Brancacci, Giuliano
A partire da una notizia dell’umanista Ugolino di Vieri detto il Verino (De illustratione urbis Florentiae, 1583, c. 29r) sulla provenienza dei B. di Firenze dal borgo di Brozzi, oggi zona periferica occidentale della città, si può ipotizzare che il corrispondente di M. si identifichi con Giuliano di Tommaso di Giuliano Brancacci, sposato con Saracina di Piero di Bernardo Ambrogi: avrebbe avuto due figli, Giuliano e Felice, mentre il padre avrebbe ricoperto la carica di priore nel settembre del 1491 (ASF, Raccolta Ceramelli Papiani, fasc. 963; Raccolta Sebregondi, fasc. 1033).
È possibile cogliere dettagli sulla sua vita e sulla sua personalità attraverso lo scambio epistolare tra M. e Francesco Vettori, in particolare le missive del biennio 1513-14. Chiamato dai due corrispondenti anche con il vezzeggiativo di Brancaccino, il suo nome compare sovente associato a quello di un altro amico di entrambi, Filippo Casavecchia.
A differenza di questi non risulta un suo coinvolgimento nel reclutamento delle milizie cittadine e, in virtù dei frequenti viaggi segnalati nel carteggio, è possibile ipotizzare che abbia svolto una qualche attività commerciale. Le lettere descrivono una figura dinamica e brillante, tanto incline alla burla quanto alla maldicenza e saldamente legata da vincoli di amicizia con M. e Vettori. Tra la primavera e l’estate del 1513 B. si muove regolarmente tra Firenze e Roma, facendo spesso da corriere per i due amici. Il 27 giugno 1513 Vettori informa M. di un lungo soggiorno di B. presso la sua abitazione, durante il quale l’ospite cerca di dissuaderlo sia dal permettere a Ser Sano, omosessuale dichiarato, di fargli sovente visita, sia dall’intraprendere una relazione amorosa verso la quale, al contrario, M. lo esorta nella sua risposta (Ridolfi 1954, 19787, p. 245; Martelli 2009, pp. 149-51). Il 4 febbraio 1514, M. scrive del corteggiamento da parte di B. di una vedova di nome Costanza e qualche settimana dopo, il 25 febbraio, racconta di un’avventura amorosa dello stesso con un giovane fiorentino culminata nel fallito tentativo di beffare Casavecchia (Ridolfi 1954, 19787, p. 241; Bausi 2005, pp. 331-32).
La testimonianza più tarda relativa a B. risale al 3 marzo del 1518. Il manoscritto Riccardiano 2240 conserva una sua lunga lettera indirizzata a Vettori, in cui riferisce, tra l’altro, un curioso episodio di cui è protagonista M. (→ Asino).
Bibliografia: Fonti: ASF, Archivio cittadino, quartiere S. Spirito, 1° vol., c. 93; U. Vieri, De illustratione urbis Florentiae, Parigi 1583.
Per gli studi critici si vedano: R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Roma 1954, Firenze 19787; F. Bausi, Machiavelli, Roma 2005; M. Martelli, Tra filologia e storia: otto studi Machiavelliani, a cura di F. Bausi, Roma 2009.