CAPORALI, Giulio
Figlio naturale di Giovan Battista, non se ne conosce la data di nascita: quella del 1510, proposta dal Pascoli, è senz'altro da posticipare in considerazione del fatto che ancora nel 1594 era impegnato in opere importanti. Visse per lo più a Perugia. Il primo documento in cui egli viene ricordato è il testamento del padre (27 luglio 1553), in cui lo si nomina erede universale.
Nel 1554 il C. dipinge una stanza nella rocca Paolina ed altri due fregi nella stessa fortezza. Il 30 ag. 1559 si iscrive nella matricola dei pittori di Porta S. Pietro. Nel 1562 si fa garante per Arrigo Fiammingo nel contratto che questi stipula con Adriano Montemelino per l'Adorazione dei Magi (già in S. Francesco, oggi nella Galleria nazionale dell'Umbria). Nel 1563 dipinge a fresco per Francesco di Orsino Sozi tre figure per la fonte dell'Osteria a Civitella d'Arna (pressi di Perugia). Nel 1564 lavora nel palazzo dei Priori dipingendo soffitti e dorando cornici. Altri lavori di poco conto esegue nel 1573 e 1574 per il monastero di S. Pietro, e negli anni 1575, 1577, 1578 per il Comune di Perugia. Nel 1579 e nel 1583 l'artista è nel gruppo dei quattro accademici del disegno tra i quali doveva essere eletto l'architetto pubblico (Mariotti: queste sono le uniche notizie documentarie che si possono mettere in relazione con una sua attività architettonica). Nel 1583 dipinge la quintana e nel 1585 i vessilli di guerra del Comune di Bevagna. Il 28 giugno 1594 stipula, insieme con il fiorentino Emilio Spallucci, una convenzione con la Camera apostolica per la doratura del soffitto di S. Giovanni in Laterano a Roma, e il 25 genn. 1595 riscuote una somma per tale lavoro (A. Bertolotti, Artistibolognesi... del già Stato pontificioin Roma..., Bologna 188 5, pp. 64-66). Dopo tale data non abbiamo più sue notizie.
Il Vasari, dopo aver ricordato (vita del Perugino) l'attività architettonica e teorica di Giovan Battista, accenna anche al C. scrivendo: "nei quali studi lo seguitò Giulio suo figliolo pittore perugino". Il Pascoli aggiunge che egli si dedicò quasi unicamente all'architettura "con il crescere degli anni", ma poi non è in grado di indicare una sola opera da lui eseguita, e dai documenti a noi rimasti nulla risulta se non la sua mancata elezione ad architetto pubblico nel 1579e nel 1583.Anche per l'attività pittorica svolta dall'artista nulla sappiamo di certo. Ormai perduti gli affreschi della rocca Paolina e di Civitella d'Arna, l'unico dipinto superstite del C. potrebbe essere la tela in cui è rappresentato il Cardinale della Corgna che fonda la chiesa del Gesù a Perugia (Galleria nazionale dell'Umbria), attribuita insistentemente a Giovan Battista, dal Pascoli in poi. Escluso quest'artista per ragioni di data (l'opera non può essere anteriore al 1561, anno di fondazione della chiesa) e di stile, non è improbabile che l'attribuzione tradizionale a un Caporali riguardi Giulio. Si tratta di un lavoro abbastanza anonimo seppur eseguito con una certa abilità in un gusto ormai tardomanieristico: F. Santi, nella sistemazione recente di un'ala della Galleria, lo ha dubitativamente assegnato a Pietro Malombra.
Fonti e Bibl.: I docum. relativi al C. sono sommariamente indicati in U. Gnoli, Pittori e miniatori dell'Umbria, Spoleto 1923, p. 171. Ma vedi in particolare: G. Vasari, Le vite, a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, p. 598; L. Pascoli, Vite dei pittori,scultori ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 92 s.; A. Mariotti, Lettere pittoriche perugine, Perugia 1788, pp. 239 s., 260;F. Santi, Il restauro dell'ala settentrionale del Palazzo dei Priori in Perugia e l'ampliamento della Galleria Nazionale dell'Umbria, in Bollettino d'arte, LVIII (1973), 4, p. 221; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 546 s.