BELINZAGHI, Giulio
Nato a Milano il 17 ott. 1818, da una famiglia di negozianti, iniziò come commesso della banca genovese Pettinati; dopo che questa fu messa in liquidazione, nel 1849 ne aprì una in proprio, che grazie alle sue capacità e alla congiuntura favorevoledivenne la più importante in Milano. Il B. ebbe parte non indifferente nel finanziasnento del movimento patriottico in Lombardia prima del 1859, e quindi al sopperimento delle necessità di guerra con ingenti somme di denaro. Nel 1862 aderì all'iniziativa del Bastogi, che offriva a nome di un gruppo di finanzieri, tra cui il B., la somma di 100 milioni di lire come capitale per la costituzione di una società per la costruzione e l'esercizio delle strade ferrate meridionali. L'iniziativa ebbe successo: il parlamento italiano, respinta la convenzione con il gruppo francese Rothschild Talabot, affìdò invece l'esercizio delle ferrovie del Mezzogiorno al gruppo Bastogi, B. e soci, che costituirono la "Società italiana per le strade ferrate meridionali". L'anno seguente, il 1° giugno 1863, il B. entrò nel Consiglio di amministrazione della "Società generale di credito mobiliare", filiazione del "Crédit Mobilier" dei fratelli Pereire, e uno dei più importanti istituti di credito in Italia.
La crisi pplitico-amministrativa dei Comune di Milano, che vide le dimissioni di A. Beretta, portò nel 1867 alla nominadel B. a sindaco, segnando così il passaggio dal predominio del gruppo aristocratico, caratterizzato da grossi interessi immobiliari, a un nuovo gruppo, politicamente più dinamico - in cui prevalevano gli interessi finanziari e borghesi - e allo sviluppo e alla creazione di nuove industrie. Il B. fu al centro di tutte le iniziative che contribuirono allo svecchiamento e all'espansione di Milano. Tra i maggiori sottoscrittori per la costituzione del Banco Lombardo Sete (1872), diede non indifferente appoggio al Banco di costruzioni in Milano, poi liquidato (1875) per alcune grosse perdite subite. In precedenza egli aveva assunto (1865) la rappresentanza dell'agenzia centrale lombarda della Riunione adriatica di sicurtà, e nel 1871 diede capitali per la costituzione della Banca Generale, che finanziò, in parte l'impresa del traforo del San Gottardo e diverse costruzioni ferroviarie nell'ambito dell'impero austroungarico.
Negli ultimi decenni del secolo XIX, fervidi di nuove spinte e iniziative industriali e commerciali, il B. fu presente alle speculazioni edilizie nelle maggiori città della penisola e fu tra finanziatori più cospicui di alcune tra le maggiori imprese, quali la Società per gli altiforni e fonderie di Terni, la Società Edison di elettricità, la Società di navigazione generale italiana.
In campo politico il B. benché, come esponente dei moderati, avesse preso in Senato, cui era stato nominato nel 1872 (l'anno seguente era stato fatto conte), posizione contro il governo della Sinistra, fece parte, nel 1879, di una commissione ispirata dal ministero per studiare le cause del caro-viveri e per suggerire i rimedi da adottare. Nel 1882 diede le dimissioni da sindaco, dedicandosi interamente agli affari. Partecipò alle trattative per le convenzioni ferroviarie, che portarono nel 1885 alla riorganizzazione, sulla base della concentrazione in tre sole società, del, servizio in Italia. Le concessioni fatte alla gestione privata, e l'accantonamento di ogni idea di nazionalizzazione, furono considerate come una vittoria, dei gruppi finanziari edella banca (di cui il B. veniva considerúto uno dei massimi rappresentanti), allora strettamente legati con il governo presieduto dal Depretis. Fu rieletto sindaco dopo le elezioni amministrative del 1889, e la sua nomina fu accolta con un certo favore anche dai gruppi di democrazia più avanzata (come i radicali), che videro nel B. l'elemento più adatto ad inserire Milano nell'evoluzione economica e sociale, che si andava allora più potentemente delineando.
Morì a Cernobbio il 28 ag. 1892, mentre ancora ricopriva la carica di sindaco della metropoli ambrosiana.
Bibl.: L'Italia radicale. Carteggi di F. Cavallotti: 1867-1898, a cura di L. Dalle Nogare e S. Merli, Milano 1959, p. 380 (si dà notizia di 4 lettere del B. esistenti nelle Carte Cavallotti presso la Biblioteca di studi storici G. G. Feltrinelli di Milano); necrologio, in L'Illustr. italiana, 4 sett. 1892; T. Massarani, Illustri e cari estinti, Firenze 1907, p. 187; G. Capodaglio, Storia di un investimento di capitale. La Società italiana per le strade ferrate meridionali (1862-1937), Milano 1939, passim; Nel primo centenario della Riunione Adriatica di Sicurtà (1838-1938), Trieste 1939, p. 252; G. Carocci, A. Depretis e la politica interna ital. dal 1876 al 1887, Torino 1956, pp. 175 n. 3, 357 n. 3; G. P. Bognetti, Nella libertà e per la libertà (1859-73), in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 31; F. Catalano, Vita polit. e questioni sociali (1859-1900), ibid., pp. 123, 162, 168, 260; A. Dotti, Gli istituti di credito nel primo trentennio unitario, ibid., pp. 981, 985 n. 2, 987; A. Titta, Gli istituti di credito in Milano durante il periodo 1890-1914, ibid., p. 1006; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e naz., Roma 1896, p. 101.