AIANI, Giulio
Nato a Roma il 23 marzo 1835, fin dal 1854 o 1855 fu eletto caposquadra della Associazione italiana, e, forse, appartenne anche alla massoneria. Nell'ottobre del 1867 fu tra gli agitatori che dovevano appoggiare l'ingresso in città della colonna comandata dai fratelli Cairoli, e, nel suo lanificio alla Lungaretta, preparò armi e munizioni. Dopo lo scontro con gli zuavi e i gendarmi, che provocò l'eccidio, detto appunto "di casa Aiani", e in cui trovò la morte Giuditta Tavani Arquati (25 ottobre), fu imprigionato e sottoposto a processo. Nel suo costituto dichiarò coraggiosamente di aver operato in favore della nazionalità italiana, principi ai quali non avrebbe rinunciato. Fu condannato a morte, insieme con P. Luzi, il 10 dic. 1868, dal tribunale della Sacra Consulta, ma la condanna venne tramutata, il 20 febbr. 1869, in quella alla galera perpetua. Dopo il 1870 riebbe la libertà e visse miseramente, essendo il suo opificio andato distrutto. Nel 1880 ottenne la direzione del lanificio della casa penale di Saliceto S. Giuliano (Modena), ove rimase fino alla morte, avvenuta il 7 febbr. 1890.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Tribunale Supremo della Sacra Consulta, Processi polizici, b. 376; Museo centrale del Risorgimento, Roma, Notizie sul movimento liberale romano dall'anno 1849 al 1867, ms. n. 724; Giornale di Roma, 26 ott. 1867; N. Roncalli, Diario.., dall'anno 1849 al 1870, in R. Ambrosi De Magistris-I. Ghiron, Roma nella storia dell'unità italiana, II, Roma-Torino-Firenze 1884, pp. 571, 606-614; F. Crispi, Carteggi politici, ac ura di I. Palamenghi-Crispi, Roma 1912, pp. 298-299.