GIUGGIOLO (dal gr. Ζίζυϕον latino scient. Zizyphus vulgaris Lamk.; fr. jujubier; sp. azufaifo; ted. Brustbeerbaum; ingl. jujube-tree)
Albero da frutto, appartenente alla famiglia Ramnacee, originario dell'Oriente e coltivato qua e là anche nella regione mediterranea, dove talvolta si trova inselvatichito. È alto 4-8 m., molto ramoso, con corteccia rosso-bruna, legno assai duro, rametti flessibili e penduli. Le foglie sono alterne distiche, ovato-oblunghe, trinervi, crenulate, lucide, coriacee, munite di stipule spiniformi, di cui una lunga e diritta e l'altra breve e curva. I fiori piccoli, verdi giallastri sono riuniti in cimette ascellari. Il frutto è una drupa ovale lunga circa 3 cm. o rotonda, rosso-bruna, con polpa bianco-giallastra di sapore dolce e vinoso, e un grosso nocciolo biloculare a logge monosperme. Le giuggiole si mangiano tanto fresche quanto secche, se ne fanno marmellate e conserve, il loro decotto si usa come rimedio edulcorante e leggermente purgativo.
Altre specie di giuggiolo sono: il Zizyphus Iuiuba Lamk. dell'India coltivato in molti paesi caldi; il Z. lotus Lamk. spontaneo nell'Africa boreale e in alcuni luoghi dell'Europa meridionale, come in Sicilia, che si è creduto potesse essere il loto, nutrimento dei Lotofagi, di cui parla Omero; il Z. spina-Christi Willd., spontaneo e coltivato nell'Africa boreale e tropicale e in Oriente, dei cui frutti nell'Eritrea gl'indigeni preparano una pasta che si vende sui mercati come ghiottoneria e s'usa anche come medicina.