ACCETTA, Giulio
Nato a Francavilla, o, come altri scrive, a Reggio Calabria verso il 1690, nel 1705 entrò nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino. Lettore a Firenze nel 1713, risiedette dal 1717 a Roma, dove fu reggente del convento di S. Agostino. Pur godendo di una certa fama come letterato, per cui divenne anche membro dell'Accademia fiorentina degli Apatisti, finì per dedicarsi agli studi scientifici. Fu nominato nel gennaio del 1730 professore di matematica all'università di Torino succedendo al Corazzi, bolognese. Nella rinascita dell'ateneo di Torino, tra la fine del regno di Vittorio Amedeo II e quello di Carlo Emanuele III, l'A. tra i primi promosse quegli studi, che dovevano poi essere illustrati dal Lagrange.
Nel 1749 ebbe l'incarico, insieme con G. B. Beccaria, di dare norme su pesi e misure per gli Stati sardi. Dedicatosi anche all'astronomia, determinò la posizione di Torino, invano richiedendo al Magistrato della Riforma i mezzi, per costruire una specola, mentre notevole sviluppo avevano allora il gabinetto di fisica e l'orto botanico. Si costruì tuttavia un osservatorio privato nella sede torinese del suo Ordine e vi fece osservazioni delle quali rimane traccia nelle due sole sue comunicazioni pervenuteci: Observatio lunaris defectus...(in Novelle letterarie pubblicate in Firenze,XI [1750] coll. 523-528); Osservazione dell'Ecclissi lunare accaduto il dì 8 Giugno 1751 fatta in Torino (in Storia letteraria d'Italia,III, Venezia 1752, pp. 651-654), commentata da L. Ximenes (ibid., pp. 655-666).
Aggregato all'Accademia delle scienze di Parigi, mori nel settembre 1752. L'anno dopo, a Torino, uscì la sua opera Gli elementi di Euclide a migliore e più chiara maniera ridotti.., premessi gli elementi dell'algebra... ecc.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Acta Universitatis,vol. 126; Novelle letterarie pubblicate in Firenze,XV (1754), col. 753-754, dove è ricordata un'orazione data alle stampe recitata dall'A, nell'Accademia degli Apatisti; T. Vallauri, Storia delle Università degli Studi del Piemonte,III, Torino 1846, pp. 72 s.; P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana,I, Modena 1893, col. 4;L. Aliquò-Lenzi, Gli scrittori calabresi,Messina 1913, p. 5;V. G. Galati, Gli scrittori delle Calabrie,I, Firenze 1928, p. 35; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana,I, Firenze 1929, pp. 8-9; G. Quazza, Le riforme in Piemonte nella prima metà del Settecento,II, Modena 1957, p. 438.