Giulia Domna Seconda moglie di Settimio Severo, madre di Caracalla e Geta (Emesa, Siria, 170 d.C. ca
Antiochia 217 d.C ). Figlia di Giulio Bassiano, il sacerdote di Elagabalo, la divinità solare di Emesa, rivestì in qualità di Augusta un ruolo eminente sul piano politico e culturale, che le valse l’appellativo di «filosofa», non frequente per una donna nel mondo antico. Tale appellativo si deve principalmente alla sua attività di ispiratrice e animatrice del circolo che prende il suo nome. La nascita del circolo filosofico di G. D. viene fatta risalire agli anni successivi allo scontro personale col prefetto del pretorio Plauziano, che l’aveva messa in cattiva luce presso l’imperatore. G. D. si sarebbe dedicata all’attività filosofica in seguito al suo allontanamento dalla vita politica, che tuttavia riprese dopo l’assassinio di Plauziano e continuò, dopo la morte di Settimio Severo (211 d.C.), a fianco del figlio Caracalla. I principali esponenti del circolo erano Flavio Filostrato, Filisco di Tessaglia, suo protetto e titolare della cattedra di retorica ad Atene, Gordiano (il futuro Gordiano I) a cui Filostrato dedicò le Vite dei sofisti, e Oppiano, l’autore della Cinegetica. In linea generale il circolo – a causa di questa mescolanza di retorica e filosofia – denuncia precisi rapporti con la seconda sofistica. La più importante testimonianza sugli orientamenti filosofici del circolo resta l’opera commissionata a Filostrato dalla stessa imperatrice, ossia la Vita di Apollonio di Tiana, un taumaturgo del 1° sec. d.C. (➔ Apollonio di Tiana) espressione delle tendenze mistiche del neopitagorismo, che si ispirava ai brahmani e ai gimnosofisti indiani. Se per un verso l’opera rivela una visione sovrarazionale dell’attività filosofica, tipica dell’età imperiale, sotto un altro profilo essa riflette alcune linee di fondo della politica culturale e religiosa propugnata da Giulia Domna. L’apertura dell’Apollonio di Filostrato verso tutte le divinità, espressioni diverse di una identica spinta verso la trascendenza, riflette una tendenza enoteistica che prenderà corpo visibilmente nei culti solari, e insieme l’esistenza di un confronto-scontro con il cristianesimo, al quale insieme si ispira e si contrappone la figura del ‘Cristo pagano’ di Tiana. La vita del circolo, favorita dallo stesso Caracalla, che ad Apollonio eresse un altare, finì con la morte di G. D., che non sopravvisse all’assassinio del figlio da parte di Macrino.