BENSO, Giulio
Nacque a Piève di Teco (Imperia) nel 1601. Trasferitosi giovanissimo a Genova, cercò la protezione del mecenate Gio. Carlo Doria, da cui fu affidato al pittore G. B. Paggi, che, riconosciute le particolari doti dell'allievo, gli fece frequentare, oltre alla propria scuola, l'Accademia del nudo. Divenuto in breve tempo famoso, lavorò principalmente in Liguria, tra Genova e Pieve di Teco, ma ebbe occasione di dipingere o di mandare proprie opere anche all'estero. Infatti, come ci tramanda il Soprani, la sua fama gli procurò l'amicizia di personaggi qualificati in province straniere, "che gli ottennero occasione di opere grandiose": ricordiamo, per esempio, che venne chiamato a Cagnes, in Provenza, per decorare il palazzo del principe di quel luogo. Affrescò infatti la volta della sala di detto palazzo "ornandola - come scrive il Soprani - di artificiose prospettive, e di storie molto al vivo rappresentate". Tale decorazione pittorica si può quasi sicuramente identificare con quella tuttora esistente nel salone del palazzo Grimaldì, rappresentante La caduta di Fetonte e erroneamente attribuita a G. B. Carlone. Sempre dal Soprani sappiamo che il B. svolse la sua attività in Austria, ove "il suo pennello era celebre". Nella parrocchiale di Feldkirch è conservata infatti una sua pala d'altare con Santi, firmata e datata 1636; un'altra, raffigurante l'Assunta, è nella cattedrale di Vienna. Capolavoro dei B. sono gli affreschi nell'abside della chiesa dell'Annunziata del Vastato a Genova.
Fantasiose architetture prospettiche in stucco incorniciano le pitture che rappresentano: l'Annunciazione e l'Assunzione di Maria (soffitto); la Presentazione al tempio e la Dispyta coi dottori (pareti laterali; ma della Disputa ilB. fece solamente il disegno, essendo essa stata portata a termine più tardi da G. B. Carlone); l'Incontro di s. Gioacchino con s. Anna (parete di fondo). Purtroppo quest'ultimo affresco, che era il migliore del ciclo, è andato distrutto durante l'ultima guerra. Di esso ci rimane soltanto il bozzetto, conservato con gli altri all'Accademia Ligustica di Genova.
Tra le più importanti opere del B. ricordiamo anche l'affresco nella volta della chiesa dell'Assunta a Sestri Ponente, raffigurante l'Assunzione di Maria;le ante dell'organo di sinistra in S. Lorenzo a Genova, con le figure di S. Giovanni e di S. Lorenzo;l'ardesia con l'Ultima Cena, a Palazzo Bianco; la tela con S. Giovanni, s. Secondo e altri santi, nella chiesa della Consolazione a Genova; la tela con la Crocifissione, in S. Fede; la tela con lo Sposalizio della Vergine (firmata e datata 1637), nella parrocchiale di Spotomo e la tela con S.Lucia in S. Ambrogio di Alassio. Molti dipinti si trovano infine nella parrocchiale e nelle altre chiese di Pieve di Teco. Interessanti disegni del B. sono all'Albertina di Vienna e nella raccolta di Palazzo Rosso a Genova. Purtroppo dell'attività genovese dell'artista sono andate distrutte molte, testimonianze significative, come la decorazione murale delle chiese di S. Domenico e dello Spirito Santo, gli stucchi e i dipinti della sacrestia di S. Agostino e gli affreschi nella volta della chiesa di S. Caterina dei monaci benedettini. Il B. morì a Pieve di Teco nel 1668, dopo essersi colà definitivamente ritirato.
La perdita di tante sue opere, lasciando sconosciuta gran parte della sua attività, rende difficile un giudizio complessivo della sua arte. Sappiamo dal Soprani che egli si dedicò appassionatamente allo studio delle leggi della prospettiva, applicandole poi con grande abilità negli sfondi dei suoi affreschi, in cui, servendosi anche della tecnica del "sottinsù", raggiunse un efficace illusionismo architettonico. Significativa, in questo senso, è la decorazione dell'abside della chiesa dell'Annunziata. In essa, se nel movimento dellè figure sono evidenti gli influssi manieristici toscani, quali il B. potette acquisire attraverso il Paggi, e se nella grandiosità degli sfondi architettonici, arieggianti i modelli alessiani, possiamo riconoscere l'influsso di G. A. Ansaldo e di Bernardo Castello, tuttavia nuovo è il rapporto tra figure e ambiente. Alle figure è riservato infatti un posto secondario, mentre il vero protagonista delle rappresentazioni diventa lo spazio. Alcuni grandiosi quadri decorativi, con scene della vita di Gesù (L'adorazione dei pastori, La resurrezione di Lazzaro, La cena in Emmaus, Cristo dona la vista ad un cieco, Gesù sulle acque), esistenti nella Galleria di Palazzo Bianco a Genova, sono stati attribuiti tradizionalmente al B. ma, come scrive il Grosso (1932), Si tratta con più probabilità di opere di un pittore genovese della seconda metà del sec. XVIII, vicino a Carlo Baratta. All'artista sono stati infine attribuiti dal Castelnovi i due Profeti dell'Annunziata a Genova, già ritenuti dell'Assereto.
Il B., oltre che pittore, pare fosse anche architetto. Secondo il Soprani e il Ratti, infatti, il monastero delle monache agostináane e l'annessa chiesa della SS. Annunziata a Pieve di Teco sarebbero stati costruiti "col disegno e sotto l'assistenza" del nostro pittore, il quale dimostrerebbe in esse, "quanto... fosse in architettura perito". Ma le trasformazioni subite da questi monumenti non ci permettono di valutare le capacità dell'artista e di formulare un giudizio.
Fonti e Bibl.: R. Soprani, Le vite de' pittori, scultori ed arch. genovesi, Genova 1674, pp. 237230; R. Soprani-C. G. Ratti, Vite de' pittori scultori ed architetti genovesi, Genova 1768, I, pp. 279-285; C. G. Ratti, Instruz. di quanto può vedersi di più bello in Genova, Genova 1780, p. 90; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria, Genova 1864, I, p. 18; E. Jacobsen, Le Gallerie Brignole Sale Deferrari in Genova, in Arch. storico dell'arte, II (1896), pp. 121, 128; W. Suida, Genua, Leipzig 1906, pp. 174-177; D. Castagna-M. U. Masini, Genova, Genova 1929, pp. 112, 138, 163, 224, 402, 452; O. Grosso, Le Gallerie d'arte del Comune di Genova, Genova 1932, pp. 154, 167; Beschreib. Katal. der Handzeichn. in der Staatlichen graphisch. Samml. Albertina, VI, A. Stix-A. Spitzmuller, Die Schulen von Ferrara…, Genuas…,Wien 1941, p. 47; O.Grosso, Genova e la riviera ligure, Roma 1951, passim;G. V. Castelnovi, Intorno all'Assereto, in Emportum, LX (1954), p. 33; R. Manning-B. Suida Manning, Genoese Masters, Dayton 1962 (senza numerazione di pagine); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, III, pp. 350 s.; Enciclopedia Italiana, VI, p. 653.