G. incise l'album The Jimmy Giuffre 3, inaugurando un jazz da camera attraverso la fusione del blues e della più autentica tradizione jazzistica con il contrappunto. Dello stesso periodo sono Western suite (1958), Seven pieces (1959), The easy way e Ad lib (1959).
Nel 1961 G. formò un nuovo trio con P. Bley, pianista di free jazz bianco, e il bassista St. Swallow, incidendo tra il 1961 e il 1962 Fusion, Thesis e Free fall.
Per dieci anni G. si ritirò quasi totalmente dall'attività concertistica, dedicandosi all'insegnamento in varie università statunitensi, al perfezionamento del clarinetto, all'apprendimento del flauto e alla composizione di partiture accademiche o di musiche da film. Nel dicembre 1972 registrò con un nuovo trio Music for people, birds, butterflies & mosquitoes, in cui si avvertono le recenti esperienze di free jazz e un'attenzione per le atmosfere orientali e il folklore balcanico. Del 1975 è River chant, mentre del 1983 è il poco convincente Dragonfly, registrato con un quartetto comprendente tastiere elettroniche e un basso elettrico. Di ottimo livello l'intenso Quiet song (1974). G. è tornato a far uso delle tastiere elettroniche nei due ultimi dischi, Quasar (1985) e Liquid dancer (1989).
Bibl.: G. Russell, J. Giuffre, in The Jazz Review, 1958; R. Horricks, These jazzmen of our time, Londra 1959; L. Stephens, J. Giuffre, in The Jazz Review, 1960; B. Korall, The musical growth of J. Giuffre: search of freedom, in Down Beat, 1961; M. Williams, Giuffre/Brookmeyer reunion, ibid., 1968; Id., What ever happened to the clarinet, in Jazz & Blues, 1973; B. Korall, Music for people, birds, butterflies & mosquitoes, in Down Beat, 1974; F. Bonchard, Four brothers plus three decades, ibid., 1981; L. Tomkins, J. Giuffre: my journey back to the Mainstream, in Crescendo International, 1983; Id., J. Giuffre: arrangers must regain their originality, ibid., 1983; R. Gordon, Jazz West Coast, Londra 1986; A. Tercinet, West Coast Jazz, Marsiglia 1986.