UGHI, Giuliano
– Nacque nel 1485 da Ginevra e da Marcantonio, legnaiolo che possedeva una bottega e un’abitazione sulla piazza della Cavallina, nei pressi di Barberino del Mugello.
A sedici anni, nel 1501, vestì il saio dei frati minori osservanti nel convento del Palco, vicino a Prato, dove nel 1514 tenne il primo sermone. «Buon predicatore» e «padre di Provincia», come ebbe a definirlo il cronista e confratello Dionisio Pulinari (1913, p. 364) che ne segnalò anche le «competentissime lettere» e lo annoverò tra i «discepoli» (ibid.) del teologo scotista Francesco Licheto, generale dell’Ordine nel 1518-20, Ughi trascorse gran parte della sua esistenza nell’area toscana (si ha comunque notizia di un soggiorno a Venezia nel 1513-14 e di un viaggio a Roma nel 1531). Sue predicazioni quaresimali sono attestate a Volterra (1524), Castiglione (1525), Pietrasanta (1526, 1532), Montepulciano (1527), Colle Val d’Elsa (1530), Marradi (1534), Barga (1536, 1539), Massa (1537), San Giovanni Valdarno (1538), Prato (1542, anno in cui fu definitore e guardiano del locale convento), Monte Vettolini (1548) e soprattutto al Bosco ai Frati (1533, 1535, 1543-45), il convento del Mugello di cui fu diverse volte guardiano negli anni Trenta e Quaranta e poi discreto nel 1563. Definitore al capitolo provinciale fiorentino tenuto a Pisa nel 1542, nel 1549-50 fu guardiano del convento di S. Francesco di Lucca.
Alla morte, nel 1569, dimorava presso il convento del Bosco ai Frati, per il quale «s’affaticò assai [...], et massimamente nel risarcirlo doppo i tremuoti» (Pulinari, 1913, p. 364).
Del legame particolare con il Bosco dei Frati è testimonianza la Relazione del Convento del Bosco di Mugello (Archivio di Stato di Firenze, ms. 167/int. 11, XVII secolo, edita a cura di G.C. Romby, San Piero a Sieve 1984; cfr. anche la precedente e meno accurata edizione a cura di G. Baccini in Bollettino storico letterario del Mugello, II (1893), 1 e 3, riedita in Giotto. Bollettino storico letterario artistico del Mugello, I (1902), 4-9), composta da Ughi nel 1565 e impiegata tra gli altri dallo stesso Pulinari come fonte per le sue Cronache dei frati minori [...] di Toscana.
In questo breve ma accurato resoconto Ughi ricostruisce la storia e l’evoluzione architettonica del convento, descrivendone le vicende antiche e l’importante ampliamento realizzato negli anni Venti del Quattrocento da Michelozzo Michelozzi per volontà di Cosimo de’ Medici il Vecchio, patrono dell’Ordine. Ughi si sofferma poi sugli interventi più recenti compiuti nel 1532-36 (nel 1531 egli stesso si era recato a Roma da Clemente VII, ottenendo un finanziamento di 100 ducati) e dopo il terremoto del 1542. In questa occasione crollò il campanile e venne danneggiata la libreria, dove si conservavano codici donati dai Medici e da altri benefattori, tra i quali lo stesso Ughi.
È possibile che del patrimonio librario del convento di Bosco ai Frati facesse parte anche il manoscritto originale della principale opera di Ughi, Cronica di Firenze o compendio storico delle cose di Firenze dall’anno 1501 al 1546 (edita a cura di F. Frediani, in Archivio storico italiano, app. VII, Firenze 1849, pp. 97-274, con elenco dei mss. a p. 111). Tramandata da diversi esemplari che recano talora intestazioni differenti (la copia della Biblioteca Biomedica di Firenze, Fondo Antico, ms. R.210.4, s’intitola per esempio Memorie storiche delle cose di Firenze), l’opera è divisa in quattro libri in cui si narra «con sincerità, criterio e diligenza» (Moreni, 1805, p. 453) la storia di Firenze dal 1501 al 1546. La narrazione prende le mosse dagli eventi toscani delle «guerre d’Italia» successivi alla tragica conclusione dell’esperienza savonaroliana (1498), al cui ideale di governo repubblicano Ughi si richiama indirettamente in diversi passi pervasi di risentimento antimediceo, al punto da meritarsi l’appellativo di «cronista piagnone» (Simoncelli, 2006, pp. 18, 243). Severo è in particolare il giudizio nei confronti di Clemente VII, che assediando Firenze nel 1529-30 d’intesa con l’imperatore Carlo V diede avvio al «perdimento della libertà» cittadina (ed. 1849, p. 166), e del duca Alessandro, del cui assassinio nel 1537 a opera di Lorenzino de’ Medici Ughi, vicino alla madre di quest’ultimo Maria Soderini, fornisce un racconto vivido e non privo di dettagli originali (Simoncelli, 2006, p. 177; Dall’Aglio, 2011, p. 10).
Fonti e Bibl.: Antonio Tognocchi da Terrinca, Genealogicum et honorificum Theatrum Etrusco-Minoriticum..., Florentiae 1682, p. 74; D.M. Manni, Osservazioni istoriche [...] sopra i sigilli..., IX, Firenze 1742, p. 136; Id., Metodo per istudiare con brevità e profittevolmente le Storie di Firenze, Firenze 1755, p. 78; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana..., II, Firenze 1805, pp. 237, 453; G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisque descriptos..., Romae 1806, p. 476; F.D. Guerrazzi, L’assedio di Firenze, Milano 1869, ad ind.; L. Chini, Storia antica e moderna del Mugello, III, Firenze 1876, pp. 235-237; D. Pulinari, Cronache dei frati minori della provincia di Toscana..., a cura di S. Mencherini, Arezzo 1913, pp. 112, 352 s., 362, 364; G. Righini, Mugello e Val di Sieve. Note e memorie storico-artistiche-letterarie, Firenze 1956, ad ind.; G.C. Romby, Un borgo rurale del Mugello, la Cavallina. Uomini, lavoro, insediamenti fra ’400 e ’500, Barberino di Mugello 1984, pp. 3, 17-22, 31, 34-36; P. Simoncelli, Fuoriuscitismo repubblicano fiorentino 1530-54, Milano 2006, pp. 18, 20 nota, 167 nota, 177, 201 nota, 243; S. Dall’Aglio, L’assassinio del duca. Esilio e morte di Lorenzino de’ Medici, Firenze 2011, pp. 6, 10, 12 nota, 20 nota, 21 nota, 270 nota.