BUFALINI, Giulio
Nato a Città di Castello verso la metà del sec. XVIII nella nobile famiglia dei marchesi di San Giustino, simpatizzò ben presto per le idee illuministiche. Per questo, forse, fu indotto dallo zio, cardinale Giovanni Ottavio, vescovo di Ancona, a rinunciare con il fratello Giovanni, ai suoi diritti sul patrimonio avito. Partito da Città di Castello, andò militare all'estero, ritornando in patria alla morte dello zio (1782).
Costituitosi, il 12 genn. 1798, il governo repubblicano a. Città di Castello ad opera dei Cisalpini della legione bresciana, all'indomani il B. fu chiamato a far parte della nuova municipalità di cui fu proclamato presidente. Spinto dall'entusiasmo e in segno di riconoscenza verso i Cisalpini fece donare al gen. Lechi, loro comandante, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello (tuttora conservato alla Pinacoteca di Brera). Dopo la proclamazione della Repubblica romana, il 16 marzo fu nominato dal gen. Dallemagne senatore e il 21prestò giuramento; il fratello Giovanni, già canonico di S. Pietro, divenne ministro delle Finanze. In aprile, tra le popolazioni intorno al lago Trasimeno, scoppiò una rivolta antifrancese: il 16 aprile i rivoltosi al grido di "Viva Maria" avevano anche fatto un'incursione a Città di Castello, abbattendo l'albero della libertà. Giunta a Roma la notizia della rivolta, il governo repubblicano inviò in quelle regioni con pieni poteri il Bufalini. Questi, giunto a Città di Castello il 26, ai primi di maggio ne uscì con l'artiglieria per combattere gli insorti, ma fu costretto a rientrare nella città che venne assediata. Il B. cercò di organizzare la difesa, sperando che giungessero aiuti da Perugia. Ma il 5 maggio gli insorti riuscirono a entrare nella città: tutti gli emblemi della Repubblica vennero distrutti e numerosi furono gli eccidi commessi. Lo stesso B., che si era rifugiato in un sotterraneo dei convento dei serviti, fu preso e ucciso a colpi di fucile.
Fonti e Bibl.: Collez. di carte pubbliche,proclami,editti ecc. della Rep. Rom., Roma 1798, I, p. 84; G. A. Sala, Diario romano..., I, Roma 1882, pp. 170, 187; L. Bonazzi, Storia di Perugia, Città di Castello 1959-60, II, pp. 375 s.; G. Amicizia, Città di Castello sulla fine del sec. XVIII, Città di Castello 1899, pp. 16 ss.; A. Dufourq, Le régime jacobin en Italie, Paris 1900, p. 212; I. Grassi, Del dipartimento del Trasimeno e dell'opera... di A. Brizi..., in Arch. stor. del Risorgimento umbro, VI (1910), 1-2, pp. 112 s.; G. Degli Azzi, Gli Umbri nelle assemblee della patria,ibid., VIII (1912), 2-3, pp. 89-91, 112-16; T. Casini, Il Parlamento della Repubblica Romana, in Rass. stor. del Risorg., III (1916), pp. 522 s.; V. E. Giuntella, La giacobina Repubblica Romana, Roma 1953, p. 34; Diz. del Risorgimento nazionale, II, p.440.