BONAGIUNTA (Bonagionta), Giulio
È ancora ignota per larga parte la vita di questo musicista che svolse la sua attività nella seconda metà del sec. XVI. La prima volta che compare il suo nome è nel I 560: dal 15 dicembre di quell'anno infatti fino al 7 giugno del 1561 fu cantore alla S. Casa di Loreto. Si conosce anche il suo luogo d'Origine, San Genesi, noto dalle pubblicazioni da lui curate, che lo ricordano come "Giulio Bonagionta da San Genesi".
Si presume che debba trattarsi di San Genesi presso Pavia, ma la presenza a Loreto del B. (si tratta della prima menzione in ordine di tempo del musicista) e soprattutto la familiarità che egli ebbe con nobili e letterati marchigiani, ai quali dedicò alcune sue raccolte, ha fatto anche congetturare - forse meno verosimilmente - che fosse originario di San Ginesio in provincia di Macerata.
Dal 1565 il B. è a Venezia come cantore della cappella di S. Marco, e dal 10 genn. 1567 alla corte di Ottavio Farnese a Parma, dove era stato espressamente chiamato per istruire nella musica i paggi, ma anche per impartire lezioni ai principi di casa Farnese, mentre l'insegnamento del liuto era affidato a Giulio Ciccardino. Mandati di pagamento in favore del B. a Parma si trovano fino al 31 dic. 1570: da allora non sono state rintracciate ulteriori notizie sulla sua attività. Il B. viene ancora presentato come colui che per la prima volta aveva dato alle stampe delle messe di Orlando di Lasso e di Adriano Hawil in una raccolta comprendente anche una Messa di G. A. Piccioli: Orlandi Lassi, Adriani Hawil, ac nonnullorwn aliorwn Musicorwn Missae, quatuor & quinq[ue] vocibus decantandae, nunc primum à Giulio, Bonaiunta à San Genesio in lucem aeditae..., Liber primus, Mediolani, apud Franciscum & haer. Simonis Tini, 1588.
Il B. non fu un compositore fecondo, ma godette di una certa notorietà soprattutto per alcune graziose canzoni di tono popolaresco.
Quattro composizioni di questo tipo sono inserite nel Primo libro do canzon napolitane a tre voci, con due alla venetiana di Giulio Bonagiunta da San Genesi, et d'altri auttori di novo poste in luce, Venezia, Girolamo Scotto, 1565 (ristampato nel 1567), che il B. dedicò a G. Ottobono (Ottoboni?) il 25 ott. 1565. Nel Secondo libro delle Canzone napolitane a tre voci... di Giulio Bonagionta da S. Genesi et d'altri auttori novamente poste in luce..., Venezia, G. Scotto, 1566, si trovano altre dieci composizioni del B. che si qualifica nella dedica (del 20 nov. 1566) a Marco Milano, Davit Grandonio e ad Alvise Grimani, come "musico in S. Marco".
Il B. ebbe amichevoli rapporti con i più insigni musicisti del suo tempo, che sovente affidarono a lui composizioni medite. Cipriano de Rore gli aveva lasciato dei madrigali a quattro e a cinque voci "acciò le sue opere non così facilmente nelle mani di ciascheduno si divulgassero", come è scritto nella interessantissima dedicatoria del B. ad Annibale Del Forno, datata da Venezia l'8 nov. 1565 e premessa a Le vive fiamme de' vaghi e dilettevoli madrigali dell'ecc. musico Cipriano Rore, a quattro et cinque voci, novamente posti in luce, per Giulio Bonagionta da S. Genesi, Musico dell'Illustriss. Sig. di Vineggia, Venezia, G. Scotto, 1565. Vi si legge inoltre che "per esser homai il mondo... restato privo d'un tant'huomo a cui pochi o rari appareggiar si possono, parmi farli torto grandissimo, tener più ascoso così bel thesoro..." e la raccolta venne infatti pubblicata due mesi dopo la morte del De Rore.
Il B. ebbe anche in mano musiche autografe di Orlando di Lasso e per primo diede alle stampe il Quintus Liber concentuum sacrorum quos Motetos vulgo nominant quinis senis octonis vocibus decantandis Orlando de Lassus auctore nunc primum in lucem edente, Venezia, Claudio Correggio, 1568., Nella dedica premessavi al vescovo di Ancona Vincenzo de Lucchis il B. asserisce di aver preferito tra le composizioni che gli erano state donate, perché a suo arbitrio ne curasse la pubblicazione, queste sacre "cantiones". Che Orlando di Lasso fosse del resto tra i suoi preferiti lo testimoniano quasi tutte le altre antologie da lui curate - ed edite da G. Scotto a Venezia - ove compaiono sue composizioni: il Primo libro de diversi eccellent.mi auttori a quattro voci, intitulato il Desiderio..., 1566; il Terzo libro del Desiderio. Madrigali a quattro voci di Orlando Lasso et d'altri eccel. Musici con un dialogo a otto..., 1567; il Secondo libro delle fiamme. Madrigali a cinque et sei voci de diversi eccellentissimi musici..., 1567; il Primo libro de gli eterni mottetti di Orlando Lasso, Cipriano Rore et d'altri eccel. musici a cinque et sei voci..., 1567.
Altro autore prediletto dal B. fu Alessandro Striggio, del quale curò la prima edizione de Il cicalamento delle donne al bucato et la caccia... con un lamento di Didone ad Enea, per la sua partenza, di Cipriano Rore, à quatro, cinque, sei, & sette voci..., Venezia, G. Scotto, 1567, dedicata a Giovanni Ferro di Macerata. Madrigali dello Striggio si trovano pure nella raccolta di Hettor Vidue et d'A. S. & d'altri eccellentissimi Musici. Madrigali a V & VI voci..., Venezia, Francesco Rampazetto, 1566, e nelle stampe già citate. Merita poi particolare menzione la Corona della morte dell'illustre signore, il sig. Comendator Anibal Caro..., Venezia, G. Scotto, 1568, dedicata anche essa a Giovanni Ferro di Macerata. là una scelta di ventinove sonetti scritti in occasione della morte di Annibal Caro, da G. B. Ferro, nipote del dedicatario della stampa, che il B. aveva affidato per musicarli a compositori di rilievo: F. Adriani, A. Anvilla, Bell'Haver, Bertoldo Sper(in Dio), M. Comis, A. Gabrieli, E. Ghibellini, D. Grisonio, C. Merulo, G. P. da Palestrina, V. Raimondo, G. Renaldi, C. Schietti e G. Zarlino.
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