ALESSANDRINI, Giulio
Nacque a Montalto di Castro (Viterbo) il 25 maggio 1886. Si laureò in medicina a Roma nel 1891. Assistente e poi aiuto alla cattedra di zoologia dell'università di Roma tenuta da A. Carruccio, conservatore del Museo zoologico, conseguì, primo in Italia, la libera docenza in parassitologia medica nel 1904. Incaricato dell'insegnamento della stessa materia a Roma (1906), allorché, nell'anno accademico 1924-'25, fu istituita una cattedra per l'insegnamento della parassitologia, l'A. ne fu il primo titolare.
L'opera dell'A. aveva portato un contributo al riconoscimento della importanza scientifica e didattica della parassitologia medica. Egli s'era occupato dell'anchilostomiasi e del parassita che ne èl'agente eziologico, l'Anchylostorna duodenale (noto dal 1843 per le osservazioni dell'italiano Dubini), studiando la funzione delle ghiandole cervicali del verme, la cui struttura anatomica era stata descritta dallo Schukhess. Tali ghiandole produrrebbero, secondo l'A., sostanze iperemizzanti la mucosa intestinale dell'ospite, sostanze anticoagulanti - che consentono al verme di assumere sangue liquido nel proprio intestino - ed altresì sostanze ad azione emolitica, che aggraverebbero con il loro effetto specifico l'anemia del soggetto portatore, causata dall'Anchylos torna anche con la sottrazione di sangue e le emorragie della mucosa intestinale lacerata. A conforto delle sue affermazioni, l'A. dimostrò anche l'ineguale sviluppo delle ghiandole cervicali nelle specie parassite e non parassite del genere Anchylostoma.Allo stesso A. fu affidato, dal 1919 al 1932, l'incarico di coordinare la lotta all'anchilostomiasi, che colpiva i minatori delle solfare siciliane e gli operai addetti ai lavori della linea ferroviaria Bologna-Firenze. Ottimi furono i risultati ottenuti. All'A. si devono le prime osservazioni sulla presenza in Italia del Necator Americanus, verme che provoca una sindrome analoga all'anchilostomiasi nel Sud-america, oltre a ricerche sulla Piophila casei, sulle sostanze tossiche eliminate dall'Ascaris lurnbricoides, sulla biologia dei Pediculidi e i mezzi atti a combatterli, sulla trasmissione della peste attraverso mosche e acari psorici. L'A. si occupò della pellagra e le sue ricerche su questa sindrome da carenza vitaminica furono conosciute ed apprezzate nei paesi stranieri, tanto che il governo inglese propose di discuterle e trarne le conseguenze profilattiche in un congresso internazionale. Fu fondata dall'A. una Stazione zooprofllattica per lo studio, la proffiassi e la cura delle parassitosi veterinarie. L'A. si dedicò allo studio della malaria e le sue ricerche gli valsero l'invito del governo argentino al congresso della malaria, tenutosi in Buenos Aires nel 1926 per la lotta all'endemia malarica. Si recò poi in Bolivia, invitato da quel governo, per studiarvi l'epidemiologia malarica. Originali sono le ricerche dell'A. sull'anofelismo senza malaria. Nel 1926 il governo italiano incaricò l'A. di predisporre e dirigere la lotta antimalarica nell'Agro pontino. L'A. fu membro dell'Accademia medica di Roma, dell'Accademia Lancisiana, della Società zoologica italiana, dell'Accademia nazionale per la medicina di Buenos Aires, dell'American Association of progressive medicine, dell'American association for medico-physical research, dell'Accademia pontificia delle scienze. Senatore del Regno nel 1939. Morì a Roma il 13 apr. 1954.
Fra i suoi scritti principali sono: Biologia degli Anchylostomi, Roma 1904; Sulla patogenesi della anemia da Anchylostoma, in Il Policlinico-Sezione medica,1904, XI, 12, pp.541-549; Insetti trasmettitori d. malattie, Bologna 1924; Malattie da parassiti animali, Roma 1926. Parassitologia dell'uomo e degli animali domestici, Torino 1929; La lotta contro la malaria nell'Agro Pontino, Bologna 1935.
Bibl.: F. Jerace, Necrologio. G. A. in Rivista di malariologia, XXXIII, (1954), pp. 103-106; Dott. prof. G. A., in Rivista di terapia moderna e di medicina pratica, XXI (1928), n. 10, p. 25; G. Cotronei, Biologia e zoologia generale, Roma 1949, pp. 641, 648, 662.